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La volontà di fare sempre un passo avanti: la storia di Vito

In Versalis da circa tre anni, è tedoforo dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026. Ecco il suo percorso.

Grafica promozionale con torce stilizzate e testo "Intervista a Vito Rinaldi", loghi Milano Cortina 2026, Eni e simboli olimpici.

Vito Rinaldi lavora in Versalis da circa tre anni e si occupa del coordinamento dei sistemi di gestione dello stabilimento di Brindisi. Lo sport e l’attività fisica in generale occupano un posto molto importante nella sua vita: nel tempo libero ama dedicarsi alla corsa nei boschi, al nuoto e alla mountain bike. Si cimenta anche nel fai-da-te, occupandosi del restauro di mobili in legno, di imbiancatura e di altre piccole attività manuali. 

Che valore ha per te essere tedoforo dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026? Cosa ti ha motivato e come ti stai preparando per viverli al meglio?

Credo molto nei valori del Movimento Olimpico: pace, fratellanza, speranza, spirito di squadra. E sono entusiasta di poterli rappresentare. È un compito dall’alto valore simbolico, un piccolo miracolo che mi riempie di orgoglio. Con questa partecipazione vorrei essere d’esempio per i miei figli, voglio dimostrare loro che è giusto impegnarsi nelle cose in cui si crede. Offrire il proprio piccolo contributo è sempre meglio di stare fermi e aspettare che qualcun altro faccia qualcosa, anche a rischio di sbagliare o di essere soggetti al giudizio altrui. 

I Giochi Olimpici rappresentano una metafora delle sfide della vita reale. Puoi raccontarci di una difficoltà che hai incontrato e superato? In che modo chi ti stava accanto ha fatto la differenza?

Il mio limite più lampante è la paralisi ostetrica causata probabilmente da un’errata manovra al momento della mia nascita, per una fatalità. Durante l’infanzia la mia prima sfida forse è stata riuscire ad abbottonarmi una camicia. Mia madre e mio padre, ma anche i miei amici, hanno sempre creduto in me e mi hanno affiancato e spronato. L’adolescenza è stata più complicata, ma nel tempo ho deciso di prendere in mano la gestione della mia vita misurando i miei veri limiti, tramite lo sport: il nuoto, l’Aikido, l’arrampicata su corda, il motocross. Bisogna sempre provare a mettersi in gioco, non prendersi troppo sul serio e soprattutto fare un passo in avanti nel momento di paura o di difficoltà. Ovviamente in modo costruttivo. 

Ogni atleta alla fine di una competizione guarda già alle prossime sfide. Tu verso dove rivolgi lo sguardo? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Cercare di essere appagato in ogni ambito, migliorare ogni aspetto della mia vita, sapendo di aver fatto un nuovo passo avanti.

Sfide che uniscono - Verso Milano Cortina 2026 ​

Lasciati ispirare dai racconti di atleti e tedofori che attraverso le loro sfide straordinarie aprono la strada alla Fiamma Olimpica.