I rischi finanziari sono gestiti nel rispetto delle linee guida emanate dal Consiglio di Amministrazione (CdA) di Eni SpA, nel suo ruolo di indirizzo e definizione dei limiti di rischio, finalizzate ad allineare e coordinare centralmente le politiche Eni in materia di rischi finanziari (“Linee di indirizzo in materia di gestione e controllo dei rischi finanziari”). Le “Linee Guida” definiscono per ciascun rischio le componenti chiave del processo di gestione e controllo, quali l’obiettivo di risk management, la metodologia di misurazione, la struttura dei limiti, il modello di relazione e gli strumenti di copertura e mitigazione.
Consiste nella possibilità che variazioni dei tassi di cambio, dei tassi di interesse o dei prezzi delle commodity, possano influire negativamente sul valore delle attività, delle passività o dei flussi di cassa attesi. La gestione del rischio di mercato è disciplinata dalle sopra indicate “Linee di indirizzo” e da procedure che fanno riferimento a un modello centralizzato di gestione delle attività finanziarie, basato sulle Strutture di Finanza Operativa (Finanza Eni Corporate, Eni Finance International SA e Banque Eni SA, quest’ultima nei limiti imposti dalla normativa bancaria in tema di “Concentration Risk”), nonché su Eni Trade & Biofuels SpA ed Eni Global Energy Markets SpA per quanto attiene alle attività in derivati su commodity.
In particolare, Finanza Eni Corporate e Eni Finance International SA e garantiscono, rispettivamente, per le società Eni italiane e non italiane la copertura dei fabbisogni e l’assorbimento dei surplus finanziari. Su Finanza Eni Corporate sono accentrate tutte le operazioni in cambi e in derivati finanziari non commodity di Eni, mentre Eni Trade & Biofuels SpA e Eni Global Energy Markets SpA assicurano la negoziazione sui mercati dei relativi derivati di copertura sulle commodity attraverso l’attività di execution.
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dall’operatività dell’impresa in valute diverse dall’euro (principalmente il dollaro USA) e determina una serie di impatti:
In generale, un apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro ha un effetto positivo sull’utile operativo di Eni e viceversa. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di cambio transattivo e l’ottimizzazione del rischio di cambio economico connesso al rischio prezzo commodity. Il rischio derivante dalla maturazione del reddito d’esercizio in divisa oppure dalla conversione delle attività e passività di aziende che redigono il bilancio con moneta funzionale diversa dall’euro non è di norma oggetto di copertura, salvo diversa valutazione specifica.
Eni centralizza la gestione del rischio di tasso di cambio, compensando le esposizioni di segno opposto derivanti dalle diverse attività di business coinvolte e coprendo con il mercato l’esposizione residua, massimizzando i benefici derivanti dal netting. Al fine di gestire l’esposizione residua, le “Linee di indirizzo” ammettono l’utilizzo di differenti tipologie di strumenti derivati (in particolare swap e forward, nonché opzioni su valute).
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato - Tasso di cambio” pag. 327
Le oscillazioni dei tassi di interesse influiscono sul valore di mercato delle attività e passività finanziarie dell’impresa e sul livello degli oneri finanziari netti. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di interesse nel perseguimento degli obiettivi di struttura finanziaria definiti e approvati nel “Piano Finanziario”. Le Strutture di Finanza Operativa, in funzione del modello di finanza accentrata, raccolgono i fabbisogni finanziari Eni e gestiscono le posizioni rivenienti, ivi incluse le operazioni di carattere strutturale, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Finanziario” e garantendo il mantenimento del profilo di rischio entro i limiti definiti. Eni utilizza contratti derivati su tasso di interesse, in particolare Interest Rate Swap, per gestire il bilanciamento tra indebitamento a tasso fisso e indebitamento a tasso variabile.
Il rischio di prezzo delle commodity è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo delle materie prime e dei prodotti di base producano significative variazioni dei margini operativi di Eni, determinando un impatto sul risultato economico, tale da compromettere gli obiettivi definiti nel piano quadriennale e nel budget. Il rischio di prezzo delle commodity è riconducibile a una serie di categorie di esposizione:
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato - Commodity” pag. 327-328.
Il rischio di mercato riveniente dall’attività di gestione della porzione di riserva di liquidità denominata “liquidità strategica” è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo degli strumenti investiti (obbligazioni, strumenti di money market e fondi comuni di investimento) influiscano sul valore degli stessi in fase di alienazione o quando sono valutati in bilancio al fair value. La costituzione e il mantenimento della riserva di liquidità si propongono principalmente di garantire la flessibilità finanziaria necessaria per far fronte a eventuali fabbisogni straordinari (es. difficoltà di accesso al credito, shock esogeni, quadro macroeconomico e operazioni straordinarie) ed è dimensionata in modo da assicurare la copertura del debito a breve termine e del debito a medio-lungo termine in scadenza in un orizzonte temporale di 24 mesi.
