Nel processo di transizione verso un futuro low carbon, una delle sfide principali del settore energetico è assicurare l’accesso all’energia a tutti in un modo efficiente e sostenibile. Secondo le proiezioni dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), nei prossimi anni la domanda di energia continuerà a crescere soprattutto nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo per la convergenza di diversi fattori, tra cui: l'aumento della popolazione, la maggiore urbanizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture. L’incombere dei cambiamenti climatici e gli impegni sottoscritti dai Governi nazionali con l’Accordo di Parigi richiedono una forte accelerazione nella riconversione di processi industriali in settori specifici, come quello dei trasporti e dell’agricoltura, a favore di nuove tecnologie in grado di generare energia pulita e creare nuove opportunità di lavoro.
In quest’ottica, all’inizio del 2021, abbiamo avviato una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi del continente africano per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti di alta qualità secondo nuovi modelli di economia circolare. Si tratta di biocarburanti prodotti da materie prime sviluppate in terreni marginali, molto degradati (per esempio per desertificazione, siccità e inquinamento) o abbandonati che non competono direttamente con colture alimentari e foraggere, come residui agricoli e colture non alimentari (per esempio, ricino e cover crops Low-ILUC1). Il consolidamento dei rapporti con i nostri partner africani ci consente di reperire fonti sostitutive e addizionali per approvvigionare il nostro sistema di bioraffinazione e sopperire ai bisogni del mercato europeo, accelerando al tempo stesso i nostri obiettivi di decarbonizzazione.
L’obiettivo è quello di fornire la materia prima per le nostre bioraffinerie in Italia (il 35% dell’approvvigionamento entro il 2025) e per la riconversione di raffinerie in Africa, attraverso la realizzazione di agri-hub che produrranno l’olio vegetale derivante dalla spremitura di alcune colture quali il ricino, il croton che è un albero che cresce spontaneo in Kenya e che produce semi oleaginosi e da ultimo i semi di cotone che sono un co-prodotto dell’industria della fibra che al momento non viene normalmente valorizzato. Un aspetto importante di queste materie prime è che non sono in competizione con l’uso alimentare in quanto provengono da coltivazioni su terreni degradati, risultando di conseguenza particolarmente sostenibili.
Per questo motivo gli oli vegetali ottenuti dalle filiere africane contribuiscono a sostituire l’olio di palma, non più utilizzato nelle nostre bioraffinerie di Venezia e Gela già da ottobre 2022, in anticipo rispetto alle precedenti previsioni e alle norme vigenti.
In questo ambito, per esempio, in Ruanda Eni ha sottoscritto con la National Industrial Research and Development Agency (Agenzia Nazionale Industriale per la Ricerca e lo Sviluppo) un accordo per avviare un progetto pilota per la produzione di varietà di sementi per colture oleaginose e l’uso di droni per l’analisi del suolo e il monitoraggio delle coltivazioni. Il progetto rappresenta il primo “laboratorio a cielo aperto” nel continente africano con l’utilizzo delle più avanzate tecniche di agricoltura di precisione.
Il Kenya è a oggi il Paese dove il progetto di sviluppo agricolo è in uno stato avanzato e che fa da capostipite per il raggiungimento degli obiettivi individuati. È proprio dal porto di Mombasa che a inizio ottobre 2022 è partito il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni nel Paese africano, diretto alla bioraffineria di Gela.
1 Il cambiamento indiretto della destinazione dei terreni (inglese ILUC) è lo spostamento della produzione agricola in aree con riserve ad alto tenore di carbonio (come foreste, zone umide e torbiere), guidato dalla crescente richiesta di materie prime. I biocarburanti a ILUC limitato vengono prodotti in modo da mitigare le emissioni causate dal cambiamento della destinazione dei terreni, evitando la concorrenza con terreni dedicati alla produzione alimentare o agli ambienti naturali.
Soluzioni per decarbonizzare i trasporti
Produciamo biocarburanti di alta qualità secondo i principi dell’economia circolare.
Il Kenya è situato sulla costa orientale dell'Africa ed è uno dei Paesi più avanzati dell'Africa per quanto riguarda il proprio impegno nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Il Kenya è tra i firmatari dell'Accordo di Parigi e intende ridurre le sue emissioni del 32% entro il 2030, creando anche "un Paese competitivo e fiorente a livello globale, caratterizzato da un'alta qualità di vita", secondo il piano governativo Vision 2030. In questo contesto si inserisce lo sviluppo dei diversi progetti di economia circolare integrata che fanno del Kenya il primo Paese a inserirsi nello sviluppo della filiera verticale della bioraffinazione, offrendo opportunità di reddito e accesso al mercato a migliaia di agricoltori in aree degradate e alle diverse comunità in cui i progetti saranno realizzati.
