La fusione di due nuclei d’idrogeno libera un’enorme quantità di energia ed è la reazione fisica, totalmente naturale, che alimenta il Sole e le altre stelle. Il suo grande vantaggio è che non emette gas a effetto serra, né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive, rendendola una fonte energetica estremamente interessante. Inoltre, è virtualmente inesauribile perché utilizza come combustibile una miscela di elementi molto facili da ottenere, e cioè deuterio e trizio, due isotopi dell’idrogeno: il deuterio è ricavato dall’acqua di mare, mentre il trizio può essere prodotto da una reazione fisica con il litio.
Per arrivare a controllare la continuità della fusione in un impianto per la produzione di energia si sta studiando la tecnologia del confinamento magnetico che, come dice il nome, impiega campi magnetici potentissimi per gestire il plasma in cui avviene la fusione. La strada verso questa rivoluzionaria tecnologia è lunga, ma percorrerla significa puntare verso un futuro sostenibile. Ecco perché stiamo investendo sulla fusione a confinamento magnetico e perché collaboriamo con importanti enti di ricerca pubblici e privati per svilupparla, considerandola una svolta nel percorso di decarbonizzazione.
Quando riusciremo a far sì che questa tecnologia diventi così matura da poter essere utilizzata a livello industriale, si potrà aprire uno scenario inedito in cui, finalmente, potrà essere garantita una fornitura estesa di energia pulita, sicura e sostenibile. Centrali elettriche alimentate da reattori a fusione potranno soddisfare la crescente richiesta di energia di grandi insediamenti produttivi e urbani, mantenendo una elevata sostenibilità. Impianti di dimensioni più piccole, integrati con le fonti rinnovabili, potranno al tempo stesso facilitare l’alimentazione energetica di piccole comunità e realtà off-grid.