Questo articolo è tratto da WE-World Energy n. 47 – Che mondo sarà?
Ad oggi restano poco chiare le conseguenze dirette della crisi da Covid-19 sui mercati mondiali del gas, a parte il fatto che sono probabilmente meno gravi di quelle che riguardano il petrolio o il carbone. Secondo le stime dell’Agenzia internazionale dell’energia, nel 2020 la domanda mondiale di gas potrebbe diminuire del 4 percento (laddove diminuirebbe del 9 percento per il petrolio e dell’8 percento per il carbone) per poi registrare un aumento annuo dell’1,5 percento fino al 2025. Prima della crisi, l’eccedenza dell’approvvigionamento mondiale di gas ha determinato la convergenza dei prezzi regionali e internazionali ai minimi storici. La crisi ha comportato una riduzione della domanda, costringendo i prezzi a scendere ancora e stimolando così forti incentivi per il passaggio a breve termine, ove possibile, da carbone e petrolio al gas. Tuttavia, nei settori energetici di molti paesi questo fenomeno sarà mitigato dal passaggio da gas a fonti rinnovabili. Il miglioramento della qualità dell’aria sarà un incentivo potente anche per il passaggio al gas nei settori non energetici (in particolare in quelli industriali), per i quali bisogna però tenere conto del fatto che l’uso delle energie rinnovabili può essere più complicato. Ma le recessioni nazionali e mondiali ampiamente previste potrebbero ritardare un forte rimbalzo della domanda di gas. Anche le conseguenze della transizione energetica sul gas saranno probabilmente meno gravi, vista la sua minore quantità di emissioni di anidride carbonica rispetto ad altri combustibili fossili. Ma il ricorso a combustibili meno inquinanti è un’opzione a più lungo termine solo in alcuni paesi (principalmente in Asia) e dipenderà da quanto le importazioni molto più consistenti di gas e LNG siano considerate accettabili relativamente alla sicurezza energetica e da quanto i prezzi del gas rimarranno accessibili nei paesi in rapida industrializzazione. Inoltre, fino a quando le emissioni di metano provenienti dai gasdotti e dalle catene del valore del LNG non saranno misurate con maggiore precisione e certificate in maniera indipendente, non sarà possibile conoscere con certezza l’impatto ambientale del gas naturale. Le prospettive del gas dipenderanno notevolmente dal modo in cui i singoli paesi e le regioni saranno influenzati sia dalla crisi sanitaria che dalla transizione energetica e da come essi sceglieranno di adattarvisi. Ciò dipenderà a sua volta da una combinazione di conseguenze economiche e politiche. Le conseguenze economiche saranno collegate principalmente al prezzo e alla disponibilità di gas e LNG importati, mentre quelle politiche alla priorità che i governi attribuiscono alle questioni ambientali: raggiungimento di obiettivi per ridurre a zero le emissioni nette di carbonio, che sono più rigidi di quelli fissati dalla COP21 (la Conferenza dell’ONU sul clima tenutasi nel 2015), nonché di obiettivi volti a migliorare la qualità dell’aria nell’ambiente urbano. Questo articolo prende in considerazione le conseguenze della crisi sulla domanda di gas e il commercio e gli investimenti internazionali, in particolare nei progetti LNG, nonché le conseguenze di una transizione a più lungo termine sui principali mercati del gas nazionali e regionali.