A dicembre 2020 il Presidente Uhuru Kenyatta ha incontrato il nostro Amministratore Delegato Claudio Descalzi per capire come contribuire al raggiungimento dei target ambientali del Paese e fornire alle comunità locali un accesso efficiente e sostenibile alle risorse energetiche, riducendo contestualmente la dipendenza dai combustibili fossili di importazione. Dall’accordo fra le parti sono stati identificati i seguenti progetti da sviluppare nel Paese che sono stati ufficializzati attraverso la firma di un MoU con il Governo Keniota:
sviluppo agricolo con un modello che prevede da un lato lo sviluppo delle filiere agricole di interesse e dall’altro la realizzazione degli impianti industriali per la produzione dell’olio vegetale detti Agri HUB
raccolta dell’UCO (Used Coocking Oil) e più in generale del Waste&Residue
la trasformazione dell’attuale raffineria di Mombasa, che è ferma, in una bioraffineria per la produzione dell’HVO e del Biojet
l’identificazione di partnership con organizzazioni internazionali e nazionali per reperire i finanziamenti per lo sviluppo dei progetti
Il progetto in Kenya è partito ufficialmente a luglio 2021 dopo la firma del memorandum d’intesa e a distanza di pochi mesi dall’accordo è stata avviata la filiera del ricino fornendo le sementi a circa 25.000 agricoltori e avviato la raccolta di semi di croton e di cotone, mentre a un anno dall’accordo con le istituzioni (15 luglio 2022) abbiamo avviato la produzione di olio vegetale dal primo agri-hub di Makueni. Nella prima fase di sviluppo con la realizzazione di nuovi agri-hub si prevede una produzione di circa 30.000 tonnellate all’anno di olio vegetale, mentre nella seconda, quando saremo a pieno regime, saranno raggiunte le 200.000 tonnellate all’anno. All’inizio di ottobre 2022, il primo cargo di olio vegetale per la bioraffinazione prodotto da Eni nel Paese ha lasciato il porto di Mombasa, diretto alla bioraffineria di Gela, dimostrando l’efficienza del modello di integrazione verticale nella bioraffinazione sviluppato dall’azienda.
I biocarburanti, prodotti da gennaio 2023 da Eni Sustainable Mobility, società controllata da Eni al 100%, giocano un ruolo centrale nell’impegno del gruppo per raggiungere la completa decarbonizzazione dei propri prodotti e processi entro il 2050. Grazie all’esperienza, le tecnologie e il know-how di Eni, abbiamo avviato una serie di iniziative congiunte in diversi Paesi del continente africano, tra cui Angola, Benin, Congo, Costa D'Avorio, Kenya, Mozambico e Ruanda, per lo sviluppo della filiera dei biocarburanti. Un ulteriore passo verso il processo di trasformazione delle risorse energetiche, in possibili collaborazioni che facilitino la transizione energetica e lo sviluppo di una reale economia circolare nel continente africano.
In Angola stiamo ampliando gli ambiti di cooperazione con il Paese. Attraverso la firma di un Memorandum d’Intesa sono state valutate opportunità di sviluppo nel settore della raccolta di rifiuti. Lo scopo è quello di valorizzare il più possibile la frazione organica. Il rapporto tra Eni e il Governo locale, consentirà all’Angola di aumentare la produzione di GNL e la disponibilità di gas domestico per lo sviluppo industriale del Paese. Altre iniziative si concentrano sul ruolo delle rinnovabili, sullo sviluppo agricolo, l’accesso all'acqua, l’ energia, l’istruzione e la salute. Senza dimenticare iniziative relative a sminamento, accesso alla terra, diversità e inclusione.
A marzo 2022 Eni e bp hanno firmato un accordo per la costituzione di Azule Energy, una nuova joint venture paritetica che unisce le attività angolane delle due società, perseguendo ambizioni ambientali e di sostenibilità e favorendo investimenti, crescita occupazionale e sviluppo locale. Azule Energy intende contribuire a sviluppare il potenziale del settore Upstream del Paese, cogliendo allo stesso tempo le nuove opportunità della transizione energetica, grazie al ruolo crescente del gas e delle rinnovabili nel proprio portafoglio.
