HPC5 è un insieme di unità di calcolo parallele in grado di sviluppare una potenza di elaborazione pari a 51,7 Petaflop/s di picco. Associata al sistema di supercalcolo che era già operativo dal 2018 (HPC4), l’infrastruttura raggiunge una potenza di picco di 70 Petaflop/s: vale a dire 70 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Il suo nome completo è High Performance Computing – layer 5: è l’ultima generazione dei supercomputer di Eni. Implementa algoritmi di elaborazione dati molto avanzati e li applica lungo tutta la catena del valore dell’energia. Anche questi software sono sviluppati internamente da Eni. Un importante ambito di utilizzo di HPC5 è l’esplorazione geofisica: lo studio del sottosuolo per individuare nuovi giacimenti di idrocarburi. Ma il supercomputer supporta anche lo sviluppo delle energie rinnovabili e la ricerca di nuove forme di energia, come il moto ondoso e la fusione a confinamento magnetico. Inaugurato il 6 febbraio 2020, è attualmente il supercomputer non governativo più potente al mondo, collocandosi al quindicesimo posto della classifica mondiale TOP500 (giugno 2023). Il Green Data Center di Ferrera Erbognone, realizzato nel 2013, che ospita HPC4 e HPC5, è uno dei centri di calcolo con maggiore efficienza energetica e contenimento dell’impronta carbonica in Europa, con un indice PUE pari a 1,234 (2022). L’indice PUE (Power Usage Effectiveness) indica l’efficienza di un centro di calcolo, cioè il rapporto tra l’energia totale consumata dalla struttura e quella utilizzata per le sole operazioni di calcolo.
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