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World Energy Review

Eni presenta il modulo conclusivo della sua rassegna statistica annuale giunta alla 24° edizione.

World Energy Review 2025

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World Energy Review 2025

Una piattaforma per riflettere ed evidenziare il processo di transizione energetica in corso.

Mappa stilizzata del mondo in tonalità di blu, con aree evidenziate da cerchi gialli e una linea grafica che collega punti chiave tra i continenti, a simboleggiare connessioni e crescita globale.

Le principali tendenze nel settore energetico

Anche nel 2024, come nell’anno precedente, il panorama energetico è stato segnato da forti tensioni geopolitiche, con il protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina e l’escalation in Medio Oriente, che hanno inciso profondamente sulle dinamiche di mercato e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. L’economia mondiale ha mostrato resilienza, crescendo in modo moderato seppur non uniforme, con una domanda di energia che ha proseguito il trend di crescita quasi ininterrotto osservato nelle ultime decadi, soddisfatta da un mix sostanzialmente stabile, in cui le fonti tradizionali continuano a rivestire il ruolo principale.  

I consumi di petrolio superano i livelli pre-pandemici, spinti soprattutto dai Paesi non OCSE. Anche l’offerta cresce, con un contributo di rilievo dagli Stati Uniti. Le aspettative degli operatori, tra timori di rallentamento economico e possibili rimbalzi dell’output OPEC+, hanno condizionato le quotazioni del Brent, che ha registrato una media di 80,8 $/b. 

Un equilibrio instabile influenzato da fattori climatici, geopolitici e strutturali ha caratterizzato il mercato del gas. A fronte di una climatica mite e stoccaggi record a fine stagione invernale, si sono successivamente registrate una ripresa della domanda, alcune incertezze lato offerta e tensioni legate a rischi geopolitici. In questo scenario, i prezzi nei principali hub internazionali hanno mostrato una flessione media del 14% rispetto al 2023. 

Le installazioni di fonti rinnovabili intermittenti (solare fotovoltaico ed eolico) sono cresciute a ritmi sostenuti negli ultimi anni, raggiungendo nel 2024 un nuovo record globale. In aumento anche la produzione di biocarburanti, funzionali alla decarbonizzazione del settore dei trasporti. Si evidenza, inoltre, la crescita costante della produzione di minerali critici, a testimonianza del loro ruolo strategico nelle filiere del nuovo paradigma energetico.

Infine, a completare il quadro dell’assetto energetico mondiale, nel 2024 le emissioni totali di CO2 sono aumentate, raggiungendo un nuovo massimo storico, nonostante i significativi sforzi di riduzione in alcune economie avanzate.

Gli approfondimenti del WER

Il secondo modulo della rassegna statistica raccoglie informazioni aggiuntive anche su temi trasversali.

Nel 2024 il consumo primario globale di energia ha raggiunto circa 15,5 Gtoe, registrando una crescita prossima al 2% rispetto al 2023, in linea con il trend quasi ininterrotto osservato nelle ultime decadi.

La composizione del mix energetico è rimasta sostanzialmente invariata: i combustibili fossili continuano a soddisfare circa l’80% della domanda, con quote stabili per oil (30%), carbone (28%) e gas naturale (23%), confermando l’andamento degli ultimi trent’anni.

Si osserva una crescita delle fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico, sebbene il loro contributo complessivo al mix energetico resti contenuto, inferiore al 3%.

Nel 2024 la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi di persone (+~70 milioni rispetto al 2023), proseguendo il trend di crescita osservato negli ultimi 15 anni pari a circa 1% a/a. L’incremento si è concentrato in Africa (+2,4%) e in Medio Oriente (+2,1%), mentre l’Europa è rimasta pressoché stabile (+0,04%).  

A livello di singoli Paesi, l’India, con oltre 1,4 miliardi di abitanti, si conferma il paese più popoloso al mondo, consolidando il sorpasso sulla Cina, che ha registrato un calo di 3,3 milioni di persone. Tra i dieci Paesi più popolosi, le dinamiche più sostenute si osservano nelle economie africane (Nigeria +2,1%, Rep Dem Congo +3,3%), seguite da Pakistan, Bangladesh e Stati Uniti. In controtendenza la Russia che continua a registrare una contrazione demografica in atto dal 2019.

