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L’Africa delle rinnovabili

Aumentano gli investimenti di Eni nell’energia rinnovabile in Africa, per agevolare la transizione energetica del continente.

di Eni Staff
19 gennaio 2023
9 min di lettura
di Eni Staff
19 gennaio 2023
9 min di lettura

L’Africa sta crescendo, e così la sua domanda di energia. Secondo l’ONU, da qui al 2050 più della metà della crescita della popolazione mondiale potrebbe riguardare l’Africa. Questo elemento, insieme alla rapida industrializzazione del continente, rappresenta un’opportunità senza precedenti per l’espansione di soluzioni di energia rinnovabile "climate friendly".

I fattori che favoriscono la crescita delle energie rinnovabili in Africa

Le fonti rinnovabili hanno un notevole potenziale di crescita in Africa tenuto conto delle elevate risorse fotovoltaiche ed eoliche di cui il continente dispone. L’espansione delle energie rinnovabili dipende tuttavia da una varietà di fattori. Reti di trasmissione ben sviluppate e affidabili giocano un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo di questo settore sia a livello di singolo Paese che a livello regionale: dorsali transnazionali contribuiscono infatti a interconnettere i vari paesi, ottimizzando la costruzione di asset di generazione e aumentando la stabilità delle reti necessaria a far fronte all’intermittenza e alla variabilità delle fonti rinnovabili. Oltre alle adeguate infrastrutture di rete, un elemento chiave è il consolidamento di un quadro normativo di settore solido e stabile, che adotta standard internazionali. Questi elementi concorrono a creare un quadro abilitante per gli investimenti. Su tutti questi aspetti, la promozione e professionalizzazione di associazioni industriali locali e regionali contribuisce a favorire un dialogo costruttivo e informato tra imprese e con i decisori, finalizzato ad aumentare la consapevolezza circa le opportunità create dalle fonti rinnovabili e la qualità delle politiche di settore. Il dialogo, la costruzione di partnership pubblico-private e l’ingaggio nelle piattaforme internazionali sono elementi trainanti affinché le istituzioni internazionali (la Banca mondiale, la Banca africana di sviluppo, l’Unione Europea e la Banca europea per gli investimenti) investano nel sostegno allo sviluppo di progetti di energia rinnovabile attraverso strumenti dedicati, come assistenza tecnica, “capacity building” e programmi di sostegno finanziario agli specifici progetti finalizzati, in particolare, alla riduzione del profili di rischio degli stessi. Le istituzioni internazionali hanno anche un ruolo chiave nel promuovere le sinergie con l’economia locale e il coinvolgimento delle comunità, per aumentare l’impatto socio-economico dei progetti.

Accesso all’energia in modo sostenibile

Il numero incrementale di persone che ogni anno hanno avuto accesso all'elettricità in Africa è raddoppiato da 9 milioni all'anno, tra il 2000 e il 2013, a 20 milioni all'anno tra il 2014 e il 2019, superando la crescita demografica. Ciò è in parte dovuto a numerose iniziative di sviluppo tecnico e finanziario, promosse e sponsorizzate da organizzazioni come l'Unione Europea e le agenzie delle Nazioni Unite, ma anche al ruolo del settore privato e di società che – come Eni – investono nel continente con l’obiettivo di dare accesso all’energia e sviluppare le fonti energetiche per il mercato domestico. Questi numeri mostrano progressi, ma è essenziale ricordare che resta meno di un decennio per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che prevedono, in particolare, l’accesso universale a energia sicura, moderna, sostenibile e a un costo abbordabile entro il 2030. Peraltro, complice l’emergenza Covid, tra il 2019 e il 2021 il numero di persone senza accesso all’energia elettrica nel continente è tornato ad aumentare: ad oggi in Africa vive il 77% del totale mondiale delle persone senza accesso all’energia elettrica (in aumento dal 74% del 2019). Le fonti rinnovabili sono uno strumento essenziale per migliorare l'accesso all'energia e contribuire a risolvere la crisi climatica. Creando consapevolezza e competenze, sostenendo lo sviluppo di un quadro normativo di settore adeguato, rafforzando le infrastrutture di trasmissione e distribuzione elettrica, investendo in sistemi di storage, il settore pubblico e privato potrà contribuire a promuovere la crescita delle energie rinnovabili in Africa.

