Eni rendiconta le proprie emissioni GHG coerentemente con i principali standard internazionali e best practice di settore. Il 2024 è stato il primo anno di applicazione della Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che con l’obiettivo di armonizzare la rendicontazione di sostenibilità tra le aziende europee, ha introdotto un perimetro di rendicontazione delle emissioni GHG basato sulla combinazione delle prospettive finanziaria e operativa. In linea con i requisiti ESRS (European Sustainability Reporting Standards), le emissioni Scope 1 e Scope 2 sono rendicontate includendo nel perimetro di consolidamento le società controllate (consolidate integralmente) e, in quota, sia le attività in joint operation) consolidate, e le attività afferenti ad iniziative minerarie gestite da operating company. Inoltre, per gli asset operati, le emissioni sono rendicontate al 100%. Le emissioni Scope 3 comprendono quelle associate alla catena del valore delle attività di Eni e sono rendicontate, in accordo con criteri di significatività, con la classificazione fornita dal GHG Protocol e secondo gli standard metodologici disponibili di settore. In aggiunta alle metriche sopra descritte, Eni rendiconta le emissioni per una serie di ulteriori indicatori “Entity Specific” (specifici per Eni) utilizzati per tracciare le performance operative e i progressi nel percorso verso la Neutralità Carbonica al 2050. Per maggiori dettagli sulle metodologie di rendicontazione adottate, l’analisi di materialità delle fonti emissive e altri aspetti gestionali connessi alla contabilizzazione dei gas serra, si rimanda alla sezione dedicata (si veda Metriche: metodologie di riferimento).
La metodologia Eni di filiera fa riferimento a una rendicontazione delle emissioni GHG proprietaria e distintiva. È stata sviluppata con la collaborazione di esperti indipendenti ed è oggetto di progressivo miglioramento per riflettere le più recenti evoluzioni in materia di standard di rendicontazione delle emissioni. Il nostro approccio si ispira all’analisi lifecycle (LCA), che considera l’intero ciclo di vita per valutare l’impronta carbonica di un prodotto o di un processo. Questa metodologia consente una vista integrata delle emissioni GHG Scope 1+2+3 legate all’intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti da Eni (in ottica Well-to-Wheel) al netto dei carbon offset. I volumi dei prodotti energetici e le emissioni generate lungo l’intera catena del valore sono quantificati in vista equity e sulla base di un perimetro esteso, che comprende sia le produzioni proprie sia i volumi acquistati da terzi. Eni ha adottato tale approccio per la definizione dei propri target di decarbonizzazione di medio-lungo termine, sia in termini di emissioni assolute (Net GHG Lifecycle emissions), che di intensità emissiva (Net carbon intensity).
A fronte del nuovo perimetro di rendicontazione previsto dalla CSRD, Eni mantiene la propria traiettoria di riduzione delle emissioni GHG su base “equity”, in continuità con gli impegni già dichiarati nel 2020. Il percorso che porterà Eni alla Neutralità carbonica nel 2050 si compone di una serie di obiettivi che prevedono prima l’azzeramento delle emissioni nette (Scope 1+2) del business Upstream al 2030 e di tutta Eni al 2035, per poi raggiungere l’azzeramento netto al 2050 di tutte Scope 1+2+3 associate al ciclo di vita dei prodotti energetici venduti, sia in termini assoluti che di intensità. Ecco le performance dei principali indicatori in vista equity al netto dei carbon offset (ottenuti da Natural Climate Solutions e dall’ applicazione di soluzioni tecnologiche).
L’indicatore fa riferimento alle emissioni GHG assolute Scope 1+2+3 associate a tutti i prodotti energetici venduti da Eni, includendo sia quelli derivanti da produzioni proprie, che quelli acquistati da terzi. Nel 2024, l’indicatore è in lieve riduzione (-0,8%) rispetto al 2023, guidato principalmente dal settore raffinazione. Rispetto al valore di baseline, le emissioni si sono ridotte di circa il 22%.
L’indicatore è calcolato come il rapporto tra le Net GHG Lifecycle Emissions e il contenuto di energia dei prodotti energetici venduti da Eni. Nel 2024, l’indicatore è in lieve riduzione (ca. 0,5%) grazie al minor impatto emissivo del mix di portafoglio. Rispetto al valore di baseline, l’indice si è ridotto di circa il 4%.