Sul fronte economico, la crescita globale si è mantenuta moderata e disomogenea, con forti differenze tra aree geografiche. Gli Stati Uniti si sono confermati come principale motore della congiuntura globale, grazie alla solidità dei consumi privati, al sostegno della spesa pubblica e a un mercato del lavoro ancora dinamico. Nell’area dell’euro l’attività economica è risultata più contenuta, con un PIL in aumento del 1,2%. La crescita è stata trainata dai consumi, sia privati sia pubblici, e da un contributo positivo del commercio estero, mentre gli investimenti hanno mostrato un calo, penalizzati da un ampio margine di capacità produttiva inutilizzata e da condizioni finanziarie ancora restrittive. 

Tra le economie emergenti, la Cina ha continuato a crescere (+5%), ma a ritmi inferiori rispetto al passato. Le esportazioni e i settori ad alta tecnologia hanno fornito un sostegno, ma il rallentamento della domanda interna, la crisi del comparto immobiliare e il calo demografico hanno limitato la dinamica complessiva. L’India ha invece confermato un’espansione sostenuta (+6,7), trainata dagli investimenti infrastrutturali, dalla vivacità della domanda interna e dallo sviluppo dei servizi e del settore tecnologico.

In America Latina, la dinamica è apparsa più eterogenea, con Brasile (+3%) e Messico in moderata crescita (+1,2) e l’Argentina ancora in forte difficoltà (-1,3%) a causa di squilibri macroeconomici e alta inflazione.

Il 2024 si è confermato un anno caratterizzato da incertezze e volatilità, in gran parte a causa del persistere della guerra Russia-Ucraina e del conflitto tra Israele e Hamas, che ha avuto un impatto significativo nel determinare le dinamiche di mercato. 

Nel 2024, il prezzo del Brent ha registrato una media di 80,8 $/b, con una leggera diminuzione di circa il 2% rispetto al 2023. L’andamento nel corso dell’anno è stato di progressiva riduzione influenzata principalmente dalle aspettative degli operatori riguardo a un aumento dell’offerta, legato sia al rimbalzo della produzione OPEC+ sia ai timori di rallentamento economico globale. Tali fattori hanno alimentato un sentiment di mercato più cauto, contribuendo alla graduale discesa dei prezzi nonostante le persistenti tensioni geopolitiche. 

Lato domanda, il 2024 ha registrato una crescita globale di 0,8 milioni di barili al giorno (Mb/g), raggiungendo quota 102,8 Mb/g. Questa crescita è stata principalmente alimentata dal forte aumento del consumo di jet-kerosene, grazie alla continua ripresa del settore aereo, e dalla robusta domanda di materie prime per l'industria petrolchimica (come nafta, LPG ed etano), in particolare in Cina. La crescita globale è guidata dalle economie non-OCSE; a differenza del 2023, in cui la Cina da sola pesava il 65% della crescita complessiva, nel 2024 gli incrementi non OCSE sono più diversificati dal punto di vista geografico, con Cina, India, America Latina e Medio Oriente che rappresentano insieme oltre il 60% dell'aumento.  

Per quanto riguarda la produzione, nel 2024 è aumentata di 0,5 Mb/g rispetto all’anno precedente, raggiungendo 97,3 Mb/g (escludendo biofuel e processing gains). Questo incremento è stato principalmente concentrato nel non-OPEC (+0,6 Mb/g) e gli Stati Uniti hanno trainato la crescita con un incremento di 0,7 Mb/g rispetto al 2023. L'OPEC ha visto una leggera diminuzione della produzione di 0,1 Mb/g, con l'Arabia Saudita che ha ridotto la sua produzione di circa 0,5 Mb/g solo parzialmente compensata dall'aumento della produzione dell'Iran (+0,4 Mb/g). In termini di qualità di greggio, il mix di produzione (Light, Medium e Heavy) è rimasto in gran parte stabile, con un leggero calo della quota Medium & Sour a seguito dell’attuazione dei tagli OPEC+, in particolare nei Paesi mediorientali e in Russia. I greggi Light & Sweet sono rimasti sostanzialmente stabili, poiché l’aumento della produzione di tight oil negli Stati Uniti è stato compensato dai cali nella stessa categoria in Africa, Asia Pacifico ed Europa.

