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World Energy Review

Grafica wer 2024, un mondo illsutrato in maniera minimal su background astratto.

È ora disponibile la 24° edizione del WER (World Energy Review), la nostra rassegna statistica annuale che racconta l’evoluzione del mondo dell’energia. 

In questa versione (I modulo) troverete un primo aggiornamento con dati e informazioni disponibili per le sezioni oil, gas, rinnovabili (solare fotovoltaico ed eolico) e minerali critici.

Nella prossima release (II modulo), la cui pubblicazione è prevista a ottobre, metteremo a vostra disposizione una versione completa in cui saranno riportati aggiornamenti e informazioni ulteriori su temi trasversali come mix energetico globale, emissioni di CO2, popolazione, PIL, carbone, oltre a un focus sulla generazione elettrica

L’integrazione delle diverse variabili ha l’obiettivo di fornire una lettura d’insieme sempre più completa e integrata della complessa realtà del panorama energetico globale.

World Energy Review 2025

Una piattaforma per riflettere ed evidenziare il processo di transizione energetica in corso.

Le principali tendenze nel settore energetico

Le prime evidenze mostrano come, anche nel 2024, il mercato energetico mondiale abbia vissuto importanti evoluzioni, in un contesto segnato da tensioni internazionali, dinamiche di mercato complesse e l’urgenza di salvaguardare la sicurezza energetica congiuntamente alla lotta al cambiamento climatico. 

I consumi mondiali di petrolio sono stati in costante aumento (pari a 102,8 Mb/g nel 2024, +0,8 Mb/g vs 2023), tornando a superare i livelli pre-pandemici, con i Paesi non OCSE che rivestono un ruolo centrale, in particolare Cina, India, America Latina e Medio Oriente rappresentano insieme oltre il 60% dell'aumento mondiale. Contemporaneamente è cresciuta anche la produzione mondiale (pari a 97,3 Mb/g, +0,5 Mb/g vs 2023), sostenuta dai paesi non OPEC e in particolare dagli USA. Le attese degli operatori connesse a un sentiment di nuova supply legata a un rallentamento economico e al rimbalzo della produzione OPEC+ hanno giocato un ruolo fondamentale nel delineare l’andamento delle quotazioni del Brent. 

Dopo un inizio d’anno che lasciava intravedere segnali di stabilizzazione, i mercati globali del gas hanno vissuto una nuova fase di incertezza nella seconda metà del 2024. Fattori legati sia all’offerta che alla domanda hanno contribuito a destabilizzare il quadro. Nonostante ciò, i consumi e la produzione sono cresciuti, in particolare nell’area asiatica, con i prezzi nei principali hub internazionali in calo, in media, del 14%.

Le installazioni di fonti rinnovabili intermittenti (solare fotovoltaico ed eolico) hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti, raggiungendo un nuovo record globale con circa 560 GW di capacità installata in più rispetto all’anno precedente, concentrato anche esso nell’area asiatica. Nonostante il record di nuove installazioni rinnovabili nel 2024, la crescita attuale non è ancora sufficiente per centrare l’obiettivo della COP 28 di triplicare, rispetto al 2022, la capacità installata mondiale di energia rinnovabile al 2030 raggiungendo un livello di circa 11 TW.

Anche la produzione complessiva globale di minerali critici è aumentata con un ritmo medio di oltre il 5%, confermando il loro ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia dell’energia.  

Infine, ad aumentare sono state anche le emissioni totali di CO2 del settore energetico (+0,8%), raggiungendo un nuovo massimo di ~38 Gt. Tale incremento è stato trainato dall’aumento nei mercati emergenti ed economie in via di sviluppo che hanno più che compensato le riduzioni registrate nelle economie avanzate.

Gli approfondimenti del WER

Il 2024 si è confermato un anno caratterizzato da incertezze e volatilità, in gran parte a causa del persistere della guerra Russia-Ucraina e del conflitto tra Israele e Hamas, che ha avuto un impatto significativo nel determinare le dinamiche di mercato. 

