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San Donato Milanese, 5 luglio 2013 – Eni informa che la Corte di Cassazione ha confermato in modo definitivo la sentenza di "non luogo a procedere" emessa dal GUP di Milano il 28 giugno 2012 perché il fatto non costituisce reato, rigettando il ricorso della Procura di Milano.
In particolare, la decisione fa riferimento al filone "Accise" del procedimento noto come "Misura gas", avviato a seguito della contestazione nel 2010 su ipotesi di reato in materia tributaria, in relazione all’asserita "sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sugli oli minerali per un importo di circa 0,47 miliardi e 1,3 miliardi di euro".
In tale ambito erano indagati nove fra dipendenti ed ex dipendenti di Eni, inclusi i direttori generali della divisione Gas & Power in ruolo all’epoca dei fatti.
Già in precedenza la Corte di Cassazione, con ordinanza pronunciata l’11 febbraio 2013, aveva confermato in modo definitivo, relativamente a Eni, la precedente sentenza di "non luogo a procedere" del GUP di Milano, emessa il 24 gennaio 2012 in relazione a un altro stralcio del procedimento "Misura gas".
In tale procedimento erano indagati 12 fra dipendenti ed ex dipendenti di Eni, inclusi due direttori generali, a seguito della contestazione del 2009 da parte della Procura della Repubblica di Milano su ipotesi di reato, tra le quali violazioni nell’accertamento e/o pagamento dell’accisa e ostacolo all’autorità di vigilanza, in relazione ad attività di misurazione e vendita di gas naturale.
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