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Eni: prime conclusioni degli accertamenti sull'incendio in Nigeria

San Donato Milanese (Milano), 11 luglio 2015 – In merito all’incendio che si è verificato lo scorso 9 luglio durante i lavori di riparazione della linea onshore Tebidaba-Clough Creek, in Nigeria, precedentemente danneggiata da atti di sabotaggio, Eni comunica con grande rammarico che una delle tre persone rimaste ferite è deceduta presso la struttura ospedaliera presso la quale era ricoverata. Il bilancio dell’incidente è pertanto di 13 vittime e due feriti.

Eni precisa inoltre che, in seguito ai primi accertamenti che la società sta svolgendo in collaborazione con le autorità locali, appare verosimile che l’incendio sia stato  innescato dai soggetti che avevano precedentemente operato sull’oleodotto per sottrarne il greggio. Alcuni testimoni locali, peraltro, hanno riferito di aver visto i sabotatori, al momento dell’arrivo della squadra di intervento per la riparazione della pipeline,  proprio nel punto di sottrazione dell’olio dove gli stessi sabotatori avevano installato un’ apposita valvola.

Eni continuerà a lavorare con le autorità locali nella raccolta delle informazioni utili a ricostruire le dinamiche dell’incidente e le relative responsabilità.

L’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha dichiarato: “Tutta Eni si stringe intorno ai colleghi in Nigeria e alle famiglie di coloro che hanno perso la vita in questa vicenda tragica. Al dolore per la perdita di tante vite umane, si aggiungono oggi lo sgomento e la rabbia per la ricostruzione che sta emergendo sulla dinamica dei fatti. Ribadiamo la nostra determinazione a fare piena luce sulla vicenda, in stretta collaborazione con le autorità locali”

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