Il gas naturale è, fra tutti i combustibili fossili, quello con la minore impronta carbonica. La sfida è ridurre ulteriormente le sue emissioni grazie a iniziative che vanno dall’eliminazione delle fuggitive di metano all’abbandono del flaring di processo, dall’integrazione delle rinnovabili nelle attività di produzione all’utilizzo di tecnologie per la cattura, stoccaggio e riutilizzo dell’anidride carbonica , o carbon capture, utilization and storage (CCUS), da progetti in ambito Natural Climate Solutions alla produzione di idrogeno blu. Parallelamente, il gas naturale sarà sempre più affiancato dalla produzione di biogas.
In questo contesto, il gas è centrale nella strategia di Eni per raggiungere il traguardo delle zero emissioni nette GHG scope 1,2,3 al 2050, contribuendo all’obiettivo di offrire ai nostri clienti prodotti e servizi sempre più decarbonizzati. Rimane un elemento fondamentale non solo per il business di Eni, ma anche per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di energia. La combinazione di questi due aspetti, riduzione delle emissioni GHG e sicurezza energetica, rende il gas naturale un importante sostegno alla transizione energetica. Per queste ragioni, la componente gas sarà sempre più prevalente nel mix produttivo di Eni, arrivando a costituire il 60% della produzione di idrocarburi nel 2030 e oltre il 90% nel 2050, in un contesto in cui la produzione complessiva di idrocarburi raggiungerà il plateau nel 2025 per poi decrescere nel tempo.
L’utilizzo del gas naturale per migliorare l’accesso all’energia rientra anche nel nostro impegno per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. L'adozione di un energy mix a minor impatto composto da gas e rinnovabili, infatti, fa parte dei progetti per l’accesso all’energia che realizziamo nei Paesi che ospitano le nostre attività, in particolare in Africa Sub-Sahariana, dove più di mezzo miliardo di persone non ha accesso all’elettricità nonostante la grande disponibilità di fonti energetiche.