Perché Eni investe in progetti di energie rinnovabili in Africa

Presente dal 1954, l’Africa è il continente in cui Eni ha mosso i primi passi fuori dall’Italia; con i governi e la popolazione africana esiste pertanto una fattiva collaborazione da molto tempo. Quando si è fatta pressante l’esigenza di aggiornare i processi di generazione elettrica in ottica di riduzione dell’impatto carbonico e si è compreso l’enorme contributo che l’energia rinnovabile è in grado di fornire, conoscendo le problematiche relative all’approvvigionamento energetico in Africa, lanciare nuovi progetti di energia rinnovabile in questo continente è stato una tappa naturale

Eni ritiene che un giusto mix energetico permetterà alle nazioni africane di svilupparsi in modo rapido e sostenibile. Secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), l’Africa potrebbe soddisfare quasi un quarto del proprio fabbisogno energetico grazie all’utilizzo di energia autoctona, pulita e rinnovabile.

In un continente che sta già subendo gli effetti del cambiamento climatico, lo sviluppo di risorse energetiche rinnovabili assume un’importanza ancora maggiore. Per Eni l’obiettivo primario è raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2050. Nella mission aziendale sono stati inseriti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), incluso il goal n. 7, inteso ad “assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni,” e il n. 13, per “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”.

Eni incoraggia il dialogo e la diffusione di “best-practice” anche nel contesto di associazioni industriali di riferimento quali SolarPower Europe. Ad esempio, ha promosso la creazione di un tavolo di lavoro, il SolarPower Europe Emerging Markets Workstream (recentemente ridenominato in Global Markets Workstream), che promuove attività di studio e contatti B2B e B2G per l’identificazione di opportunità di sviluppo del solare nei mercati extraeuropei con particolare attenzione ai mercati emergenti come quelli africani.

Il SolarPower Europe Global Market Workstream in supporto dello sviluppo delle rinnovabili

Il focus di SolarPower Europe è stato storicamente in Europa. Tuttavia, Eni, membro attivo del consiglio direttivo di SolarPower Europe, ha contribuito ad estenderne l’ambito geografico promuovendo la creazione nel 2018 di un gruppo di lavoro specifico, che ad oggi vede la partecipazione di 65 aziende e nel quale Eni ricopre il ruolo di “Chair”, focalizzato sui mercati emergenti (c.d. Emerging Markets Workstream) con il duplice intento di sostenere lo sviluppo dell’energia rinnovabile in questi Paesi creando al contempo opportunità commerciali per le aziende europee e locali. Il gruppo di lavoro ha promosso la collaborazione e si è interfacciato con partner locali, associazioni di settore, regolatori e policymaker, realizzando un ampio portfolio di report di mercato (12 al dicembre 2022) che analizzano lo stato dell’industria solare e identificano i passaggi necessari per promuoverne la crescita in paesi del Middle East e Nord Africa, Africa Subsahariana, Asia e Sud America.  

Il Global Markets Workstream sostiene anche la creazione e lo sviluppo di associazioni e workshop locali mirati a stabilire le connessioni necessarie tra gli attori chiave, inclusi il settore imprenditoriale e i decisori politici, che sono fondamentali per la crescita del settore solare, nonché le principali istituzioni internazionali che possono offrire strumenti di mitigazione dei rischi associati a progetti rinnovabili in paese emergenti.

