Lo sviluppo tecnologico ha il grande vantaggio di fornire strumenti polivalenti e rivelarsi utilissimo all’uomo, creando connessioni inaspettate, soprattutto nei momenti di crisi. Un caso ad esempio, è quello di Eni e dell'Unione Europea unite nella lotta contro il Covid-19. Come? Attraverso lo stanziamento di fondi adeguati, la creazione di una rete di ricercatori, le università, le aziende farmaceutiche di altissimo livello e grazie all’utilizzo di uno dei più potenti calcolatori al mondo.
Sono questi i pilastri del progetto Exscalate4Cov, un programma di cooperazione tra Pubblico e Privato, finanziato dal fondo dell'Unione Europea Horizon 2020: un’iniziativa volta a contrastare la pandemia del Coronavirus e a migliorare la gestione e l’assistenza dei pazienti. Il consorzio E4C, coordinato dall’azienda farmaceutica italiana Dompé Farmaceutici, riunisce diciotto istituzioni e centri di ricerca in sette Paesi europei e utilizza il supercomputer HPC5 del Green Data Center di Eni. Il nome del progetto che parte da un acronimo, EXSCALATE ovvero EXaSCale smArt pLatform Against paThogEns (in italiano “piattaforme intelligenti di calcolo exascale per il contrasto dei patogeni”), richiama ai macchinari di calcolo exascale, che attualmente, costituiscono le piattaforme di supercalcolo intelligente più potenti ed efficienti a livello di utilizzo energetico al mondo. E4C ha una “biblioteca chimica” di 500 miliardi di molecole e una capacità di elaborazione di oltre 3 milioni di molecole al secondo, risorsa fondamentale nella ricerca di un vaccino contro un agente patogeno.
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