L’intervento della Drumcliffe
Un nuovo aspetto della vicenda OPL 245 emerge nello Stato del Delaware, dove la legislazione societaria è la più permissiva degli Stati Uniti.
Definitive le assoluzioni per Eni e i suoi manager. Si chiude una vicenda giudiziaria “immotivata e sconcertante”.
L’OPL 245 (Oil Prospecting Licence - Concessione esplorativa di idrocarburi) riguarda un’area delimitata situata in acque profonde (oltre mille metri), circa 150 chilometri al largo del delta del fiume Niger.
Il Blocco 245 non configura un diritto di sfruttamento di un giacimento, ma una opportunità esplorativa, che ha richiesto significativi investimenti, nell’ordine di svariati centinaia di milioni, e che richiederà ulteriori investimenti pluriennali, nell’ordine di miliardi, prima che possa eventualmente essere avviata l’attività produttiva vera e propria nel giacimento petrolifero. A oggi non un solo barile è stato estratto.
L’acquisizione del Blocco OPL 245 da parte di Shell ed Eni è stata oggetto, fin dal 2011, di ricostruzioni non corrette e speculative. In particolare, sono almeno 7 le fake news formulate sia dalle ONG firmatarie degli esposti alla Magistratura e alle Autorità di vigilanza sia da alcuni organi di informazione.
Nell’esposizione che segue, dimostreremo come Eni abbia operato nel pieno rispetto delle leggi e delle procedure aziendali.
Da un punto di vista giudiziario, occorre fin da subito sottolineare come la correttezza dell’operato di Eni è stata confermata dal Tribunale di Milano che, il 17 marzo 2021, ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, la società Eni, l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi e il management coinvolto nel procedimento relativo alla vicenda OPL 245. A questo link è possibile consultare le motivazioni della sentenza.
Il 19 luglio 2022, davanti alla seconda sezione della Corte d’Appello di Milano, il sostituto Procuratore Generale Celestina Gravina ha rinunciato all’impugnazione nei confronti della sentenza del Tribunale, sancendo così la fine della vicenda giudiziaria penale riferita all’OPL 245.
La rinuncia da parte della Procura Generale determina che le assoluzioni già pronunciate nel marzo 2021 di Eni e dei suoi manager siano diventate definitive, passando in giudicato.
Da ultimo, in data 11 novembre 2022, la Corte d’Appello di Milano ha inoltre rigettato l’appello avanzato dalla Parte Civile Nigeria che mirava ad ottenere un risarcimento nell’ambito del procedimento OPL 245, confermando così la decisione di primo grado e condannando la Nigeria alla rifusione delle spese di giudizio.
Ma non solo: la Corte d’Appello di Milano ha altresì dichiarato “inammissibile” l’appello della Procura di Milano contro la sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” formulata nei confronti di Eni e del suo management nel marzo 2021 dal Tribunale di Milano.
Dopo oltre 8 anni tra indagini e procedimenti giudiziari, cause di altissimi costi e di gravi e ingiuste conseguenze reputazionali per la società e il suo management, la Giustizia ha completato il suo corso confermando in via definitiva la piena assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
Il procedimento relativo alla vicenda OPL 245 si è concluso.
Un nuovo aspetto della vicenda OPL 245 emerge nello Stato del Delaware, dove la legislazione societaria è la più permissiva degli Stati Uniti.
L’azienda ha chiesto all’ICSID di valutare il comportamento della Nigeria in merito al contratto firmato nel 2011 che concedeva a Eni e Shell il diritto di esplorazione OPL 245.
La storia dell’acquisizione del Blocco, il ruolo delle tre ONG e il fact-checking sui fatti principali: di seguito tutta la verità sulla vicenda OPL 245.
Come evidenziato da OpenEconomics lo sfruttamento del Blocco genererebbe importanti benefìci economici e sociali per il popolo nigeriano. È FALSO che ne risulterebbe impoverito.
l prezzo risulta ragionevole e adeguato alle caratteristiche dell’OPL 245, ai termini contrattuali e all'evoluzione storica del mercato petrolifero. È FALSO che il costo sia stato sovrastimato.
Eni ha stipulato un regolare contratto con il Governo nigeriano, al quale ha corrisposto unicamente il prezzo. È FALSO che Eni abbia compiuto pagamenti illeciti nei confronti di Malabu
Eni non era tenuta a conoscere, né conosceva, utilizzo e destinatari dei fondi ricevuti da Malabu dal Governo nigeriano. È FALSO che Eni sapesse di azioni illegali di Malabu a valle dell’operazione.
Il mediatore ha agito su incarico di Malabu e non di Eni. È FALSO che Eni si sia avvalsa di un mediatore occulto.
Le accuse sono state smentite dai testimoni e dai periti in aula, oltre che dalla stessa Guardia di Finanza già nel 2016. È FALSO che i vertici Eni abbiano percepito tangenti.
Nell’operazione, Eni ha rispettato le procedure interne, le best practice internazionali e messo in atto ogni verifica contabile e industriale. È FALSO che Eni abbia violato le procedure di controllo.
Rendiamo disponibili la cronologia e la documentazione di questa vicenda.
Una guida per spiegare in modo semplice e immediato le parole, i concetti e gli acronimi più ricorrenti nel caso OPL 245.