Di fronte a eventi sempre più complessi e globali, come ad esempio povertà e disuguaglianze, emergenza sanitaria, instabilità politica, crisi climatica e migratoria, abbiamo scelto di estendere il raggio di azione delle iniziative di sviluppo, superando il confine delle aree operative attraverso alleanze con partner autorevoli impegnati sul territorio e riconosciuti a livello internazionale. In questo modo l’azione sinergica e la condivisione del know-how possono contribuire a migliorare le condizioni di vita delle persone nei Paesi di presenza in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i piani Paese e i Nationally Determined Contibutions (NDCs).
È una grande sfida che necessita del supporto di tutti: Governi, organismi internazionali, realtà del settore privato, fondi di investimento, Università, Centri di ricerca e Organizzazioni della società civile - incluso il settore delle faith based organizations – che conoscono il territorio, le fragilità e le esigenze primarie delle persone che abitano i luoghi che ci troviamo a vivere. Ecco il valore del soggetto ed ecco la necessita di individuare partner capaci di garantire alle azioni un respiro di lungo termine.
L’intuizione di Enrico Mattei e la “vocazione” di Eni nell’accompagnare la crescita di popoli e comunità, che si traduce nel nostro approccio dual flag, tornano più che mai attuali in questo momento storico e trovano terreno fertile nel ruolo che la comunità internazionale attribuisce con crescente consapevolezza al settore privato.
Spesso parliamo di visione a lungo termine, di economia circolare, della necessita di individuare un nuovo modello di sviluppo a misura dell’essere umano. Mai come oggi e possibile sperimentare come la solidarietà fra persone e popoli – e non il mero profitto – sia la chiave per garantire un futuro alle prossime generazioni.
In questa direzione si muovono le partnership che abbiamo sviluppato con Agenzie e Organizzazioni Internazionali come la Food and Agriculture Organization (FAO), l’United Nations evelopment Programme (UNDP), l’United Nations Industrial Development Organization (UNIDO) e la World Bank (WB). Ma anche le relazioni e le collaborazioni con istituzioni italiane ed europee, realtà finanziarie e banche di sviluppo, organizzazioni della società civile, faith based organizations, università e centri di ricerca.
“Gli Obiettivi sono stati adottati dalle Nazioni Unite nel settembre 2015, ma le basi per il successo sono state poste prima, nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite ad Addis Abeba (luglio 2015). È lì, infatti, che per la prima volta si è cominciato a guardare al settore privato come a un partner fondamentale per il loro raggiungimento. In questo senso, le organizzazioni della società civile, il settore pubblico e il settore privato devono potersi alleare (SDG17) per dare vita a questa “narrativa della dignità umana” – come ha detto l’ex Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon presentando gli SDGs – senza lasciare indietro nessuno". Card. Peter K. A. Turkson, Presidente del Dicastero Vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Eni for 2019 Neutralità carbonica nel lungo termine
Eni è stata fra gli interlocutori del mondo dell’energia e dei fondi di investimento intervenuti ai Vatican Dialogues on Energy Transition and care of our Common Home promossi in Vaticano nel giugno 2018 e 2019 dalla Notre Dame University e dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
“Le imprese private possono portare cambiamenti tecnologici, investire, condividere know-how, dimostrare pratiche sostenibili, migliorare competenze locali, sostenere la formazione professionale e facilitare l’accesso al mercato attraverso le loro catene di approvvigionamento. In virtù del suo mandato orientato al business, UNIDO ha una lunga tradizione di partenariati con imprese private, basata non sulla charity o sulla filantropia, ma su un allineamento degli obiettivi aziendali con quelli di sviluppo”. Li Yong, Direttore Generale di UNIDO, Eni for 2019
Il 17 luglio 2019, Eni e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) hanno firmato una dichiarazione congiunta per contribuire al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) con interventi volti al miglioramento dell’occupazione giovanile e della catena di valore della filiera agroalimentare, nel settore dell’energia rinnovabile e dell’efficienza energetica, con particolare attenzione al continente africano.
Dal 2018 cooperiamo con la Food and Agriculture Organization (FAO) per promuovere l’accesso all’acqua in Nigeria attraverso la realizzazione di pozzi alimentati da sistemi fotovoltaici, per uso domestico e per irrigazione, in coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs 1, 2, 6 e 13). Eni e FAO: accordo per l'accesso all'acqua
Nel 2018, Eni e United Nations Development Programme (UNDP) hanno firmato un Memorandum of Understanding orientato a favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e, in particolare, l’accesso universale all’energia, azioni volte a combattere i cambiamenti climatici e la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile dell’ecosistema terrestre (SDGs 7, 12 e 13).
Collaborazione per l’apertura del Musée du Cercle Africain (2018), primo Museo di Pointe-Noire in Congo, per promuovere e valorizzare la cultura e l’arte africana, con particolare attenzione alle nuove generazioni e partecipazione alla prima Biennale di Luanda, in Angola - Pan African Forum per la Pace (18-22 settembre 2019).
