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Esiste un filo rosso che unisce agricoltura ed energia e che lega la nostra transizione a quella del continente africano. Le immagini presentate nel volume fotografico “Seeds for Energy. Le iniziative Eni per l’integrazione verticale nella bioraffinazione” mostrano le prime tappe di un viaggio iniziato a Venezia nel 2014 con la riconversione della raffineria tradizionale in bioraffineria, che oggi si apre a nuove esperienze e opportunità, nel segno di una transizione ecologica giusta e inclusiva.

In particolare, nella Repubblica del Congo e in Kenya, abbiamo avviato progetti di recupero di terreni degradati, creando nuove opportunità di lavoro e garantendo l’accesso al mercato alle comunità locali, avvalendoci delle competenze, dell’esperienza e delle soluzioni innovative già applicate in Italia.

Nel libro sono illustrate le caratteristiche distintive dell’approccio di Eni: si coltivano piante che non entrano in competizione con la filiera alimentare, valorizzando aree abbandonate, minacciate dal cambiamento climatico e da altri fattori antropici e ambientali. Questo modello prevede che i prodotti agricoli confluiscano negli agri-hub, centri di raccolta e spremitura dei semi prodotti, dove l’olio estratto viene poi inviato alle bioraffinerie. Attraverso iniziative di integrazione verticale, puntiamo alla produzione di volumi importanti di olio vegetale da agri-feedstock, in contesti di mercato sfidanti in termini di prezzi, domanda crescente di energia e disponibilità di oli sostenibili.

Grazie ai “semi” della nuova energia, generiamo valore nel lungo termine, in collaborazione con i nostri partner industriali, Governi, centri di ricerca locali e università. Questo è lo spirito con cui stiamo sviluppando filiere agro-industriali per la produzione di materie prime destinate alle bioraffinerie, oltre che nei Paesi raccontati in questo volume, anche in Angola, Mozambico, Benin, Ruanda, Costa d’Avorio, Algeria e Kazakhstan, con l’obiettivo di coprire il 35% dell’approvvigionamento delle nostre bioraffinerie entro il 2025. 

Scarica il libro fotografico, Seeds for Energy



Repubblica del Congo

Il progetto, avviato a novembre 2021, prevede la coltivazione di agri-feedstock all’interno di cinque grandi concessioni e il coinvolgimento di comunità rurali nell’area d’interesse, per una produzione attesa di 200 mila tonnellate all’anno entro il 2030. La prima produzione di olio sarà garantita dalla coltivazione del ricino ed è attesa nel 2023, con la realizzazione di un agri-hub con una capacità di 30 mila tonnellate.

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Kenya

Il progetto, avviato a dicembre 2021, prevede il coinvolgimento di circa 25 mila famiglie di agricoltori locali nella produzione di 200 mila tonnellate all’anno di agri-feedstock entro il 2026, a partire dalla coltivazione del ricino, la raccolta del croton e la valorizzazione dei co-prodotti dell’industria locale del cotone, per cui si attendono 30 mila tonnellate all’anno nel 2023.

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Italia

A fine 2021, Eni e Gruppo Bonifiche Ferraresi hanno creato una joint venture per la promozione e la crescita delle iniziative agri-feedstock di Eni nel mondo. I primi progetti, avviati in Sardegna in collaborazione con università italiane, prevedono la valutazione e la selezione di sementi per la produzione di agri-feedstock da circa 30 varietà diverse di piante oleaginose su un’area di 15 ettari.

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