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I biocarburanti, un contributo chiave per la transizione dei trasporti

Sviluppiamo le tecnologie più innovative e metodi di produzione a basso impatto carbonico per produrre biocarburanti sostenibili.

I biocarburanti sono combustibili per i trasporti prodotti a partire da materie prime biogeniche, come piante, semi o scarti organici, quali oli di cottura o grassi animali. Quando prodotti da materie prime di scarto, o comunque che non siano in concorrenza con la produzione alimentare, offrono un contributo importante alla riduzione delle emissioni dei trasporti – dalle auto alle navi, dai camion agli aerei. 

Già oggi i carburanti alle stazioni di servizio includono almeno il 7% di componente bio per il diesel e il 5% per la benzina. La produzione di biocarburanti non in competizione con la produzione alimentare da piante coltivate su terreni degradati o come colture intermedie permette inoltre di collaborare in modo vincente con il mondo agricolo e anche di valorizzare scarti e rifiuti delle produzioni agricole. Pertanto, per assicurare una gestione sostenibile lungo l’intera catena di fornitura, Eni ha cessato l’approvvigionamento di olio di palma nelle bioraffinerie di Venezia e Gela già da ottobre 2022, in anticipo rispetto alle indicazioni dell’Unione Europea.

Il loro impiego è particolarmente efficiente perché si basa su tecnologie esistenti e possono dare un contributo nell’immediato alla riduzione delle emissioni.

Per i biocarburanti, la riduzione delle emissioni deve essere considerata lungo tutto il ciclo di vita, considerando quindi che le materie prime utilizzate sono tutte di origine biogenica e in prevalenza derivate da scarti e residui di lavorazione: si tratta di economia circolare applicata alla transizione della mobilità. Per questo abbiamo sviluppato la tecnologia Ecofining™ che, diversamente dalle tecnologie tradizionali, permette di ottenere un biocarburante di alta qualità indipendentemente dalla materia prima di partenza. Ecofining è utilizzato nelle bioraffinerie di Venezia e di Gela, dove vengono lavorate materie prime di origine biologica (oli vegetali, ma anche grassi animali e oli da cucina usati) ed è previsto un impiego crescente di scarti e residui dell’industria alimentare. È allo studio anche la fattibilità di una terza conversione a bioraffineria, a Livorno, dove è previsto un impianto Ecofining™ in grado di trattare 500 mila tonnellate di biomassa all’anno. Mentre è in avviamento la bioraffineria St. Bernard Renewables in Louisiana (Stati Uniti d’America) in partnership con PBF Energy, sempre con impiego di Ecofining™.

Per assicurare l’approvvigionamento sempre più sostenibile delle nostre bioraffinerie stiamo coordinando la coltivazione di piante che non incidano né sulla produzione tradizionale di colture alimentari né sulle risorse forestali, su terreni abbandonati o molto degradati o semi-aridi di alcuni Paesi africani. I prodotti agricoli vengono poi raccolti nei nostri “agri-hub” (il primo è già attivo in Kenya), per essere processati nelle bioraffinerie, dove diventano biocarburante HVO

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I biocarburanti: cosa sono e da dove provengono

Esistono diversi tipi di biocarburanti. I primi a essere sviluppati sono stati ottenuti da colture dedicate come mais, colza e soia. Questi biocarburanti non possono essere utilizzati tali e quali nei tradizionali motori a combustione interna, ma devono essere miscelati con combustibili provenienti da fonti fossili. Ad esempio, la normativa europea attuale classifica i combustibili per autotrazione disponibili oggi nelle stazioni di servizio europee come B7 (7% di biodiesel FAME in diesel proveniente da fonti fossili) o E5 (5% di bioetanolo in benzina proveniente da fonti fossili).

Tuttavia, la produzione di biocarburanti da questa prima generazione ha implicazioni negative sull’ambiente, come la deforestazione, la concorrenza con la produzione alimentare e l’impatto sulla biodiversità.

Per questo motivo, la legislazione europea (Direttiva Europea RED II) indirizza verso la produzione di biocarburanti prodotti da materie prime non alimentari, come rifiuti organici e scarti di biomasse agricole, forestali e dell’industria alimentare. Questi biocarburanti sono in grado di contribuire a ridurre le emissioni di gas serra rispetto ai combustibili fossili senza compromettere la sicurezza alimentare.

I prodotti Eni sempre più decarbonizzati

Eni produce una gamma di biocarburanti idrogenati, tra cui HVOlution (HVO 100%) ed Eni Diesel+ (HVO 15%). Per contribuire alla decarbonizzazione dei trasporti aerei, produce il carburante per l’aviazione (SAF, ovvero Sustainable Aviation Fuel) realizzato da componente biogenica e che, miscelato al carburante fossile in misura pari al 20%, produce il JET A1+Eni Biojet. Questo è commercializzato dalla fine del 2022.

Innovazione al servizio della decarbonizzazione

Ridurre le emissioni in un mondo che è sempre più teso alla crescita è un obiettivo sfidante, che affrontiamo cambiando il modo di produrre e consumare energia.

La tecnologia Ecofining: come funziona e a cosa serve

Nelle bioraffinerie di Venezia e di Gela, Eni produce biocarburanti grazie alla tecnologia Ecofining™. Questa tecnologia permette di produrre biocarburanti detti olio vegetale idrotrattato (HVO) con elevati standard di qualità. Il vantaggio dell’HVO è che può essere utilizzato nei moderni motori diesel senza alcuna modifica in qualsiasi miscelazione con componenti fossili o anche puro.

Il Piano Strategico 2023-2026 di Eni prevede di raggiungere una capacità di raffinazione di 3 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025, per poi superare i 5 milioni entro il 2030.

Ecofining™: dai rifiuti organici ai biocarburanti

Ecofining™, una tecnologia proprietaria per produrre biocarburanti

Il processo di trasformazione di materie prime di origine biogenica per la produzione di biocarburanti di alta qualità.

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