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Gela

Nel sito siciliano abbiamo creato le basi della nostra progettualità circolare.

Gela, alle origini della nostra sfida sostenibile

Se volessimo identificare un luogo dal quale è partita la nostra sfida di sviluppo sostenibile, questo sarebbe senza alcun dubbio Gela, Sito di interesse nazionale dal 2000 con 795 ettari di aree a terra, di cui circa 17 ettari di proprietà Eni Rewind e circa 55 ettari gestiti per conto dell’ISAF (Industria Siciliana Acido Fosforico). È qui che abbiamo infatti gettato le fondamenta della nostra progettualità circolare con la realizzazione, completata nel 2012, di un impianto fotovoltaico da 5 MW sulla messa in sicurezza permanente dell’ex discarica fosfogessi appartenuta a ISAF. Le origini del sito risalgono al 1960 quando, in seguito alla scoperta del petrolio nel sottosuolo gelese, fu costruito lo stabilimento petrolchimico. Tra il 1967 e il 1968 l’ISAF, partecipata dall’Ente Minerario Siciliano (48%) con Anic (26%) e Montedison (26%), ha avviato gli impianti dei concimi complessi, dell’acido solforico, dell’acido fosforico e dell’acrilonitrile. Negli anni ‘70 si aggiunsero gli asset del cracker, del polietilene ad alta densità e del ciclo cloro e derivati.

Nei primi anni ’90 lo scenario cambia profondamente: molte attività produttive vengono fermate e, a valle della fallita operazione Enimont, le quote azionarie dell’ISAF di Montedison e Anic confluiscono in Enichem (dal 2003 Syndial, oggi Eni Rewind) che arriva a detenere il 52% del capitale sociale, diventando azionista di maggioranza. Il risanamento del sito è stato avviato nel 1999 ed è in capo alla società ambientale di Eni che opera anche per conto delle società coinsediate Versalis, Enimed e Raffineria di Gela. Gli interventi hanno previsto la messa in messa in sicurezza d’emergenza e permanente, la bonifica e il monitoraggio della falda multisocietaria assieme alla gestione dell’impianto di trattamento delle acque, la bonifica dei suoli e la demolizione di impianti, capannoni ed edifici presenti presso isola 1 (ex impianto clorosoda), isola 2 (ex impianto dicloretano), isola 6 (ex Agricoltura), isola 10 (ex impianto ossido di etilene), isola 17 (ex acrilonitrile) e isola 9 ISAF.

Le nostre attività a Gela

A Gela Eni Rewind è proprietaria e titolare degli oneri di bonifica delle aree ex Anic e gestisce le attività ambientali dell’ISAF distribuite tra l’isola 9 (3 ettari) e l’ex discarica fosfogessi ISAF (52 ettari). Per quanto riguarda il risanamento suoli, nel 2018 la società ha avviato gli interventi ambientali autorizzati con decreto nelle isole 2, 6, 9 ISAF e 17, privilegiando l’applicazione della tecnologia in situ Multi-phase extraction (MPE), e la messa in sicurezza permanente prevista nell’isola 1. Nell’isola 10 è stata già completata la bonifica dei suoli insaturi. Sul fronte del decommissioning, Eni Rewind ha terminato la demolizione dell’impianto Acrilonitrile (isola 17) e avvierà il cantiere per quella dei capannoni e degli edifici presenti nell’isola 6, detta ex Agricoltura. Per quanto concerne la falda, Eni Rewind si occupa delle attività di bonifica e monitoraggio delle acque previste dal progetto autorizzato. Infine, per le aree ISAF, Eni Rewind ha realizzato la messa in sicurezza dell’ex discarica fosfogessi e prosegue nel decommissioning con svuotamento e smantellamento dell’ex impianto acido fosforico, del decantatore e del parco serbatoi presso isola 9, uno dei cantieri di bonifica più complessi del sito, iniziato nel 2016.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

Nel novembre 2018 il Ministero dell’Ambiente ha emesso i decreti relativi al progetto operativo di bonifica delle aree di stabilimento per le isole 1, 2, 6 e 17 e al progetto operativo di bonifica dell’isola 9 di proprietà ISAF. La procedura è stata molto complessa in quanto il progetto rientra tra gli interventi contemplati nel decreto legislativo 230/95 (modificato oggi dal d.lgs.101/2020, Testo Unico Radioprotezione) che disciplina la gestione dei materiali contenenti radionuclidi naturali, con autorizzazione in capo alla Prefettura del territorio. Il progetto definitivo di bonifica della falda è stato approvato con decreto interministeriale nel 2004 e la successiva variante nel 2014.