Infine, la capacità di raffinazione primaria cresce nel 2024 attestandosi a 104,6 Mb/g con un incremento netto di 1,1 Mb/g rispetto al 2023. Africa e Medio Oriente contribuiscono rispettivamente con il 52% e il 29% dell’aumento complessivo. In particolare, tra i progetti più importanti lo start up di Dangote in Nigeria (650 kb/g) e Duqm in Oman (230 kb/g). In Europa si segnala una riduzione di 0,1 Mb/g.

Nel mercato dei biocarburanti, la produzione globale nel 2024 è aumentata del 7% rispetto al 2023 con il biodiesel che conferma l’incremento più marcato. Gli Stati Uniti si confermano il principale produttore mondiale di biocarburanti, con una produzione di circa 1,4 Mb/g. Al secondo posto si colloca il Brasile, trainato soprattutto dall’etanolo che risente positivamente dell’approvazione, nell’ottobre 2024, della legge “Fuels of the Future” con target definitivi per tipologia di biocarburanti. In Asia spicca l’Indonesia, che nel 2024 ha fissato un target di blending del 35% di biodiesel (B35). In Europa, invece, il mercato è stato segnato da un eccesso di offerta, dovuto principalmente all’aumento dei flussi dalla Cina per assenza di target sul mercato domestico.

Nel 2024, il contesto dei mercati globali del gas si è confermato caratterizzato da un equilibrio instabile. Il calo registrato nei primi 5 mesi dell’anno, anche a fronte di una climatica mite e stoccaggi record a fine stagione invernale, è stato parzialmente compensato, nella seconda parte del 2024, da una domanda sostenuta soprattutto in Asia e da incertezze lato offerta (ad esempio, tensioni geopolitiche sul fronte ucraino e Medio-Orientale, minore import dalla Norvegia).

Complessivamente, tuttavia, nel corso del 2024, i prezzi nei principali hub internazionali hanno registrato una flessione media di circa il 14% rispetto al 2023: 

 

  • in Europa il TTF ha registrato una media di 10,9 $/Mbtu (contro i 12,8 $/Mbtu del 2023), muovendosi in un intervallo di 7,3-15 $/Mbtu
  • in Asia il prezzo spot LNG è stato in media pari a 12,1 $/Mbtu contro i 13,7 $/Mbtu del 2023
  • nel mercato statunitense i prezzi dell’Henry Hub hanno riportato una media di 2,2 $/Mbtu (media 2023 pari a 2,5 $/Mbtu). 

La domanda globale di gas è aumentata di circa 120 Bcm rispetto al 2023 (+3,0%) attestandosi a circa 4.120 Bcm con andamenti di crescita diversi nelle aree geografiche. A trainare questo incremento è stata soprattutto la Cina (~+29 Bcm), seguita dalla Russia (~+23 Bcm) e dagli USA (~+14 Bcm), mentre in Europa la domanda è rimasta pressoché stabile con l’incremento del fabbisogno nel settore industriale compensato da minore utilizzo per la generazione elettrica. 

La produzione mondiale ha mostrato un lieve incremento rispetto al 2023 (+1%), con la crescita più significativa nei paesi non appartenenti all’OCSE in particolare nell’area asiatica, nel Middle East e in Russia.

Per quanto riguarda il GNL nel 2024 si è registrato un aumento sia delle capacità di liquefazione che di rigassificazione a livello globale. Le capacità di liquefazione nominale hanno raggiunto circa i 660 Bcm (+1,4%), mentre quelle di rigassificazione sono salite a circa 1.500 Bcm (+4%). L’espansione più rilevante nella liquefazione si è verificata in Indonesia e gli aumenti più significativi nella rigassificazione si sono registrati in Asia (+40 Bcm), soprattutto in Cina, e in Europa (+18 Bcm), con incrementi in Germania, Francia e Spagna.