Le società di servizi pubblici sono spesso gli unici acquirenti dell’energia prodotta dagli impianti di energia rinnovabile e, frequentemente, devono affrontare le proprie sfide finanziarie, considerato il loro obbligo di distribuire elettricità a prezzi agevolati. In questo scenario, gli strumenti di finanza strutturata che riducono il rischio dell’offtaker (il rischio che il compratore non ritiri o non paghi l’elettricità) rappresentano un elemento di grande rilevanza per le prospettive d’investimento in impianti di generazione rinnovabile. I passi fatti in questo senso dalle Development Finance Insitutions (DFIs) e dall’Unione Europea con le garanzie EFSD (European Fund for Sustainable Development)  e gli altri elementi integrati nell’azione esterna dell’UE di supporto agli investimenti (denominata Global Gateway) sono positivi, ancorché molto resta da fare in questo senso per ridurre il profilo di rischio reale o percepito dei progetti nei mercati emergenti. Certamente, questo nuovo paradigma, inaugurato per quanto riguarda l’Unione europea nel 2018, ha contribuito a sostanziare l’idea programmatica di cambiare i rapporti tra i paesi africani e l’Unione Europea, passando da un modello di aiuto ad uno di partenariato, basato su obiettivi e interessi comuni o complementari.

Energia solare: i progetti di Eni in Africa

L'Africa ha un'enorme capacità di generare energia solare. Per sfruttare questa fonte di energia rinnovabile ed economica, Eni ha recentemente inaugurato: i) l’avvio della produzione di un impianto solare in Tunisia e ii) un laboratorio per testare tecnologie solari (Solar Lab) e l’avvio della costruzione di un impianto solare in Algeria. Eni sta anche finalizzando la costruzione di un impianto solare in Angola.

Tunisia

Il sud della Tunisia è il luogo ideale per la generazione di energia solare e ha un potenziale di radiazione solare medio di 1800-2600 m2/anno. Il Paese ha l’obiettivo di produrre il 30% della sua elettricità da fonti energetiche rinnovabili entro il 2030 e l’energia solare gioca un ruolo importante all’interno di questo piano. Presente in Tunisia dal 1961, Eni è ben posizionata per supportare il Paese a raggiungere i suoi obiettivi. Attualmente, abbiamo avviato in Tunisia due progetti solari fotovoltaici.

Piani di sviluppo per il futuro

Grazie alle sue grandi aree desertiche, a un’elevata radiazione solare e al progetto di interconnessione energetica pianificato tra Europa (Sicilia) e Tunisia, ELMED, la Tunisia ha un enorme potenziale. Potrebbe inoltre diventare un paese produttore di idrogeno verde, che potrebbe essere trasportato in Europa attraverso i gasdotti esistenti.

Il progetto fotovoltaico Adam

Nel dicembre del 2019, abbiamo inaugurato l’impianto fotovoltaico Adam, situato nel Governatorato di Tataouine, nel sud del Paese. L’energia prodotta in questo impianto da 5 MWp sarà utilizzata nell’adiacente sito di giacimento di petrolio Adam, riducendo il consumo di gas e risparmiando l’equivalente di 6.500 tonnellate di emissioni di CO2eq all’anno. 

Questo impianto innovativo unisce il sistema di generazione di energia con turbina a gas già esistente a un sistema fotovoltaico e un accumulatore di batterie per coprire le fluttuazioni di potenza del sistema fotovoltaico, ridurre il carico delle turbine a gas ed evitare variazioni improvvise di carico. La percentuale di condivisione del carico attuale corrisponde al 60% del solare fotovoltaico e al 40% della turbina a gas. I sistemi di dati e controllo (SCADA) garantiscono il monitoraggio a distanza in tempo reale della centrale elettrica.