In Benin, in seguito all’incontro con il Presidente Patrice Talon, sono in fase di sviluppo alcuni progetti di crescita per la filiera agro-industriale. La valorizzazione degli scarti agricoli e la produzione di oleaginose non in contrasto con la filiera alimentare sono i temi principali su cui siamo al lavoro. Stiamo definendo il ruolo che il Paese potrebbe rivestire grazie alla forte attività nella coltivazione del cotone: il Benin, infatti, è leader nell’Africa Occidentale per la produzione di questo tipo di fibra, i cui sottoprodotti possono essere valorizzati come carica per le bio-raffinerie, promuovendo un esempio virtuoso di economia circolare. In questa ottica, a marzo 2022 abbiamo firmato un nuovo accordo di cooperazione con il Ministero per l’Agricoltura, l’Allevamento e la Pesca del Paese per sviluppare colture oleaginose Low-ILUC che andranno ad alimentare il nostro sistema di bioraffinazione. L’intesa contribuirà allo sviluppo di nuovi modelli industriali nel Benin, garantendo la sostenibilità alla catena di approvvigionamento degli agro-feedstock e portando al Paese vantaggi a livello occupazionale ed economico.
In Congo-Brazzaville, grazie alla firma di un Memorandum d’Intesaè in corso lo sviluppo del settore degli agro-feedstock nel Paese. Il MoU in questione favorisce la produzione di olio di ricino su scala industriale attraverso la creazione di una rete di agri-hub: un accordo che fornirà materia prima per i sistemi di bioraffinazione Eni, occasione di diversificazione economica per il Paese e opportunità di lavoro per le popolazioni locali. Infatti, gli agri-hub saranno centri di trasformazione di semi di ricino in olio, ma anche centri polifunzionali per la formazione e il supporto tecnico agli agricoltori. Dopo una fase iniziale, un progetto pilota di semina di ricino su oltre 200 ettari di terreno, per il 2023 è previsto l’avvio di una seconda fase di sviluppo industriale che prevede coltivazioni su 150.000 ettari con 90.000 beneficiari stimati entro il 2030. Sempre in Congo, si è discusso a ottobre 2021 di progetti agricoli e di valorizzazione del gas, anche in riferimento all’accesso all’energia per il mercato interno. Eni è infatti l’unica azienda impegnata attualmente in attività di sviluppo, fornendo gas alla Centrale Elettrica del Congo (CEC), la quale garantisce il 70% della produzione di energia elettrica del Paese.
L’obiettivo di rendere i progetti di Eni in Costa d’Avorio completamente carbon neutral è uno dei temi principali del coinvolgimento di Eni nel Paese. In accordo con il Presidente Ouattara, dopo la scoperta del campo di Baleine, che sarà il primo sviluppo net zero emission (scope 1 e scope 2) in Africa, Eni è impegnata a sostenere una fase di sviluppo accelerato e una parallela fase di studi del Full Field, impiegando le migliori tecnologie disponibili per minimizzare le emissioni GHG e implementando soluzioni impiantistiche ad alta efficienza, con il recupero di energia di processo e la riduzione e il controllo delle emissioni fuggitive.
Inoltre, Eni e il Ministero delle Miniere, del Petrolio e dell'Energia ivoriano hanno siglato un Memorandum of Understanding (MoU) per iniziative in diversi ambiti, anche in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazione Unite: decarbonizzazione, Natural Climate Solution, sviluppo agricolo, produzione di agro-feedstock e sviluppo locale. L'intento è l'implementazione di progetti capaci di rafforzare la sicurezza energetica del Paese, proteggendo le risorse naturali e la biodiversità.
Alcuni degli aspetti fondamentali del lavoro di Eni nel Paese includono, oltre alla possibilità di riconvertire la raffineria di Mombasa in bioraffineria, lo sviluppo del settore agricolo per approvvigionare le bioraffinerie in Italia attraverso progetti agri-feedstock, la raccolta e la raffinazione dell'olio alimentare usato (UCO), lo sviluppo di un impianto di bioetanolo e l'avanzamento delle partnership internazionali. In Kenya lavoriamo per valutare il potenziale inespresso delle bioraffinerie, sempre in un’ottica di sostenibilità che non entri in competizione con la catena alimentare del Paese. Un punto chiave perché la sicurezza alimentare venga rispettata lungo tutto il processo. Puntiamo a favorire opportunità professionali e di formazione per gli agricoltori che, grazie a una rete di agri-hub, svilupperanno la biomassa utile all’alimentazione delle bioraffinerie beneficiando di entrate addizionali e sicure. Nell’ambito della raccolta di UCO, uno degli scopi del progetto è aumentare la consapevolezza sui benefici sia ambientali che sanitari.