Le importazioni di gas nel 2024 sono aumentate di circa +3% rispetto al 2023, in particolare grazie ai flussi (via pipe 40%, via GNL 60%) verso la Cina, che crescono di circa +10%. Nel mercato europeo si registra una diminuzione dell’import di circa -6% dopo il record di import GNL nel 2023. In termini di export di gas, gli Stati Uniti si confermano il maggiore esportatore globale con un volume di circa 210 Bcm mantenendo la leadership grazie al GNL.

Nel 2024 la domanda mondiale di carbone ha raggiunto circa 8.440 Mton, segnando una crescita dell’1,4% rispetto al 2023. L’aumento nell’utilizzo di questa fonte è stato determinato principalmente dai maggiori consumi rilevati in Asia, in particolare in Cina (circa +2%) e India (circa +3%), solo parzialmente compensati dalle riduzioni osservate in Europa (circa -11%) e Nord America (circa -5%). La Cina si conferma il principale consumatore mondiale di carbone, rappresentando oltre il 55% della domanda globale, e mostra una tendenza in crescita con un CAGR del 2,4% nel periodo 2010-2024.

In termini di produzione, la Cina mantiene la posizione di leader mondiale, contribuendo per oltre il 50% alla produzione globale, con un CAGR del 2,3% nel periodo 2010-2024.

Nel 2024, le emissioni globali di CO₂ energy - related sono aumentate dello 0,8%, raggiungendo un nuovo record di quasi 38 Gton. 

La crescita è stata trainata dai paesi emergenti e in via di sviluppo, mentre le economie avanzate hanno segnato un ulteriore calo. 

La Cina si conferma il primo emettitore mondiale, responsabile di circa 1/3 delle emissioni globali. Nonostante il rallentamento dell’economia e la crisi immobiliare, nel 2024 le sue emissioni sono salite dello 0,4%, sostenute dalla ripresa della produzione industriale e dal maggiore utilizzo del carbone.

L’India ha registrato la crescita più rapida tra le grandi economie (+5,3%) consolidando il suo ruolo di terzo emettitore al mondo, dopo Cina e Stati Uniti. Dal 2010 le sue emissioni sono cresciute a un ritmo medio annuo superiore al 4%, segnalando una traiettoria strutturalmente in crescita.

Negli Stati Uniti (storicamente il primo emettitore fino al 2005), le emissioni sono diminuite di un ulteriore 0,5% nel 2024, grazie soprattutto alla chiusura delle centrali a carbone, sostituite da gas naturale e rinnovabili. Complessivamente, rispetto al 2010, il calo è di circa il 16%.

Il confronto tra aree OCSE e non OCSE evidenzia una frattura sempre più netta. Dal 2010 al 2024, le economie avanzate hanno ridotto le proprie emissioni di quasi il 17%, spinte da efficienza energetica, coal-to-gas switching e crescita delle rinnovabili. Nei paesi non OCSE, invece, le emissioni sono aumentate di circa il 38%, trainate principalmente da processi di industrializzazione.

Nel 2024, le installazioni di fonti rinnovabili intermittenti (solare fotovoltaico ed eolico) hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti con un incremento di 560 GW vs 2023, nuovo record globale, che porta la capacità installata a sfiorare i 3.000 GW a livello mondiale. La quota di solare ed eolico nel mix di generazione elettrica è passata dal 3% di una decina di anni fa all’attuale 15% a fronte di circa il 60% generato da fonti fossili. 

Il fotovoltaico si conferma anche nel 2024 il motore principale della crescita delle rinnovabili. La capacità addizionale ha raggiunto circa 450 GW (+32% vs 2023). La Cina continua a trainare le installazioni (+278 GW, pari al +46% vs 2023) con un tasso di crescita del 62% (CAGR 2024-2010) seguita dagli Stati Uniti (+38 GW, +28% vs 2023). La capacità mondiale cumulata a fine 2024 risulta di poco superiore a 1.850 GW con Cina e Stati Uniti che rappresentano rispettivamente il 48% e il 9% del totale.

