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L’economia circolare nei biocarburanti di alta qualità

Le bioraffinerie di Venezia e Gela rappresentano l’impegno di Eni nel percorso di decarbonizzazione.

Biocarburanti avanzati per decarbonizzare i trasporti

Le bioraffinerie hanno un ruolo centrale nell’evoluzione di Eni perché contribuiscono a realizzare il nostro obiettivo principale: raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. I biocarburanti idrogenati che produciamo da materie prime che non competono direttamente con colture alimentari e foraggere, come rifiuti e residui agricoli, sono fondamentali per contribuire a ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti.

Addizionato al gasolio, l'HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) dà vita a Eni Diesel +, il carburante premium di Eni. Il biocarburante composto al 100% da HVO puro si chiama HVOlution ed è il primo diesel di Eni Sustainable Mobility prodotto con 100% di materie prime rinnovabili, materie prime di scarto e residui vegetali, e da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare, secondo il criterio convenzionale della Direttiva (UE) 2018/2001 “REDII”. Da febbraio 2023 è in vendita in 50 stazioni di servizio Eni e sarà disponibile entro aprile 2023 in 150 punti vendita in Italia. Prima della commercializzazione nelle stazioni di servizio Eni, il biocarburante HVO in purezza era già in utilizzo in diversi contesti: dai mezzi per la movimentazione dei passeggeri a ridotta mobilità in ambito aeroportuale fino alla logistica; inoltre, è stato testato su autobus, mezzi pesanti e treni con ottimi risultati. Per il trasporto pesante, quindi, il biocarburante è tra le soluzioni di immediata applicazione per i veicoli commerciali perché utilizzabile da subito, con le attuali infrastrutture e motorizzazioni senza impatti sui costi di adeguamento della logistica, delle infrastrutture e dei mezzi.

Anche le bioraffinerie sono il risultato del nostro impegno costante nella ricerca e nell’innovazione tecnologica. Grazie allo sviluppo di tecnologie proprietarie, brevettate nei nostri Centri Ricerche, infatti, abbiamo ripensato completamente le raffinerie tradizionali di Venezia e Gela, convertendole alla lavorazione di materie prime di origine biologica (oli vegetali, ma anche grassi animali e oli da cucina usati) e prevedendo un utilizzo sempre maggiore di cariche waste and residues

Inoltre, le nostre raffinerie sono palm oil free. Dal mese di ottobre 2022, Eni ha messo lo stop alla importazione di olio di palma per le raffinerie di Gela e Venezia in anticipo rispetto alle precedenti previsioni e alle norme vigenti. Al suo posto è stata massimizzata la lavorazione di cariche derivanti da scarti e residui (per esempio oli alimentari usati e di frittura, grassi animali e scarti della lavorazione di oli vegetali) e di tipo advanced (per esempio oli da rifiuti, nonché bio oli da scarti lignocellulosici) prima descritte, oltre a quelle provenienti dai nostri agri-hub, già iniziate ad arrivare.

Nel corso del 2022 Eni ha accelerato il proprio impegno nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi decarbonizzati anche attraverso la creazione di società satelliti come Plenitude, Vår Energi, Azule (la joint venture con BP in Angola) e la quotazione di Energy One; ha integrato le bioraffinerie, le stazioni di servizio e le attività di car sharing in un’unica società dedicata alla mobilità sostenibile, denominata Eni Sustainable Mobility. Come confermato nel Piano Strategico 2023-2026, prevediamo di raggiungere una capacità di bioraffinazione di oltre 3 MTPA entro il 2025 e di oltre 5 MTPA entro il 2030.

Inoltre, è in corso lo studio di fattibilità per la realizzazione di una terza bioraffineria all’interno dell’area industriale di Livorno, massimizzando le sinergie con le infrastrutture già disponibili e assicurando un futuro produttivo e occupazionale al sito. Il piano prevede la costruzione di una linea per la produzione di biocarburanti idrogenati: un’unità di pretrattamento delle cariche biogeniche, un impianto Ecofining™ da 500mila tonnellate/anno e un impianto per la produzione di idrogeno da gas metano.