L’indicatore considera le emissioni GHG Scope 1+2 degli asset Upstream operati da Eni o da terzi. Nel 2024, l’indicatore è in riduzione di circa il 25% rispetto al 2023, grazie alle azioni di ottimizzazione nella gestione operativa e ai progetti di generazione di crediti di carbonio. Inoltre, nel 2024 il target di raggiungimento del -50% rispetto al 2018 è stato superato con una riduzione di circa il 55%. Il percorso è in linea con il raggiungimento dell’obiettivo net zero Carbon Footprint Eni al 2030.
L’indicatore considera le emissioni GHG Scope 1+2 delle attività operate da Eni o da terzi. Nel 2024, l’indicatore è in riduzione di circa il 10% rispetto al 2023, grazie alle azioni di ottimizzazione nella gestione operativa e ai progetti di generazione di crediti di carbonio. Rispetto al 2018, l’indicatore è in riduzione di circa il 37% in linea con il raggiungimento dell’obiettivo net zero Carbon Footprint Eni al 2035.
Rispetto alla nuova modalità di presentazione dei dati con il perimetro richiesto dalla CSRD, le emissioni dirette di GHG Scope 1 derivanti dalle attività operate da Eni nel 2024 sono pari a 31,1 MtCO2eq., in riduzione di circa il 4% rispetto al 2023 principalmente nel settore Exploration and Production (calo legato alle cessioni di asset in Nigeria e in Congo ed alla realizzazione di progetti di valorizzazione del gas in Congo) e nel settore raffinazione in seguito a riassetto impiantistico e manutenzione.
Le emissioni indirette GHG Scope 2 sono in lieve aumento in vista location based1, mentre risultano in calo nella vista market based2 per effetto dell’incremento del ricorso alle garanzie di origine. Tali emissioni sono legate agli acquisti di energia da terzi e destinata al consumo degli asset operati e per Eni sono marginali in quanto la generazione elettrica avviene prevalentemente tramite proprie installazioni.
Il tema delle emissioni di metano ha assunto un’importanza centrale nel dibattito climatico internazionale, considerando il suo elevato potere climalterante e il ruolo riconosciuto in termini di opportunità di mitigazione del riscaldamento globale nel breve-medio termine.
Eni ha definito un obiettivo di riduzione dell’80% delle emissioni fuggitive di metano (rispetto al 2014 - anno di base) entro il 2025. Tale obiettivo è già stato raggiunto nel 2019 grazie all’implementazione di campagne LDAR (Leak Detection And Repair) svolte annualmente sugli asset gestiti da Eni.
Con un approccio che ha interessato prioritariamente il settore Upstream, Eni ha definito un obiettivo di mantenimento al 2025 dell’intensità emissiva di metano entro la soglia dello 0,2%, ritenuta dal settore indice di una gestione operativa con emissioni di metano prossime allo zero, ed ha aderito all’iniziativa Aiming For Zero lanciata da OGCI per l’eliminazione delle emissioni di metano dai propri asset entro il 2030.
Eni ha dedicato uno sforzo crescente all’identificazione e all’implementazione di iniziative per mitigare il gas flaring, ad oggi, esempi di questi progetti si trovano in Congo, Libia ed Egitto. In tale ambito Eni sta avanzando verso l’obiettivo di zero routine flaring atteso nel corso del 2025 per le attività operate. Per le attività cooperate, il raggiungimento del target è legato al completamento dei progetti in Libia attualmente atteso nel corso del 2026.
Gli interventi di efficienza energetica effettuati nell’anno consentono un risparmio effettivo di energia primaria rispetto ai consumi di baseline di oltre 308 ktep/anno derivanti principalmente da progetti in ambito upstream (oltre 82%), con un beneficio in termini di riduzione di emissioni pari a circa 778 mila tonnellate di CO2eq. Se si considerano anche le emissioni Scope 2, (derivanti da energia elettrica e termica acquistate) il risparmio netto di CO2 derivante da progetti di energy saving (misure di risparmio energetico) sale a circa 816 mila tonnellate di CO2eq. Nel 2024, i consumi totali di energia di Eni (pari a 92,7 milioni di MWh) registrano una riduzione del 3% rispetto al 2023 per la contrazione dei consumi di energia fossile, in particolare per il calo di consumo di gas naturale legato alla cessione di Nigerian Agip Oil Co Ltd. I consumi di energia rinnovabile (pari a 587.259 MWh) registrano un aumento del 62% rispetto al 2023, per i maggiori acquisti di energia elettrica coperta da garanzie di origine e l’incremento dei consumi di energia da biomasse.
Puntiamo a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, attraverso un piano scandito da obiettivi progressivi che coinvolge tutti i settori.
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Iniziative a tutela di territori ed ecosistemi e soluzioni tecnologiche per compensare le emissioni di gas serra.