Molto apprezzato dai piloti di auto da corsa, il metanolo è un combustibile estremamente versatile, che presenta una maggiore efficienza rispetto alla benzina. Meno costoso e più sicuro da maneggiare dell’idrogeno, alimenta anche macchine industriali e centrali elettriche. Mentre vengono scoperte tecnologie innovative per sintetizzare il metanolo a partire da fonti rinnovabili — dalla CO2 ai nanotubi di carbonio, fino alle foglie artificiali — Eni annuncia tre nuove partnership in questo entusiasmante settore.
I piloti di auto da corsa lo sanno bene: il metanolo aumenta l’efficienza energetica del motore, consentendone la turbocompressione e la sovralimentazione. Ma non finisce qui. Questo combustibile estremamente versatile presenta innumerevoli applicazioni, dalla produzione di elettricità all’alimentazione di macchine industriali. Viene utilizzato anche come materia di base nella produzione di plastica e come solvente nell’industria chimica. In aggiunta, è più sicuro da trasportare e maneggiare del gas naturale e dell’idrogeno.
Oltre a bruciare in maniera più efficiente rispetto alla benzina, emette anche una minor quantità di monossido di carbonio e altri inquinanti, incluso il particolato. Per di più, il metanolo può essere prodotto utilizzando fonti rinnovabili come i rifiuti solidi urbani e può essere trasportato avvalendosi dell’infrastruttura già esistente per la benzina senza necessità di adattamento, cosa impossibile per l’idrogeno.
L’aspetto più interessante è che il metanolo può essere sintetizzato a partire dalla CO2 stessa. Nelle giuste condizioni, potrebbe guadagnarsi un posto di grande rilievo in un’economia circolare, consentendo di riutilizzare la stessa anidride carbonica che produciamo, ad esempio nei contesti industriali. Ma il suo potenziale si spinge ancora oltre: producendo metanolo a partire dalla CO2, prenderemmo ciò che ora consideriamo uno scarto — nel senso più profondo del termine — per trasformarlo in una materia prima chimica.
Questa è l’idea alla base del vendutissimo libro scritto nel 2006 dal chimico George Olah, dal titolo “Beyond Oil and Gas: the Methanol Economy”. In esso, il vincitore del Premio Nobel 1994 sostiene l’idea di un’economia basata sul metanolo, che ne prevede la sintesi a partire da fonti rinnovabili per essere utilizzato come vettore energetico primario per diminuire la dipendenza dalle risorse fossili limitate come il petrolio e il carbone.
Nel 2019, il metanolo è stato oggetto di grande attenzione nell’ambito del programma R&S di Eni “Energy Transition”. L’azienda ha recentemente annunciato l’istituzione di tre nuove partnership per la produzione di metanolo, due delle quali basate sull’impiego di fonti rinnovabili.
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