A dicembre 2022 Eni, insieme a Euglena e PETRONAS, ha annunciato l’avvio di uno studio di fattibilità tecnica ed economica per lo sviluppo e la gestione di una bioraffineria in una delle più grandi aree petrolchimiche del Sud-est asiatico, il Pengerang Integrated Complex (PIC). In caso di esito positivo dello studio, si prevede che l’impianto possa essere operativo entro il 2025 con tecnologia Ecofining™ e con una configurazione flessibile in grado di massimizzare la produzione di SAF (Sustainable Aviation Fuel) per il trasporto aereo e di HVO per il trasporto su strada, ferroviario e marino. Inoltre, si prevede che la bioraffineria possa avere una capacità di lavorazione di circa 650mila tonnellate/anno e una capacità produttiva fino a 12.500 barili al giorno di biocarburante (SAF, HVO e bio-nafta).

A febbraio 2023 Eni Sustainable Mobility e PBF Energy hanno annunciato una partnership paritetica negli USA per la bioraffineria di St. Bernard attualmente in costruzione in Louisiana (Stati Uniti d’America). Questa partnership strategica, che unisce l’esperienza e le competenze delle due aziende, riflette l'impegno di entrambi i partner nella fornitura di carburanti che utilizzano materie prime a bassa intensità carbonica. In particolare, Eni Sustainable Mobility mette a disposizione le proprie conoscenze a livello globale nell'approvvigionamento di materie prime più sostenibili per l'HVO, mentre PFB apporta al progetto l’accesso al mercato californiano delle energie rinnovabili grazie alle risorse logistiche esistenti. 

Il Kenya come modello di agri-hub per l'integrazione verticale nella bioraffinazione

Nel 2021 abbiamo avviato una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi africani per attivare una rete di agro-hub in grado di integrare verticalmente la produzione di feedstock sostenibili per le bioraffinerie, con l’obiettivo di raggiungere una produzione di 700 mila tonnellate entro il 2026. Creati in Paesi in cui siamo già presenti, gli agro-hub mirano a sviluppare una filiera nei biocarburanti ottenuti da materie prime che non competono direttamente con cicli alimentari, come residui di lavorazione agricola, colture non destinate all’alimentazione o alla produzione di foraggio e coltivazioni di copertura in alternanza ai raccolti. L’obiettivo è duplice e cioè sia fornire materia prima al sistema di bioraffinazione Eni in Italia sia promuovere la riconversione di raffinerie in bioraffinerie direttamente in Africa. In questo contesto, un Paese di riferimento è il Kenya che, nell’ambito della propria strategia di decarbonizzazione, in collaborazione con Eni punta a convertire la raffineria di Mombasa in una bioraffineria e a realizzare un impianto di bio-etanolo di seconda generazione da biomasse di scarto.

Carburanti sostenibili per l’aviazione: il futuro del trasporto aereo

Le bioraffinerie sono fondamentali anche per la produzione di carburanti sostenibili per l’aviazione (Sustainable Aviation Fuel o SAF). Dall’ottobre 2021 la raffineria di Taranto realizza un primo prodotto già co-alimentato con una quota dello 0,5% di oli vegetali usati e di frittura (UCO). Oggi Eni commercializza il JET A1+Eni Saf (ossia il carburante contenente lo 0,5% di componente bio realizzato mediante tecnologia di co-processing) da lì derivante. Inoltre nel corso del 2022 è stata consolidata un’ulteriore produzione di SAF nella raffineria di Livorno distillando le bio-componenti prodotte nella bioraffineria di Gela grazie alla tecnologia proprietaria Ecofining™. Questo prodotto, denominato “Eni Biojet” contiene il 100% di componente biogenica ed è idoneo ad essere utilizzato in miscela con il jet convenzionale fino al 50%.