Al fine di regolare l’attività di investimento della liquidita strategica, Eni ha definito una politica di investimento con specifici obiettivi e vincoli, articolati in termini di tipologia di strumenti finanziari che possono essere oggetto di investimento, nonché limiti operativi, quantitativi e di durata; ha individuato altresì un insieme di principi di governance cui attenersi e introdotto un appropriato sistema di controllo.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato – Liquidità Strategica” pag. 328
Il rischio di credito rappresenta l’esposizione dell’impresa a potenziali perdite derivanti dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte. Eni ha definito policy di gestione del rischio di credito coerenti con la natura e con le caratteristiche delle controparti delle transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del modello di finanza accentrata prescelto.
Eni ha adottato un modello per la quantificazione e il controllo del rischio credito basato sulla valutazione dell’Expected Loss. L’Expected Loss costituisce il valore della perdita attesa a fronte di un credito vantato nei confronti di una controparte, per la quale si stima una probabilità di default e una capacità di recupero sul credito passato in default attraverso la cosiddetta Loss Given Default.
All’interno del modello di gestione e controllo del rischio credito, le esposizioni creditizie sono distinte in base alla loro natura in esposizioni di natura commerciale, sostanzialmente relative ai contratti di vendita delle commodity oggetto dei business di Eni ed esposizioni di natura finanziaria relative agli strumenti finanziari utilizzati da Eni, quali depositi, derivati e investimenti in titoli mobiliari.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di credito” pag. 329
Il rischio liquidità è il rischio che l’impresa non sia in grado di rispettare gli impegni di pagamento a causa della difficolta di reperire fondi (funding liquidity risk) o di liquidare attività sul mercato (asset liquidity risk). La conseguenza del verificarsi di detto evento è un impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui l’impresa sia costretta a sostenere costi addizionali per fronteggiare i propri impegni o, come estrema conseguenza, una situazione di insolvibilità che pone a rischio la continuità aziendale.
Tra gli obiettivi di risk management di Eni vi è il mantenimento di un ammontare adeguato di risorse prontamente disponibili per far fronte a shock esogeni (drastici mutamenti di scenario, restrizioni nell’accesso al mercato dei capitali) ovvero per assicurare un adeguato livello di elasticità operativa ai programmi di sviluppo dell’azienda. A tal fine Eni mantiene una riserva di liquidità strategica costituita prevalentemente da strumenti finanziari a breve termine e ad alta liquidabilità, privilegiando un profilo di rischio molto contenuto.
Allo stato attuale, la Società ritiene di disporre di fonti di finanziamento più che adeguate a soddisfare le prevedibili necessità finanziarie, attraverso la disponibilità di attivi finanziari e di linee di credito nonché l’accesso, tramite il sistema creditizio e i mercati dei capitali, a un’ampia gamma di tipologie di finanziamento.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di credito per esposizioni di natura finanziaria - Rischio di liquidità” pag. 330.
I rischi finanziari sono gestiti nel rispetto delle linee guida emanate dal Consiglio di Amministrazione (CdA) di Eni SpA, nel suo ruolo di indirizzo e definizione dei limiti di rischio, finalizzate ad allineare e coordinare centralmente le politiche Eni in materia di rischi finanziari (“Linee di indirizzo in materia di gestione e controllo dei rischi finanziari”). Le “Linee Guida” definiscono per ciascun rischio le componenti chiave del processo di gestione e controllo, quali l’obiettivo di risk management, la metodologia di misurazione, la struttura dei limiti, il modello di relazione e gli strumenti di copertura e mitigazione.
Consiste nella possibilità che variazioni dei tassi di cambio, dei tassi di interesse o dei prezzi delle commodity, possano influire negativamente sul valore delle attività, delle passività o dei flussi di cassa attesi. La gestione del rischio di mercato è disciplinata dalle sopra indicate “Linee di indirizzo” e da procedure che fanno riferimento a un modello centralizzato di gestione delle attività finanziarie, basato sulle Strutture di Finanza Operativa (Finanza Eni Corporate, Eni Finance International SA e Banque Eni SA, quest’ultima nei limiti imposti dalla normativa bancaria in tema di “Concentration Risk”), nonché su Eni Trade & Biofuels SpA ed Eni Global Energy Markets SpA per quanto attiene alle attività in derivati su commodity.
In particolare, Finanza Eni Corporate e Eni Finance International SA e garantiscono, rispettivamente, per le società Eni italiane e non italiane la copertura dei fabbisogni e l’assorbimento dei surplus finanziari. Su Finanza Eni Corporate sono accentrate tutte le operazioni in cambi e in derivati finanziari non commodity di Eni, mentre Eni Trade & Biofuels SpA e Eni Global Energy Markets SpA assicurano la negoziazione sui mercati dei relativi derivati di copertura sulle commodity attraverso l’attività di execution.
