Il progetto ha ridotto il livello di contagio del virus HIV da madre sieropositiva a neonato attraverso una serie di misure preventive, tra cui un servizio di consulenza alle donne in gravidanza. L’iniziativa ha interessato le abitanti delle tre regioni angolane coinvolte anche nel progetto Salissa Mwana. Le strutture sanitarie e il laboratorio della città di Pointe Noire sono stati dotati di apparecchiature per lo screening gratuito dell’HIV e gli esami radiologici e strumentali. Cardine dell’iniziativa è stato l’avvio in loco di un laboratorio di diagnostica avanzata sull’infezione da HIV realizzato, con il nostro supporto, dall’Università di Genova. Abbiamo esteso il programma di prevenzione anche ad altre patologie (in particolare il virus dell’epatite B) e, in caso di positività della madre, abbiamo avviato un protocollo vaccinale precoce del neonato. Le donne sieropositive hanno ricevuto farmaci antiretrovirali e beneficiato dell’integrazione di ferro e vitamine. In qualche caso sono stati eseguiti esami radiologici strumentali ed ematochimici e, quando necessario, sono stati effettuati dei ricoveri.
Inoltre, abbiamo puntato sulla formazione del personale sanitario a cui hanno partecipato 781 persone, tra medici, responsabili dei centri, personale addetto al counselling, ostetriche, infermieri, addetti alla sala parto e laboratoristi. Il team sanitario ha partecipato a diverse sessioni formative dedicate al counseling pre/post test HIV, alla presa in carico delle donne sieropositive durante la gravidanza e in sala parto fino alla cura del neonato. Infine, il training ha formato il personale sulla sicurezza durante i prelievi, sull’uso dei test HIV e sulla possibile tossicità dei farmaci antiretrovirali. Parallelamente, due medici congolesi hanno seguito uno stage di perfezionamento sulla gestione dell’infezione da HIV presso l’Università di Genova.