Dal 2020 lavoriamo insieme a Banca Mondiale per lo sviluppo di iniziative volte a promuovere l'uso di fornelli da cucina più efficienti alimentati a combustibili legnosi, per ridurre l'esposizione ai fumi tossici e ridurre lo sfruttamento delle foreste. Le azioni previste si fondano su un modello innovativo di cooperazione (pubblico multilaterale-privato) e contribuiscono alla strategia del governo del Ghana per garantire l'accesso universale a fonti di energia moderne, pulite e sicure entro il 2030.
L'accordo di Collaborazione avviato nel 2020 con la Fondazione E4Impact ha l'obiettivo di sviluppare un incubatore di impresa in Kenya (Nairobi). L'iniziativa vede coinvolte l'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (UCSC) nella promozione dell'imprenditorialità (specialmente femminile) e dell'occupazione giovanile, stimolando l'internazionalizzazione delle nuove imprese.
Nel 2019, Eni Mozambico e Istituto Superiore Don Bosco di Maputo hanno siglato un accordo di collaborazione per implementare un ampio piano di formazione professionale presso l’istituto industriale e commerciale di Pemba. La collaborazione quadriennale prevede formazione certificata di formatori ed erogazione di borse di studio per corsi professionalizzanti, lauree, master e dottorati in discipline tenico-vocazionali.
Eni, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha sviluppato differenti metodologie per misurare gli impatti generati sul territorio, valutando il valore economico apportato dalla propria presenza e analizzando i benefici sociali generati. Le metodologie sono definite in accordo con metriche già utilizzate da organismi internazionali e validate da istituti di ricerca e accademici. I principali strumenti sviluppati sono l’Eni Local Content Evaluation (ELCE) Model e l’Eni Impact Tool. ELCE fornisce la quantificazione del Contenuto Locale in termini economici e occupazionali prodotto dalle attività di business di Eni sul contesto locale. Ad oggi il modello è stato applicato a diversi progetti: OCTP in Ghana, East Hub,West Hub, Quiluma & Maboqueiro in Angola, Zohr in Egitto, Coral South in Mozambico, Area 1 in Messico, oltre che ai siti operativi italiani di Ravenna (upstream/ downstream), Sannazzaro de’ Burgondi (R&M) e Val d’Agri (upstream). L’Eni Impact Tool misura gli impatti sociali, economici e ambientali sulle comunità derivanti dai progetti di sviluppo locale. Lo strumento è stato applicato a progetti di accesso all’energia in Congo (Centrale Électrique du Congo) e in alcune comunità nel delta del Niger (SDGs 4, 7, 8, 9, 12 e 13).
Eni collabora con la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano su differenti attività progettuali e con molteplici applicazioni sul campo. In Congo lavoriamo per sviluppare progetti in ambito agro-zootecnico e supporto alle attività del Centre d'Appui Technique et Ressources Professionnelles (CATREP). In Mozambico abbiamo avviato una collaborazione per la definizione di un programma agro-zootecnico nell'area di Cabo Delgado. In Ghana operiamo a supporto dell‘attività per programmi sociali. In Italia, in Val D’Agri, forniamo supporto allo sviluppo del settore agroalimentare lucano (SDGs 1, 2, 7 e 8). La collaborazione ha riguardato anche lo sviluppo di metodologie per la valutazione d’impatto di progetti di sviluppo agricolo e la loro applicazione in contesti rurali nell’ambito dei nostri interventi sul territorio, come ad esempio la valutazione del progetto Green River Project in Nigeria sull’arco temporale 2013-2018.
“Bisogna lavorare a fianco dei Paesi meno sviluppati, conoscerli, parlare con le istituzioni, parlare con le comunità locali, capire da loro quali sono gli ostacoli allo sviluppo e aiutarli a rimuoverli, non nella logica della pura assistenza ma di una messa a fattor comune delle risorse e delle competenze”. C. Descalzi, Mediterraneo. La sfida è lo sviluppo, Avvenire, 5 gennaio 2020
Abbiamo a cuore la vita delle persone. Il modello di business di oggi, ripercorrendo i tratti originali dell’azienda, ha fatto proprio un modello di cooperazione che guarda al valore delle persone di Eni e – più in generale – dei Paesi che la ospitano. In questa direzione sono nate – come abbiamo visto – collaborazioni che hanno un orizzonte ampio e trasversale in termini territorio e di azione: dall’accesso all’energia all’educazione, dalla diversificazione economica alla sicurezza alimentare, dall’accesso all’acqua, alla salute e ai servizi igienico-sanitari, dalla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema ai diritti dei popoli e delle comunità. Sono partnership per migliorare la dignità della persona, ma anche per migliorare la comprensione e tutela dei Diritti Umani, la condivisione delle lesson learned e delle best practice nella direzione tracciata dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), dai Guiding Principles su Imprese e Diritti Umani (UNGP) e dai 10 principi del Global Compact.
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