Il progetto fotovoltaico Tataouine

Situata nei pressi del capoluogo dell’omonimo governatorato, la centrale fotovoltaica di Tataouine ha cominciato la produzione nel novembre 2022 fornendo energia alla rete elettrica locale. L’impianto ha una capacità massima installata di 10 MWp e fornirà alla rete elettrica nazionale più di 20 GWh di energia all’anno grazie a un accordo di vendita con la società nazionale, Société tunisienne de l'électricité et du gaz (STEG). Nei 20 anni di esercizio previsti, comporterà un risparmio complessivo di CO2eq di circa 211.000 tonnellate.

L'impianto fotovoltaico di Tataouine è realizzato grazie a un progetto di partenariato pubblico-privato. SEREE (Société Energie Renouvelables Eni ETAP) è una joint venture tra Eni e la Enterprise Tunisienne d'Activites Petrolieres (ETAP), la compagnia statale di petrolio e gas, nata per sviluppare congiuntamente progetti di energia rinnovabile.

È il primo progetto di energia rinnovabile in Tunisia sviluppato da un produttore di energia indipendente, a seguito del bando pubblico indetto nel 2017. Questo progetto ha anche contribuito a creare una forza lavoro locale qualificata nel settore delle energie rinnovabili.

Algeria

Per promuovere lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile in Algeria, a dimostrazione dell'impegno del Paese verso la transizione energetica, il 17 novembre 2022 Eni ha iniziato ufficialmente i lavori per la costruzione di un nuovo impianto fotovoltaico da 10 MW Bir Rebaa North (BRN), situato nel bacino del Berkine e inaugurato il Solar Lab. Questo laboratorio, aperto alle università e ad altre istituzioni pubbliche con fini di ricerca, dispone di diverse tipologie di pannelli fotovoltaici che verranno testati nelle condizioni estreme di irraggiamento dell’Algeria meridionale, permettendo la raccolta e l'analisi dei dati. Il Solar Lab di BRN è un gemello di quello già realizzato al Centro Ricerche Eni di Novara. Permetterà confronti omogenei sul comportamento di dispositivi fotovoltaici tra le due località con irraggiamento e clima diversi. 

L'impianto fotovoltaico in costruzione sarà il secondo impianto collegato a BRN e contribuirà ulteriormente a decarbonizzare la produzione di idrocarburi del sito. Insieme all'impianto fotovoltaico da 10 MW esistente avviato nel 2018, raddoppierà l'energia rinnovabile disponibile per alimentare i processi upstream. Contiamo infine di avviare il cantiere di un terzo impianto fotovoltaico presso il complesso produttivo Menzel Ledjmet East Project (MLE) nel 2023.

Angola

Nel maggio 2022, Solenova, joint-venture tra Eni e Sonangol finalizzata allo sviluppo di progetti di energia rinnovabile, ha posato la prima pietra per la realizzazione del progetto fotovoltaico di Caraculo, nella provincia di Namibe.

Il progetto di Caraculo prevede l'installazione per fasi di un impianto fotovoltaico da 50 MW, con una prima fase da 25 MW, realizzata avvalendosi dei più recenti standard di settore (moduli solari bifacciali ad inseguimento). Le attività di costruzione di questa prima fase sono state assegnate a Saipem e l'energia elettrica sarà immessa nella rete del territorio meridionale del paese. Il progetto è situato in un’area desertica abitata ed è rispettoso dell'ambiente; contribuirà alla riduzione del consumo di diesel per la generazione di elettricità e sosterrà la transizione energetica e la diversificazione della matrice energetica in Angola, in particolare nella regione meridionale. In termini di benefici ambientali, l'impianto fotovoltaico di Caraculo sarà in grado di evitare 50 KtCO2eq di emissioni climalteranti all'anno.

Egitto

È in fase di completamento la prima fase di 6 MW dell’impianto solare di Abu Rudeis, con capacità complessiva di 15 MW, connesso alle facilities Eni di trattamento dell’omonimo campo e sono in fase di valutazione con il governo egiziano una serie di iniziative nei settori dell’energia solare ed eolica.