- COMMENTI E PRECISAZIONI
San Donato Milanese (MI), 3 novembre 2021 – In merito a quanto riportato nell’anticipazione trasmessa lunedì scorso dalla trasmissione Report, Eni desidera esprimere il proprio sconcerto per le informazioni false e strumentali mandate in onda anche attraverso le dichiarazioni del calunniatore Vincenzo Armanna e del pregiudicato Piero Amara, ai quali Report, al contrario del Tribunale di Milano, continua ad attribuire spazio e attendibilità.
L’anticipazione ha avuto come oggetto la registrazione video di un incontro avvenuto il 28 luglio 2014 presso la sede dell’imprenditore Ezio Bigotti (di cui Amara era il Legale), nel quale Armanna, in presenza di Amara e di altri soggetti, per obiettivi di profitto personale rispetto a operazioni su attività nigeriane della società, dichiarò di voler colpire alcuni manager Eni poiché ritenuti ostacolo rispetto ai propri fini criminali. Eni ricorda che proprio pochi giorni a seguire, in seguito alle deposizioni dello stesso Armanna presso la Procura di Milano, l’ex AD di Eni e l’attuale AD vennero effettivamente iscritti nel registro degli indagati nel processo Eni-Nigeria.
Ciò premesso, e specificato che Eni ha denunciato da alcuni anni Armanna e Amara per le dichiarazioni false rilasciate in diversi ambiti di indagine, senza alcun esito da parte della Procura di Milano, la società ribadisce quanto segue:
Vi sono infine le sentenze, che in questo susseguirsi di falsità vengono inspiegabilmente relegate in secondo piano: il primo grado del processo Eni-Nigeria si è concluso lo scorso marzo con l’assoluzione della società e dei suoi manager “perché il fatto non sussiste”. E lo stesso esito, in secondo grado, ha poi posto fine al processo collegato contro Emeka Obi e Gianluca Di Nardo. È infine notizia recente che la Procura Generale ha respinto la richiesta di ricorso in Cassazione da parte della Nigeria contro l’assoluzione di Obi e Di Nardo, determinando di conseguenza il passaggio in giudicato della “non sussistenza” di quegli stessi fatti imputati come reati a Eni e ai suoi manager, e dichiarando come “non si può dubitare che i manager Eni, così come gli intermediari, sono estranei alla condotta tipica del reato di corruzione”.
L’estraneità del management di Eni a fatti corruttivi in Nigeria altro non fa che confermare ciò che la società ha sempre saputo e rappresentato in ogni sede rispetto alle calunniose dichiarazioni di Amara e Armanna: agivano nell’interesse loro o di loro sodali, e non certo per sviare o depistare indagini a carico di innocenti che (oltre a non avere commesso alcuni dei fatti sotto indagine di rilevanza penale), in quanto tali, ovviamente non ne avevano alcuna necessità o interesse.
Eni, per completezza di informazione sulle vicende descritte, rinvia al proprio sito, dove è possibile consultare la comunicazione inviata da Eni a Report prima dell’anticipazione e molteplici documenti ufficiali a supporto di quanto sostenuto dall’azienda.
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