- SOSTENIBILITÀ
Eni ha concluso l’approvvigionamento di olio di palma in uso nelle bioraffinerie di Venezia e Gela per la produzione di biocarburanti idrogenati.
Eni è consapevole della necessità di mantenere un approccio responsabile al tema delle biomasse che vada oltre la mera compliance della norma. Pertanto, per assicurare una gestione sostenibile lungo l’intera catena di fornitura che coinvolge la conversione di alcune raffinerie in bioraffinerie, ha definito dei principi generali e cessato l’approvvigionamento di olio di palma nelle bioraffinerie di Venezia e Gela. Inoltre, dove ritenuto necessario, Eni valuterà l’esigenza di definire policy specifiche per altre biomasse utilizzate. Eni adotta criteri che soddisfano gli standard di sostenibilità nella selezione dei fornitori e nella definizione delle clausole dei contratti di approvvigionamento delle biomasse, e garantisce che le materie prime certificate:
Nel 2021 e nel 2022, durante l’utilizzo dell’olio di palma per le bioraffinerie di Venezia e Gela, Eni ha tracciato il 100% dei mulini e delle piantagioni di provenienza dell’olio stesso. Inoltre, durante il periodo di utilizzo, il 100% dell’olio di palma utilizzato era certificato da ISCC (International Sustainability & Carbon Certification).
Inoltre, Eni promuove l’uso di materie prime che:
La nostra strategia da qui al 2050 è quella di trasformarci in un’azienda che venderà solo prodotti decarbonizzati, così da limitare il più possibile il loro impatto ambientale. Eni conferma inoltre il suo impegno di aumentare la capacità di bioraffinazione dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno agli oltre 5 entro il 2030.
Per l’utilizzo delle biomasse presso i propri impianti, Eni garantisce:
Versalis, la società chimica di Eni, nel febbraio 2021 ha ottenuto la certificazione ISCC Plus per monomeri, intermedi, polimeri ed elastomeri prodotti con materie prime sostenibili, da bionafta e da riciclo chimico, nei siti di Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna.
Eni si impegna:
Il 100% delle biomasse utilizzate nelle bioraffinerie Eni è certificato secondo schemi volontari EU o sistema italiano di certificazione.
Abbiamo riconvertito due raffinerie tradizionali in bioraffinerie, utilizzando la tecnologia Ecofining™, sviluppata dalla ricerca di Eni congiuntamente a UOP. Lo abbiamo fatto per affrontare le sfide poste dalla crisi strutturale della raffinazione e per rispettare le indicazioni europee sulla quota di energia da fonti rinnovabili, anticipando il percorso per la transizione energetica. Tale strategia ha permesso di produrre direttamente una quota di biocarburante HVO (olio vegetale idrotrattato) necessario per adempiere alla normativa. Grazie alla flessibilità della tecnologia Ecofining™ che consente di trattare varie tipologie di biomassa, Eni sta incrementando l’utilizzo di cariche alternative (per esempio oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e scarti della lavorazione di oli vegetali) sperimentando cariche di tipo advanced (per esempio oli da alghe e rifiuti, materiale lignocellulosico, biooli). Le produzioni di biocarburanti Eni sono conformi ai requisiti previsti dagli schemi volontari EU per il rispetto dei criteri di sostenibilità e di riduzione delle emissioni di gas climalteranti ai sensi delle direttive Renewable Energy e Fuel Quality dell’Unione Europea.
Da ottobre 2022, Eni ha annunciato lo stop all’approvvigionamento di olio di palma nelle bioraffinerie di Gela e Venezia per la produzione di biocarburanti idrogenati, anticipando le normative vigenti e le precedenti previsioni. Da ottobre 2022 le due bioraffinerie sono alimentate, per più dell’85%, con materie prime ‘waste & residue’ – scarti e residui di lavorazione, come gli oli esausti di cucina, i grassi animali e con altre biomasse regolamentate dalle normative europee e nazionali vigenti.
A novembre 2022 inoltre è arrivato dal Kenya alla bioraffineria di Gela, il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, di croton e di cotone. Tali agri-feedstock non sono in competizione con la filiera alimentare, sono coltivati in aree degradate o raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sottoprodotti agricoli. Nel 2024, in Kenya sono operativi due agri-hub con una capacità produttiva di 70 mila tonnellate di olio all’anno, l’attività agricola si è sviluppata su una superficie superiore agli 80 mila ettari per una produzione 2024 comprensiva della quota di scarti e residui di 48 mila tonnellate.
Le bioraffinerie Eni producono biocarburanti idrogenati HVO che sono destinati, in purezza o miscelati, alle motorizzazioni diesel, bionafta per la filiera della chimica e biogpl e biojet per il trasporto aereo. Disponibile in oltre 600 stazioni di servizio Enilive, è il primo biocarburante HVO di Enilive prodotto da materie prime al 100% rinnovabili. L’olio vegetale idrogenato può essere utilizzato anche in tutte le motorizzazioni omologate e permette una riduzione delle emissioni di CO2: secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”, la riduzione delle emissioni di CO2eq dell’HVOlution, se utilizzato in purezza, lungo la filiera logistico-produttiva nel 2022, è stata tra il 60% e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento (i.e. 94g CO2eq/MJ), a seconda delle materie prime utilizzate per la sua produzione.
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