La crescita continuerà dal 2024 con l’avvio della produzione di “Eni Biojet” sia a Gela che a Venezia dove sono già in fase di realizzazione progetti che consentiranno l’immissione sul mercato di ulteriori 200 mila tonnellate/anno prodotte a partire da materie prime rinnovabili, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano per il 2025. 

Considerati nel breve-medio termine il principale modo per contribuire in maniera significativa alla decarbonizzazione dei viaggi aerei, i Sustainable Aviation Fuel sono promossi da diverse iniziative come l’European Green Deal del 2019, la Cop 26, la proposta di regolamento Refuel EU aviation del pacchetto “Fit for 55” e anche dal Memorandum of Understanding “SAF Grand challenge” negli USA.

La bioraffineria di Venezia
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Venezia: la prima raffineria tradizionale al mondo diventata “bio”

La bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera, è stato il primo esempio al mondo di riconversione di una raffineria tradizionale in bioraffineria ottenendo un brevetto su questa tecnologia. Qui la capacità di lavorazione è di circa 400.000 tonnellate di materia prima di origine biologica all’anno. Dal 2024, grazie a un ulteriore upgrade dell’impianto, prevediamo di potenziare la capacità di lavorazione a 600.000 tonnellate all’anno, con una sempre maggiore quota derivante da scarti della produzione alimentare, come oli usati, grassi animali e altri sottoprodotti avanzati. A quel punto, la bioraffineria di Venezia produrrà 420.000 tonnellate all’anno di biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). A rendere possibile questo processo è la tecnologia proprietaria Ecofining™  sviluppata insieme a UOP Honeywell che, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche.

Gela, una delle più innovative bioraffinerie d'Europa

Dopo più di tre milioni di ore di lavoro, nell’agosto del 2019 ha iniziato le sue attività anche la bioraffineria di Gela. Considerata secondo tutti gli standard tecnici la più innovativa d’Europa, ha preso il posto del grande petrolchimico, realizzato a partire dal 1962, e i cui impianti sono stati fermati. La bioraffineria ha una capacità di lavorazione che può raggiungere le 750 mila tonnellate annue di oli vegetali usati, grassi di frittura, grassi animali e sottoprodotti di scarto avanzati o da colture energetiche in terreni marginali per produrre biocarburanti di qualità. A marzo 2021, inoltre, è stato avviato e collaudato il nuovo impianto BTU – Biomass Treatment Unit, che consente di utilizzare fino al 100% di biomasse non in competizione con la filiera alimentare e cioè, per esempio, gli oli alimentari esausti e i grassi derivati dalle lavorazioni ittiche e delle carni in Sicilia. L’obiettivo è realizzare un modello di economia circolare a chilometro zero per la produzione di biodiesel, bio nafta, bio GPL e bio jet fuel.

Ecofining™: il cuore tecnologico delle bioraffinerie

In collaborazione con Honeywell-UOP, abbiamo messo a punto nei nostri laboratori di San Donato l’innovativa tecnologia Ecofining™, che ci permette di ricavare biocarburanti di alta qualità da materie prime biologiche. Il processo consiste di due fasi: idrodeossigenazione e isomerizzazione. Nella prima trattiamo la carica di partenza con idrogeno per eliminare l’ossigeno e saturare i doppi legami, mentre nella seconda "riordiniamo" le paraffine per migliorare le proprietà a freddo del prodotto finale. Il risultato prende il nome di Hydrotreated Vegetable Oil (HVO), un biocarburante con qualità superiori a quelli ottenuti con il metodo tradizionale che porta a FAME (Fatty Acid Methyl Esters), in termini di contenuto energetico, impurità e proprietà a freddo. Il 15% di questo HVO va ad arricchire il nostro carburante Eni Diesel +.