A dicembre 2022, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), l’Ambasciata d’Italia a Nairobi ed Eni hanno dato il via al programma SEMAKENYA II, per sperimentare tecnologie e pratiche agronomiche sostenibili resilienti al clima nella Contea di Makueni. L’iniziativa, finanziata dalla Cooperazione Italiana per un valore di 2 milioni di euro, si avvale del contributo dell’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari (CIHEAM Bari) in partenariato con l’Organizzazione per la Ricerca Agricola e Zootecnica del Kenya (KALRO). SEMAKENYA II supporterà la coltivazione di varietà di ricino su campi pilota e la valorizzazione di colture locali resistenti alla siccità, come legumi e frutti tropicali, con un forte potenziale di commercializzazione sui mercati nazionali e internazionali. Sarà introdotta anche una piattaforma digitale che collegherà direttamente gli agricoltori agli acquirenti, con l’obiettivo di garantire un commercio più equo per gli agricoltori e un prodotto di qualità che soddisfi le richieste del mercato.
A febbraio 2022 abbiamo firmato con il Ministero dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica del Mozambico (MADER) un accordo per la cooperazione e lo sviluppo di progetti agricoli in Mozambico, finalizzati alla produzione di semi oleaginosi e oli vegetali da utilizzare come agro-feedstock per la produzione di biocarburanti. In base all'accordo, valuteremo i potenziali siti e le colture più adatte, concentrandoci su aree non in competizione con la produzione alimentare e salvaguardando al contempo le foreste e gli ecosistemi naturali. Le iniziative comprendono la raccolta e la valorizzazione dei residui agricoli e di processo, includendo sia i sottoprodotti che i coprodotti, per la produzione di biocarburanti e lo sviluppo di Natural Climate Solutions (NCS). L'accordo si basa sul Memorandum d'Intesa firmato nel 2019 da Eni e il Governo del Mozambico per la definizione congiunta di progetti di sviluppo sostenibile e decarbonizzazione a sostegno dell'Agenda di sviluppo economico e sociale nazionale e locale del Paese ed è in linea con gli impegni di Eni per accelerare la transizione energetica nei Paesi produttori di combustibili fossili.
A novembre 2022 Eni ha firmato un accordo con il Governo del Paese per sviluppare iniziative innovative congiunte negli ambiti dell’agricoltura, della protezione di ecosistemi forestali unici, delle tecnologie e della salute. Eni rafforza così le attività nel Paese per creare un hub innovativo della transizione, proseguendo il percorso iniziato con il memorandum d’intesa (MoU) di aprile 2022 per l’identificazione di opportunità congiunte nella catena del valore dell’economia circolare e della decarbonizzazione.
I recenti accordi stipulati con l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) emergono tra le diverse iniziative finalizzate a promuovere l’inclusione delle energie rinnovabili nei percorsi di decarbonizzazione degli Stati che fanno parte dell’agenzia internazionale. L’accordo in questione punta a facilitare il dialogo e la condivisione delle rispettive esperienze per accelerare la transizione energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili nei paesi esportatori di combustibili fossili, identificare gli ostacoli agli investimenti del settore privato nelle energie rinnovabili nei Paesi in cui Eni opera e favorire soluzioni in coordinamento con i governi con un focus particolare su biocarburanti, energia marina e rinnovabili offshore. Eni e IRENA insieme si impegnano, a tal proposito, per l’integrazione del continente africano nella catena del valore dei biocarburanti: iniziative di capacity building istituzionale, agribusiness e di sviluppo industriale destinate alla produzione di biocarburanti avanzati favoriranno la decarbonizzazione del settore dei trasporti contribuendo all’aumento delle opportunità di sviluppo.
La nostra storia in Africa
Il continente in cui abbiamo mosso i nostri primi passi. Un legame che si intensifica ancora oggi, dopo oltre 50 anni.
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