pianeta verde decarbonizzazione

La nuova economia del Vecchio Continente

I grandi cambiamenti del Green New Deal europeo che uniscono economia e ambiente.

di Sabato Angieri
26 marzo 2021
6 min di lettura
di Sabato Angieri
26 marzo 2021
6 min di lettura

La nuova presidenza della Commissione Europea ha basato la sua azione politica ed economica su una serie di riforme strutturali che mirano a salvaguardare l’ambiente e molti Paesi, tra cui l’Italia, hanno raccolto la sfida, ma cos’è esattamente il New Green Deal?

L’Europa progetta il suo futuro sostenibile

Nel 1933 il presidente americano Franklin Roosvelt annunciò alla nazione che stava per avviare il New deal (un nuovo corso, ndr), ovvero una serie di riforme strutturali per risanare e rilanciare l’economia statunitense dopo la grande crisi della borsa del 1929.

Richiamando questo precedente storico, il 16 luglio 2019 Ursula von der Leyen ha aperto il proprio mandato di Presidente della Commissione Europea dichiarando che era giunto il momento di inaugurare un nuovo corso per l’UE e aggiungendo l’aggettivo green per sottolineare che le nuove misure da adottare avrebbero dovuto tener conto in maniera imprescindibile della sostenibilità ambientale e del clima.

Tra i passaggi salienti di quello storico discorso troviamo tutti i cardini della futura azione della Commissione. Tra i principali, una legge europea sul clima, con disposizioni giuridicamente vincolanti, finalizzate alla riduzione delle emissioni di gas serra secondo i limiti stabiliti dai trattati internazionali (obiettivo da raggiungere entro il 2050); un piano di investimenti per un’Europa sostenibile e ai cittadini, un decisivo invito al cambiamento: “tutti noi dovremo fare la nostra parte adeguando il nostro modo di viaggiare e di vivere, abbiamo bisogno di una transizione equa per tutti”.

Ma cosa prevede l’accordo?

Le direttrici sulle quali la politica economica e ambientale del Vecchio Continente hanno iniziato a muoversi sono essenzialmente cinque: efficientare, decarbonizzare, circolarizzare, digitalizzare e riconvertire. Tra i numerosi settori coinvolti, si è scelto di focalizzare l’attenzione su due aree strategiche: digitalizzazione e sostenibilità.

Se da un lato si è introdotto il concetto di indipendenza digitale, trattando di cyber-security e Big Data (si pensi al nuovo centro di studi di Bologna) oltre a una serie di altre misure e investimenti riassumibili nel piano Digital Europe 2021-2027, dall’altro la Presidente ha palesato la volontà di fare dell’Europa il primo continente carbon-free, entro il 2050. Per far questo c’era bisogno di una figura politica che avesse i poteri per attuare le nuove misure. Si è quindi deciso di affiancare alla vecchia vicepresidenza un vicepresidente esecutivo con delega all’European Green Deal, che ad oggi è l’olandese Frans Timmermans.


Frans Timmermans durante una conferenza stampa sulla nuova strategia dell'UE contro i cambiamenti climatici, nella sede della UE a Bruxelles.

Contemporaneamente si è istituito il Sustainable Europe Investment Plan, un nuovo programma-quadro che ha accompagnato e completato il nascente fondo InvestEU, con l’obiettivo di sbloccare investimenti privati fino a un trilione di euro in dieci anni per tecnologie e progetti sostenibili. Tra le misure fondamentali c’è la modifica della BEI, la Banca Europea degli Investimenti, che dal gennaio del 2021 ha smesso di finanziare progetti che utilizzano energia prodotta da fonti fossili. Sebbene si tratti di misure in alcuni casi molto complesse e con diverse ramificazioni, proviamo a riassumere brevemente i cinque principi-guida che dovrebbero guidare la transizione.

Il primo è efficientare, vale a dire, rendere i processi industriali meno impattanti. Un percorso che era già stato avviato e nel quale l’UE è all’avanguardia: tuttavia, il margine d’azione è ancora notevole. A ciò si lega direttamente la necessità di decarbonizzazione: l’industria europea ha intrapreso un percorso di abbattimento delle emissioni di CO2, incentrato principalmente sull’elettrificazione dei consumi. Laddove ciò non sia percorribile, è necessario immaginare alternative no-carbon. In quest’ottica, l’utilizzo e la diffusione di gas meno inquinanti come l’idrogeno e i biogas sembra essere una delle opzioni più praticabili per la politica industriale europea. Di fondamentale importanza diventa circolarizzare, ovvero riutilizzare e trasformare quanto più possibile materiali di scarto, sia quello derivante dai processi industriali che da altre attività. La circolarità ha anche un valore energetico in quanto il risultato di questa attività sono i combustibili bio. Nella trasformazione industriale, la digitalizzazione e l’automazione avranno un ruolo centrale, il tutto in un’ottica di transazione equa e sostenibile anche a livello sociale.

Un programma impegnativo, ma chiaro e raggiungibile

L’obiettivo di realizzare una nuova politica energetica che assicuri la piena sostenibilità̀ ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale è anche sancito nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, strumento utilizzato anche dal nostro Paese, nel processo di transizione verso un’energia più pulita. In quest’ottica, anche il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) è stato trasformato in CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) al fine di coordinare le attività economiche del Governo e delle amministrazioni locali verso la sostenibilità.

Nel breve termine abbiamo assistito anche a misure più immediate, come l’attuazione del Programma sperimentale buono mobilità che ha finanziato l’acquisto di mezzi di locomozione sostenibile e il bonus per le ristrutturazioni degli edifici volto a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni civili contrastando gli sprechi. L’integrazione del Green New Deal in tutti i governi assume un’importanza primaria per evitare di vanificare i risultati ottenuti fino ad oggi.

L’autore: Sabato Angieri

Laureato in Letteratura Europea presso l’università La Sapienza di Roma è giornalista freelance e traduttore editoriale, ha collaborato a diversi progetti culturali e artistici come autore e scrittore. Attualmente collabora con Mediaduemila, Lonely Planet come autore e con Elliot edizioni.