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La svolta del GNL: i vantaggi (episodio 2)

I primi investimenti nelle tecnologie per il Gas Naturale Liquefatto (GNL) risalgono agli anni ’70, ma solo nell’ultimo decennio si è innescato un vero e proprio processo di globalizzazione del mercato del gas grazie a questa possibilità di trasporto via mare a prezzi accessibili.

 

Il GNL, infatti, offre evidenti vantaggi in termini di sicurezza e flessibilità: il mercato del gas non è più legato alla continuità ed al funzionamento di reti di condotte e stazioni di ricompressione fisse, che spesso attraversano Paesi e Regioni con potenziali complessità sia geografiche che politiche ma, diventa più fluido e dinamico attraverso la movimentazione via mare, attraverso l’utilizzo di navi. E, i costi per il trasporto diventano più convenienti nei percorsi più lunghi, offrendo più alte possibilità di commercializzazione per i Paesi produttori e di approvvigionamento per i Paesi consumatori.

I vantaggi del GNL

La tecnologia della liquefazione del gas naturale, che avviene portandolo a temperature inferiori a -161.4 °C, permette di ridurre il volume specifico del gas di circa 600 volte rispetto alle condizioni standard, consentendo di ottenere costi competitivi per lo stoccaggio ed il trasporto in spazi considerevolmente ridotti. Il trasporto del GNL avviene via mare per mezzo di navi metaniere, in cui la pressione è prossima a quella atmosferica, ma a temperature criogeniche.

La flessibilità offerta dal trasporto via nave permette, inoltre, di raggiungere aree remote intercettando le variazioni di prezzo tra i diversi mercati.

GNL: energia sulle lunghe distanze

Sulla base dell’ultimo report IEA del 2023, i primi quattro fra i primi cinque Paesi importatori netti sono tutti asiatici: nel 2022 il Giappone ha importato 94,8 miliardi di metri cubi, seguito dalla Cina con 85,2 mentre la Corea del Sud ne ha acquistati 61,5. Al quarto posto troviamo la Francia, con 32,2, seguita da Taiwan con 26,7. In questa classifica del bilancio import/export di LNG, l’India contribuisce a soddisfare il fabbisogno dei suoi 1.4 miliardi di abitanti con 26,3 miliardi di metri cubi mentre l’Italia è al dodicesimo posto con 9.9.

 

Per tutti, soprattutto Cina ed India, si prevede un ulteriore aumento della domanda generato dalla forte crescita tecnologica e demografica.

 

Negli Stati Uniti la rivoluzione dello shale gas, ovvero l’estrazione di gas naturale da particolari tipologie di rocce, dette scisti  ha rilanciato la produzione interna ed ha fatto crollare le importazioni di GNL, fino a invertire la tendenza, rendendo gli USA il principale esportatore con 157,9 miliardi di metri cubi (Gm3) venduti. Dopo gli USA, i maggiori paesi produttori di gas che si sono dotati di tecnologie GNL sono stati, nel 2022, l’Australia (con esportazioni pari a 110.8 Gm3), Russia (43,6), Malesia (32,8) e Nigeria (18.8). Invece, Mozambico, Tanzania e Canada hanno ambiziosi piani di sviluppo con l’obiettivo di diventare esportatori di GNL. In Australia ora si registra il maggior numero di impianti GNL in costruzione.

L'autore: Luca Longo

Chimico industriale specializzato in chimica teorica. È stato ricercatore per 30 anni prima di passare alla comunicazione scientifica di Eni

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