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dall’operatività dell’impresa in valute diverse dall’euro (principalmente il dollaro USA) e determina una serie di impatti:
In generale, un apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro ha un effetto positivo sull’utile operativo di Eni e viceversa. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di cambio transattivo e l’ottimizzazione del rischio di cambio economico connesso al rischio prezzo commodity. Il rischio derivante dalla maturazione del reddito d’esercizio in divisa oppure dalla conversione delle attività e passività di aziende che redigono il bilancio con moneta funzionale diversa dall’euro non è di norma oggetto di copertura, salvo diversa valutazione specifica.
Eni centralizza la gestione del rischio di tasso di cambio, compensando le esposizioni di segno opposto derivanti dalle diverse attività di business coinvolte e coprendo con il mercato l’esposizione residua, massimizzando i benefici derivanti dal netting. Al fine di gestire l’esposizione residua, le “Linee di indirizzo” ammettono l’utilizzo di differenti tipologie di strumenti derivati (in particolare swap e forward, nonché opzioni su valute).
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato - Tasso di cambio” pag. 327
Le oscillazioni dei tassi di interesse influiscono sul valore di mercato delle attività e passività finanziarie dell’impresa e sul livello degli oneri finanziari netti. L’obiettivo di risk management Eni è la minimizzazione del rischio di tasso di interesse nel perseguimento degli obiettivi di struttura finanziaria definiti e approvati nel “Piano Finanziario”. Le Strutture di Finanza Operativa, in funzione del modello di finanza accentrata, raccolgono i fabbisogni finanziari Eni e gestiscono le posizioni rivenienti, ivi incluse le operazioni di carattere strutturale, in coerenza con gli obiettivi del “Piano Finanziario” e garantendo il mantenimento del profilo di rischio entro i limiti definiti. Eni utilizza contratti derivati su tasso di interesse, in particolare Interest Rate Swap, per gestire il bilanciamento tra indebitamento a tasso fisso e indebitamento a tasso variabile.
Il rischio di prezzo delle commodity è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo delle materie prime e dei prodotti di base producano significative variazioni dei margini operativi di Eni, determinando un impatto sul risultato economico, tale da compromettere gli obiettivi definiti nel piano quadriennale e nel budget. Il rischio di prezzo delle commodity è riconducibile a una serie di categorie di esposizione:
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato - Commodity” pag. 327-328.
Il rischio di mercato riveniente dall’attività di gestione della porzione di riserva di liquidità denominata “liquidità strategica” è identificato come la possibilità che fluttuazioni del prezzo degli strumenti investiti (obbligazioni, strumenti di money market e fondi comuni di investimento) influiscano sul valore degli stessi in fase di alienazione o quando sono valutati in bilancio al fair value. La costituzione e il mantenimento della riserva di liquidità si propongono principalmente di garantire la flessibilità finanziaria necessaria per far fronte a eventuali fabbisogni straordinari (es. difficoltà di accesso al credito, shock esogeni, quadro macroeconomico e operazioni straordinarie) ed è dimensionata in modo da assicurare la copertura del debito a breve termine e del debito a medio-lungo termine in scadenza in un orizzonte temporale di 24 mesi.
Al fine di regolare l’attività di investimento della liquidita strategica, Eni ha definito una politica di investimento con specifici obiettivi e vincoli, articolati in termini di tipologia di strumenti finanziari che possono essere oggetto di investimento, nonché limiti operativi, quantitativi e di durata; ha individuato altresì un insieme di principi di governance cui attenersi e introdotto un appropriato sistema di controllo.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di mercato – Liquidità Strategica” pag. 328
Il rischio di credito rappresenta l’esposizione dell’impresa a potenziali perdite derivanti dal mancato adempimento delle obbligazioni assunte dalla controparte. Eni ha definito policy di gestione del rischio di credito coerenti con la natura e con le caratteristiche delle controparti delle transazioni commerciali e finanziarie nell’ambito del modello di finanza accentrata prescelto.
Eni ha adottato un modello per la quantificazione e il controllo del rischio credito basato sulla valutazione dell’Expected Loss. L’Expected Loss costituisce il valore della perdita attesa a fronte di un credito vantato nei confronti di una controparte, per la quale si stima una probabilità di default e una capacità di recupero sul credito passato in default attraverso la cosiddetta Loss Given Default.
