La chiamano irrigazione intelligente. Oppure, se preferite, “un Decision Support System”, un sistema fatto di centralina meteo, sensori per misurare l’umidità del terreno e algoritmi che elaborano dati e previsioni. Il risultato? “Aiuta gli agricoltori a capire quando è il momento migliore per irrigare e permette di risparmiare quasi metà dell’acqua usata per i campi”. Matteo Cunial, il giovane che l’ha inventato assieme a tre soci, racconta che l’idea di Idroplan gli è venuta nell’estate 2015, quando la siccità creò un mucchio di problemi ai campi di mais dell’impresa familiare. Spunti, progetti, abbozzi, “Poi nel 2017 abbiamo vinto la StartCup Lombardia e siamo approdati al Premio Nazionale Innovazione”. Lì è nato il rapporto con PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano: “Con i suoi mentori, importantissimi nelle prime fasi di una startup, ci ha aiutato a definire una direzione di sviluppo che abbiamo seguito nei mesi successivi e ci ha permesso di compiere i primi passi in modo più consapevole”. Ecco, quei primi passi hanno portato a far fiorire Farm Technologies, un’azienda che oggi impiega otto persone tra Milano e Roma, aiuta “oltre 230 imprese a gestire al meglio l’irrigazione” e collabora con università (Bologna e Roma) ed enti di ricerca come il CREA. Ma lo stesso percorso potrebbero raccontarlo altre realtà giovani, avanguardia di un mondo che resta importante per la nostra economia (l’agricoltura italiana nel 2020 vale 37 miliardi di euro, il 2,2% del PIL), ma ha bisogno come pochi altri di coniugare tradizione e innovazione, ritmi secolari e accelerazioni tecnologiche.
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