Nel 2024, il prezzo del Brent ha registrato una media di 80,8 $/b, con una leggera diminuzione di circa il 2% rispetto al 2023. L’andamento nel corso dell’anno è stato di progressiva riduzione influenzata principalmente dalle aspettative degli operatori riguardo a un aumento dell’offerta, legato sia al rimbalzo della produzione OPEC+ sia ai timori di rallentamento economico globale. Tali fattori hanno alimentato un sentiment di mercato più cauto, contribuendo alla graduale discesa dei prezzi nonostante le persistenti tensioni geopolitiche. 

Lato domanda, il 2024 ha registrato una crescita globale di 0,8 milioni di barili al giorno (Mb/g), raggiungendo quota 102,8 Mb/g. Questa crescita è stata principalmente alimentata dal forte aumento del consumo di jet-kerosene, grazie alla continua ripresa del settore aereo, e dalla robusta domanda di materie prime per l'industria petrolchimica (come nafta, LPG ed etano), in particolare in Cina. La crescita globale è guidata dalle economie non-OCSE; a differenza del 2023, in cui la Cina da sola pesava il 65% della crescita complessiva, nel 2024 gli incrementi non OCSE sono più diversificati dal punto di vista geografico, con Cina, India, America Latina e Medio Oriente che rappresentano insieme oltre il 60% dell'aumento.  

Per quanto riguarda la produzione, nel 2024 è aumentata di 0,5 Mb/g rispetto all’anno precedente, raggiungendo 97,3 Mb/g (escludendo biofuel e processing gains). Questo incremento è stato principalmente concentrato nel non-OPEC (+0,6 Mb/g) e gli Stati Uniti hanno trainato la crescita con un incremento di 0,7 Mb/g rispetto al 2023. L'OPEC ha visto una leggera diminuzione della produzione di 0,1 Mb/g, con l'Arabia Saudita che ha ridotto la sua produzione di circa 0,5 Mb/g solo parzialmente compensata dall'aumento della produzione dell'Iran (+0,4 Mb/g). 

Infine, la capacità di raffinazione primaria cresce nel 2024 attestandosi a 104,6 Mb/g con un incremento netto di 1,1 Mb/g rispetto al 2023. Africa e Medio Oriente contribuiscono rispettivamente con il 52% e il 29% dell’aumento complessivo. In particolare, tra i progetti più importanti lo start up di Dangote in Nigeria (650 kb/g) e Duqm in Oman (230 kb/g). In Europa si segnala una riduzione di 0,1 Mb/g.

Nel 2024, il contesto dei mercati globali del gas si è confermato caratterizzato da un equilibrio instabile. Il calo registrato nei primi 5 mesi dell’anno, anche a fronte di una climatica mite e stoccaggi record a fine stagione invernale, è stato parzialmente compensato, nella seconda parte del 2024, da una domanda sostenuta soprattutto in Asia e da incertezze lato offerta (ad esempio, tensioni geopolitiche sul fronte ucraino e Medio-Orientale, minore import dalla Norvegia).

Complessivamente, tuttavia, nel corso del 2024, i prezzi nei principali hub internazionali hanno registrato una flessione media di circa il 14% rispetto al 2023:

 

  • in Europa il TTF ha registrato una media di 10,9 $/Mbtu (contro i 12,8 $/Mbtu del 2023), muovendosi in un intervallo di 7,3-15 $/Mbtu
  • in Asia il prezzo spot LNG è stato in media pari a 12,1 $/Mbtu contro i 13,7 $/Mbtu del 2023
  • nel mercato statunitense i prezzi dell’Henry Hub hanno riportato una media di 2,2 $/Mbtu (media 2023 pari a 2,5 $/Mbtu). 