All’interno del modello di gestione e controllo del rischio credito, le esposizioni creditizie sono distinte in base alla loro natura in esposizioni di natura commerciale, sostanzialmente relative ai contratti di vendita delle commodity oggetto dei business di Eni ed esposizioni di natura finanziaria relative agli strumenti finanziari utilizzati da Eni, quali depositi, derivati e investimenti in titoli mobiliari.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di credito” pag. 329
Il rischio liquidità è il rischio che l’impresa non sia in grado di rispettare gli impegni di pagamento a causa della difficolta di reperire fondi (funding liquidity risk) o di liquidare attività sul mercato (asset liquidity risk). La conseguenza del verificarsi di detto evento è un impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui l’impresa sia costretta a sostenere costi addizionali per fronteggiare i propri impegni o, come estrema conseguenza, una situazione di insolvibilità che pone a rischio la continuità aziendale.
Tra gli obiettivi di risk management di Eni vi è il mantenimento di un ammontare adeguato di risorse prontamente disponibili per far fronte a shock esogeni (drastici mutamenti di scenario, restrizioni nell’accesso al mercato dei capitali) ovvero per assicurare un adeguato livello di elasticità operativa ai programmi di sviluppo dell’azienda. A tal fine Eni mantiene una riserva di liquidità strategica costituita prevalentemente da strumenti finanziari a breve termine e ad alta liquidabilità, privilegiando un profilo di rischio molto contenuto.
Allo stato attuale, la Società ritiene di disporre di fonti di finanziamento più che adeguate a soddisfare le prevedibili necessità finanziarie, attraverso la disponibilità di attivi finanziari e di linee di credito nonché l’accesso, tramite il sistema creditizio e i mercati dei capitali, a un’ampia gamma di tipologie di finanziamento.
Per maggiori dettagli si rimanda alla Relazione Finanziaria Annuale 2022 Sezione “Rischio di credito per esposizioni di natura finanziaria - Rischio di liquidità” pag. 330.
Il portafoglio dei top risk Eni è composto di 19 rischi classificati in:
Di seguito sono rappresentati i top risk di Eni rispetto agli obiettivi aziendali, con l’indicazione delle specifiche azioni.
Principali eventi di rischio
Scenario Prezzi, visione d’insieme del rischio di fluttuazioni sfavorevoli dei prezzi del Brent e delle altre commodity rispetto alle previsioni di piano.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Contrazione domanda/contesto competitivo, riferito al verificarsi di uno sbilancio domanda e offerta di mercato o di un incremento della competitività tale da: i) ridurre volumi di vendita, ii) aumentare le difficoltà nel difendere customer base/sviluppare iniziative di crescita, iii) generare dinamiche avverse sui prezzi dei prodotti finiti.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Climate change, riferito alla possibilità che si verifichino modifiche di scenario/condizioni climatiche che possano generare rischi fisici e rischi legati alla transizione energetica (normativi, di mercato, tecnologici e reputazionali) sui business di Eni nel breve, medio e lungo periodo.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Contratti long term supply gas, riferito al possibile disallineamento del costo di fornitura e dei vincoli minimi di prelievo previsti dai contratti rispetto alle attuali condizioni di mercato.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Rapporti con gli stakeholder internazionali, nazionali e locali sulle attività dell’industry Oil & Gas, con impatti anche a livello mediatico.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Biologico-diffusione di pandemie ed epidemie, riferito alla diffusione di pandemie ed epidemie e al deterioramento delle infrastrutture sanitarie e della capacità di risposta sanitaria.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Geopolitico, riferito all’impatto di tematiche geopolitiche sulle scelte strategiche e operative del business.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Instabilità politica e sociale, riferito sia all’instabilità politica e sociale, sia a eventi criminali/bunkering all’interno del paese verso Eni e consociate, con potenziali ricadute in termini di minori produzioni, ritardi nei progetti, potenziali danni a persone e asset.
Global security risk, riferito ad azioni o eventi dolosi che possono arrecare danni alle persone e agli asset materiali e immateriali.
Credit & Financing Risk, relativo a difficoltà finanziarie dei partner, ritardo nell’incasso dei crediti.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Normativo Settore Energy, riferito agli impatti su operatività e competitività dei business legati all’evoluzione della normativa del settore energy.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Rischi di blow-out e altri incidenti agli asset upstream, alle raffinerie e agli stabilimenti petrolchimici, nonché nel trasporto degli idrocarburi e prodotti derivati via mare e via terra (es. incendi, esplosioni ecc.), con danni alle persone e agli asset ed impatti sulla redditività e sulla reputazione aziendale.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Cyber Security & Spionaggio industriale, riferito al verificarsi di attacchi informatici capaci di compromettere i sistemi informativi gestionali (ICT) e i sistemi industriali (ICS), nonché di favorire la sottrazione di informazioni sensibili per Eni.
Azioni di trattamento
Principali eventi di rischio
Contenziosi in materia ambientale e salute e sicurezza, con impatti sulla redditività aziendale (costi per le attività di bonifica e/o adeguamento degli impianti), sull’operatività e sulla corporate reputation.
Coinvolgimento in indagini e contenziosi in materia di corruzione.
Azioni di trattamento