Avviato nel mese di agosto 2019, con una capacità di lavorazione fino a 750.000 tonnellate annue, l'impianto sarà in grado di trattare progressivamente quantità elevate di oli vegetali usati e di frittura, grassi animali e rifiuti/residui per produrre biocarburanti di alta qualità. Per la riconversione della raffineria e delle altre unità sono stati a oggi spesi complessivamente oltre 360 milioni di euro. A marzo 2021 abbiamo avviato l’impianto per il trattamento di biomasse BTU (acronimo di Biomass Treatment Unit) che ci consentirà di utilizzare fino al 100% materie prime di scarto per la produzione di biocarburanti, con l’obiettivo di realizzare un modello di economia circolare a chilometri zero per la produzione di biodiesel, bionafta, biogpl e bio-jet. La bioraffineria di Gela, inoltre, potrà anche essere alimentata dall’olio di ricino, grazie al progetto sperimentale di coltura di piante di ricino su terreni semidesertici in Tunisia, sostituendo così completamente l’olio di palma.
La costruzione dell’impianto è iniziata nei primi mesi del 2020 e, nonostante i rallentamenti causati dalla gestione delle attività durante la pandemia, è stato sostanzialmente completato nei tempi previsti. Sono state lavorate 1,3 milioni di ore, traguardando l’obiettivo zero infortuni, sia per le persone Eni, sia per i lavoratori delle imprese in appalto.
La nostra bioraffineria di Gela è progettata per trattare cariche advanced e unconventional fino al 100% della capacità di lavorazione, ed è una delle poche bioraffinerie al mondo a elevata flessibilità operativa. La caratteristica di processare materie prime di seconda generazione, cosiddette “unconventional”, derivanti da scarti della produzione alimentare, quali oli usati e di frittura rigenerati (RUCO, regenerated used cooking oil), grassi animali (tallow) e sottoprodotti legati alla lavorazione degli oli vegetali fa di Gela un impianto innovativo a elevata sostenibilità ambientale. La bioraffineria di Gela consente quindi di processare cariche che altrimenti andrebbero a smaltimento come rifiuti, con aggravio dei costi per la comunità e impatto sull’ambiente, valorizzandole a biocarburante. Inoltre, nel 2021 l’incidenza dell’olio di palma nella produzione di biodiesel è stata ridotta di circa 34 punti percentuali rispetto al 2020 grazie all’avvio della linea BTU, Biomass Treatment Unit, presso Gela che a regime consentirà di utilizzare fino al 100% biomasse non in competizione con la filiera alimentare. Nel 2021 la produzione di biocarburanti (HVO) è stata di circa 585 mila tonnellate secondo le certificazioni in uso (Direttive Europee RED e correlate) e i volumi di bio-feedstock processati sono stati pari a 665 mila tonnellate. Nel mese di ottobre 2022 Eni ha concluso l’approvvigionamento di olio di palma in uso nelle bioraffinerie di Venezia e Gela, in anticipo rispetto alle precedenti previsioni e alle norme vigenti. Nella raffineria di Gela, nelle scorse settimane sono giunti gli ultimi carichi.