La domanda globale di gas è aumentata di circa 108 Bcm rispetto al 2023 (+2,7%) attestandosi a circa 4.110 Bcm. A trainare questa crescita è stata soprattutto la Cina, seguita dalla Russia e dagli USA, mentre in Europa la domanda è rimasta pressoché stabile.

Anche la produzione mondiale ha mostrato un incremento, seppur più contenuto, pari all’1,9% (circa 80 Bcm) rispetto al 2023, con una crescita particolarmente significativa nei paesi non appartenenti all’OCSE.

Per quanto riguarda il GNL nel 2024 si è registrato un aumento sia delle capacità di liquefazione che di rigassificazione a livello globale. Le capacità di liquefazione hanno raggiunto circa i 660 Bcm (+1,4%), mentre quelle di rigassificazione sono salite a circa 1.500 Bcm (+4%). L’espansione più rilevante nella liquefazione si è verificata in Indonesia e gli aumenti più significativi nella rigassificazione si sono registrati in Asia (+40 Bcm), soprattutto in Cina, e in Europa (+18 Bcm), con incrementi in Germania, Francia e Spagna.

Nel 2024, le installazioni di fonti rinnovabili intermittenti (solare fotovoltaico ed eolico) hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti con un incremento di 560 GW vs 2023, nuovo record globale, che porta la capacità installata a sfiorare i 3.000 GW a livello mondiale.

Il fotovoltaico si conferma anche nel 2024 il motore principale della crescita delle rinnovabili. La nuova capacità installata ha raggiunto circa 450 GW (+32% vs 2023). La Cina continua ad essere il traino di questa crescita (+278 GW, pari al +46% vs 2023) con un tasso di crescita (CAGR 2024-2010) del 62% seguita dagli Stati Uniti (+38 GW, +28% vs 2023). La capacità totale cumulata a fine 2024 risulta di poco superiore a 1.850 GW, Cina e Stati Uniti rappresentano rispettivamente il 48% e il 9% della capacità mondiale. 

Più contenuta, ma comunque rilevante, la crescita del settore eolico la cui capacità è aumentata nel 2024 di 113 GW rispetto al 2023 (+11%) attestandosi a 1.133 GW a fine anno. Anche in questo settore, Cina e Stati Uniti si confermano i principali player con quote rispettive del 46% e del 14%. Da sola, la Cina ha contribuito a oltre il 70% della nuova capacità installata nel corso dell’anno.

I minerali critici rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo di tecnologie chiave per la transizione energetica. Elementi come cobalto, litio, nichel, manganese e grafite sono indispensabili per la produzione di batterie, mentre le terre rare sono cruciali per l’energia eolica e il silicio è alla base della tecnologia solare.

Tuttavia, l’estrazione di queste risorse è fortemente concentrata in un numero ristretto di paesi. Questa concentrazione rappresenta un rischio significativo per la sicurezza degli approvvigionamenti e sfavorisce la concorrenza. Negli ultimi anni, infatti, molte materie prime critiche hanno visto un’impennata dei prezzi, accompagnata da una crescita della domanda associata alla transizione energetica. 

Dal punto di vista delle riserve, le maggiori concentrazioni si registrano per il cobalto, con oltre il 50% localizzato nella Repubblica Democratica del Congo, e per le terre rare, di cui circa il 40% si trova in Cina. 

Anche la produzione mostra una forte concentrazione geografica. La grafite, ad esempio, è prodotta per il 78% in Cina, mentre il cobalto proviene per il 76% dalla Repubblica Democratica del Congo. Le terre rare sono estratte per il 69% in Cina, e oltre il 60% del nichel proviene dall’Indonesia. Nel 2024, la produzione complessiva di minerali critici è aumentata in media del 5,5% rispetto all’anno precedente, con il cobalto che ha registrato la crescita più marcata (+21%). Questo incremento è stato in parte bilanciato da una riduzione della produzione di manganese e nichel.

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