Più contenuta, ma comunque rilevante, la crescita del settore eolico la cui capacità è aumentata nel 2024 di 114 GW rispetto al 2023 (+11%) attestandosi a 1.133 GW a fine anno. Il settore onshore ha coperto circa il 90% del totale. Cina e Stati Uniti si confermano i principali player anche nell’eolico con quote rispettive del 46% e del 13%. In particolare, la Cina ha contribuito a circa il 70% della nuova capacità installata nel corso dell’anno.

Idroelettrico e nucleare sono tecnologie consolidate per la produzione di energia elettrica, sviluppate principalmente diversi decenni fa. Negli ultimi anni, queste tecnologie hanno mantenuto una capacità di generazione stabile, a differenza dell'eolico e del solare che hanno registrato una crescita significativa. Nel 2024, idroelettrico e nucleare hanno consolidato le proprie quote nel mix di generazione elettrica rispettivamente nell’intorno del 15% e del 10%.

Nel 2023 la generazione idroelettrica a livello mondiale è stata pari a circa 4.200 TWh, in riduzione del -2% rispetto al 2022, con una crescita significativa in Europa (+14%) che ha compensato solo in parte il calo in Asia-Pacifico (-6%) e nelle Americhe (-4%). 
Trend opposto per la generazione nucleare, che a livello mondiale ha raggiunto 2.740 TWh, in aumento del +2% rispetto all’anno precedente. La crescita è stata trainata dall’Asia-Pacifico (+6%), in particolare dal Giappone (+50%) dove sono ripartiti alcuni impianti fermi dal disastro Fukushima, ma anche dal Medio Oriente (+47,2%), grazie all’entrata in produzione di una nuova centrale negli Emirati Arabi Uniti.

Nel 2024, il primo paese al mondo per generazione idroelettrica è stata la Cina con una produzione di circa 1.360 TWh (+10% rispetto al 2023), seguono Brasile (422 TWh, -1% vs 2023) e Canada (343 TWh, -5% vs 2023). 

Nel 2024, il primo paese al mondo per generazione nucleare sono stati gli Stati Uniti con circa 810 TWh (+1%), seguiti da Cina (451 TWh, +4%) e Francia (380 TWh, +12%).

I minerali critici rivestono un ruolo fondamentale nello sviluppo di tecnologie chiave per la transizione energetica. Elementi come cobalto, litio, nichel, manganese e grafite sono indispensabili per la produzione di batterie, mentre le terre rare sono cruciali per l’energia eolica e il silicio è alla base della tecnologia solare.

Tuttavia, l’estrazione di queste risorse è fortemente concentrata in un numero ristretto di paesi. Questa concentrazione rappresenta un rischio significativo per la sicurezza degli approvvigionamenti e sfavorisce la concorrenza. Negli ultimi anni, infatti, molte materie prime critiche hanno visto un’impennata dei prezzi, accompagnata da una crescita della domanda associata alla transizione energetica. 

Dal punto di vista delle riserve, le maggiori concentrazioni si registrano per il cobalto, con oltre il 50% localizzato nella Repubblica Democratica del Congo, e per le terre rare, di cui circa il 40% si trova in Cina. 

Anche la produzione mostra una forte concentrazione geografica. La grafite, ad esempio, è prodotta per il 78% in Cina, mentre il cobalto proviene per il 76% dalla Repubblica Democratica del Congo. Le terre rare sono estratte per il 69% in Cina, e oltre il 60% del nichel proviene dall’Indonesia. Nel 2024, la produzione complessiva di minerali critici è aumentata in media del 5,5% rispetto all’anno precedente, con il cobalto che ha registrato la crescita più marcata (+21%). Questo incremento è stato in parte bilanciato da una riduzione della produzione di manganese e nichel.

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