Enrico Mattei fu tra i primi a comprendere la centralità dei media e del loro ruolo nelle società moderne. L’attenzione di Eni per l'informazione e la capacità di generare iniziative editoriali originali continua ancora oggi.
Nel 1955 Mattei decide che è arrivato il momento di dotare Eni di una propria rivista. Una rivista vera, non un semplice magazine aziendale, che deve costruire la propria credibilità sulla base delle firme, a cominciare da quella del direttore. Per questo il progetto editoriale viene affidato a un grande intellettuale, scrittore e poeta, come Attilio Bertolucci. È lo stesso Mattei a spiegare questo obiettivo: un moderno rotocalco, in grado di essere letto con interesse da tutti, dal presidente della Repubblica ai tecnici che perforano i pozzi per Eni. Il fondatore del Cane a Sei Zampe accoglie di buon grado la suggestione di Bertolucci che propone di chiamare la rivista “Gatto Selvatico”, dall’inglese “wildcat”: un’espressione utilizzata per definire i primi cercatori di petrolio. L’idea è di realizzare un prodotto che non si limiti a dare il resoconto dei successi aziendali, ma che sappia raccontare la realtà fuori dall’azienda.
L’obiettivo dichiarato del direttore è di costruire una rivista “utile e dilettevole”. Un prodotto che da un lato deve essere colto e attento nell’informare i lettori sul contesto culturale; dall’altro, uno strumento di divulgazione pronto a trattare temi più lievi grazie all’abilità di una firma brillante. Bertolucci dirige la rivista fino al 1963, quando viene sostituito da Franco Briatico, manager di Eni particolarmente ascoltato da Mattei sulle questioni sociali. Nei primi dieci anni della sua pubblicazione, che si concluderà nel 1965, la rivista ospiterà grandi personaggi della letteratura e della scena culturale italiana: Giorgio Caproni (che sul primo numero firma il racconto La tromba del silenzio), Alfonso Gatto, Filiberto Menna, Carlo Cassola, Carlo Emilio Gadda, Leonardo Sciascia, Raffaele La Capria, Enzo Siciliano e tanti altri, chiamati a trattare temi di letteratura italiana e straniera, anche contemporanea.
Proprio in quegli stessi anni, mentre dota Eni di un suo house organ dai tratti originali e profondi, Mattei sta ancora affrontando i postumi della battaglia ideale e politica che l’aveva portato, con successo, a far nascere l’azienda. In particolare, ha dovuto affrontare le accuse ideologiche di chi vuole che il campo occupato dal colosso venga lasciato libero a favore dei privati. Proprio perché cosciente della necessità di un discorso culturale e giornalistico capace di parlare alle classi dirigenti presenti e future del Paese, Mattei è protagonista della fondazione del quotidiano Il Giorno, avvenuta nel 1956 a Milano, come azionista di maggioranza. Il quotidiano, oltre a presentare aspetti grafici ed editoriali molto innovativi, per l’epoca, è una fucina e una scuola per molti giovani giornalisti di quella generazione, e delle generazioni che verranno.
Nata nel 1972 da un'idea dell’allora capo ufficio stampa Gianni Rocca, all’epoca della presidenza di Raffaele Girotti, anche “Ecos” vede la collaborazione di grandi nomi della letteratura italiana. Tra questi spiccano i nomi di Primo Levi, Alberto Bevilacqua, Giorgio Saviane, Roberto Vacca, oltre a quelli di grandi illustratori e fotografi come Carla Accardi, Giovanni Hajnal, Lucio Castagneri, Francesco Manzini, Emilio Tadini e Giovanni Tinelli. Ispirata dalla stessa filosofia del “Gatto Selvatico”, il suo nome viene scelto perché breve e facile da ricordare: rimanda alla "E" di "Eni" e di "energia", ma anche alle parole "economia" e "ecologia".
Pubblicata in italiano e in inglese, per una media di un centinaio di pagine ogni numero, “Ecos” ha cadenza bimestrale ed è distribuita gratuitamente ai dipendenti del gruppo e a personalità della politica, dell’economia, della cultura e del giornalismo, in Italia e all’estero. Uno strumento di comunicazione che parla alle persone di Eni e al mondo esterno con un linguaggio unico, una soluzione innovativa per l’epoca, orientato a illustrare le attività del gruppo e a mettere in contatto Paesi lontani. In trent’anni di vita, vengono realizzati centinaia di reportage nei cinque continenti, tradotti in diverse lingue. “Ecos” è stata la prima rivista aziendale in Occidente a realizzare e a diffondere in Cina numeri speciali in cinese, a pubblicare versioni in kazako e in cirillico. La rivista chiude nel 2002, trent’anni dopo il primo numero.
Nel maggio del 2008 Eni è pronta per tornare in edicola, con un nuovo e ambizioso progetto editoriale. La testata si chiama Oil Magazine. Si tratta di un trimestrale in formato tabloid, e nasce con l’obiettivo di ospitare analisi e dibattiti di alto livello sul mondo dell’energia, della sostenibilità ambientale e dello sviluppo. Il primo numero, distribuito a maggio a un pubblico italiano e internazionale che popola imprese e istituzioni scientifiche e accademiche, ospita un’intervista esclusiva al grande scrittore israeliano Abraham Yehoshua. La rivista nasce sotto l’egida di un comitato editoriale coordinato da Lucia Annunziata.
Dopo quasi dieci anni di pubblicazioni, nel 2017, il trimestrale cambia nome e volto e diventa WE - World Energy. Il riferimento esclusivo all’Oil è diventato troppo stretto, per le dimensioni delle attività di Eni e per gli orizzonti in cui ci muoviamo oggi. L’imponente archivio - 230 interviste, 400 articoli e 750 tra mappe e infografiche - fa parte di un patrimonio che ancora oggi costituisce le radici profonde di WE - World Energy. Dal 2017 il periodico è diretto da Mario Sechi, che oggi guida anche l’agenzia distampa Agi, entrata nella galassia Eni già nel 1965.
A partire dal 2018, il carnet delle pubblicazioni cartacee di Eni si arricchisce anche di un nuovo prodotto. È un mensile e si chiama Orizzonti, ed è interamente dedicato alla Val d’Agri, in Basilicata, dove Eni detiene e gestisce il giacimento petrolifero onshore più grande dell'Europa Occidentale.
Intanto, verso la fine del primo decennio degli anni Duemila, arriva anche in Italia la piena consapevolezza che il futuro dell’editoria globale correrà in rete. Dopo il boom che stravolge il giornalismo americano, anche nel nostro Paese nascono diverse testate online. Eni accetta la sfida. Insieme al sito istituzionale e alla versione online del magazine About Oil (successivamente About Energy) che arricchisce e amplia l’offerta di contenuti della rivista, nel luglio del 2015 debutta Eniday, con un reportage del direttore Marco Alfieri che vuole esemplificare da subito gli obiettivi della nuova testata.
“L’energia è una bella storia”, recita il sottotitolo della testata, ed è proprio come una storia che il magazine vuole raccontare il mondo dell’energia, il mondo di Eni, ma anche il mondo della ricerca e della scienza. Così, ad analisi scientifiche e spiegazioni tecniche si alternano reportage dai vari Paesi del mondo in cui operiamo. Nel 2019, dopo quattro anni in cui hanno contribuito in maniera importante ad arricchire la “galleria di parole e immagini di Eni”, Eniday e About Energy sono confluiti in Eni.com, che oggi raccoglie tutti i nostri contenuti digitali: un ecosistema unico per tutte le informazioni, i racconti e le analisi che riguardano il nostro mondo.
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