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Focus su Gela 

Il rilancio delle attività e della presenza di Eni a Gela in chiave sostenibile e circolare ha il suo fulcro nella riconversione della raffineria a ciclo tradizionale in Green Refinery, nella realizzazione di un impianto in grado di trasformare i rifiuti organici in biocarburanti (Waste to Fuel), nell'attuazione in tempi certi delle bonifiche e nello sviluppo delle energie rinnovabili. Questa volontà ha portato, nel novembre 2014, alla firma del Protocollo d’Intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Sicilia, il Comune di Gela, le organizzazioni sindacali, Confindustria ed Eni con le sue controllate, tra cui l'allora Syndial (oggi Eni Rewind), presenti nel sito. Per tutti gli impianti di trattamento delle acque di falda, reflue e dei percolati di discarica è stato rilasciato un provvedimento Aia dalla Regione Siciliana.

L’impianto acido fosforico è stato avviato dall’Isaf (Industria Siciliana Acido Fosforico) nel 1966. La produzione fu improvvisamente interrotta nel 1992 e mai più riavviata. Nei serbatoi, nelle vasche  e nelle tubazioni rimasero materie prime e i residui di produzione da smaltire. Negli anni la vicina discarica, collegata all’impianto mediante una sistema di tubazioni, ha accolto i residui delle lavorazioni, i fosfogessi. Le attività ambientali hanno dapprima previsto la messa in sicurezza di emergenza e, successivamente, la messa in sicurezza permanente della ex discarica conclusa nel 2012. Nello stesso anno, sul piano sommitale del capping è stato installato un impianto fotovoltaico da 5 MW per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il decommissioning dell’ex impianto acido fosforico, del decantatore e del parco serbatoi è iniziato nel 2016 grazie alla sinergia con tutte le istituzioni del territorio. Il progetto, uno dei più sfidanti dal punto di vista progettuale e economico, prevede la demolizione e il successivo conferimento del materiale di risulta in una nuova discarica, all'interno del perimetro della Discarica Fosfogessi ISAF, oltre alla bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee. Il programma si articola in quattro fasi: lo svuotamento del decantatore e il trattamento dei fanghi estratti in un impianto mobile autorizzato; lo svuotamento del parco serbatoi e il trattamento della fase liquida; la demolizione dell’impianto acido fosforico, del decantatore e dei serbatoi; la costruzione, coltivazione e chiusura della discarica di scopo destinata ai materiali inertizzati e provenienti dalle demolizioni, da realizzarsi all'interno del perimetro della Discarica Fosfogessi ISAF. Il completamento di tutti gli interventi è previsto entro il 2025.

A Gela Eni Rewind sta mettendo in campo tecnologie innovative, nate e sviluppate nei laboratori di ricerca Eni, per ottimizzare la bonifica dei suoli e della falda. Partirà a breve la sperimentazione dei campionatori passivi sui suoli di isola 9, una metodologia di monitoraggio che permetterà di valutare la lisciviazione dei contaminanti dal suolo alle acque sotterranee e la loro volatilizzazione dal suolo alle superfici. È già inoltre in corso l’applicazione della tecnologia e-hyrec che consiste nel posizionamento all’interno dei pozzi di specifici dispositivi in grado di separare ed emungere dalla falda il solo prodotto organico galleggiante, evitando di estrarre e smaltire quale rifiuto preziosa risorsa idrica destinata ai trattamenti per ottenere acque idonee al riutilizzo nei siti industriali.

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Nel 2021 abbiamo completato, su mandato della società RaGe di Eni, lo smantellamento dei vecchi impianti, ormai dismessi, legati al processo di raffinazione: il camino SNOX, la caldaia G300, le strutture trivelle Coking 1 e 2 e la Torcia D-D1. Per gli interventi è stato necessario ricorrere allo smontaggio top-down al fine di evitare interferenze con altre attività operative dello stabilimento, assicurando il recupero di circa 6.000 tonnellate di rottami metallici, motori e cavi elettrici che troveranno una seconda vita nei settori civile e industriale. Entro il 2023 concluderemo le attività con la demolizione, ora in corso, delle caldaie G100 e G200 e avvieremo quella del camino quadricanne e dell’impianto Snox.

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Lo smantellamento dei vecchi impianti dismessi legati al processo di raffinazione

L'impegno di Eni Rewind per lo sviluppo sostenibile di Gela risale al 2007 con la progettazione e successiva realizzazione, ultimata nel 2012, di un impianto fotovoltaico da 5 MW sul piano sommitale dell’ex discarica ISAF, precedentemente interessata da un intervento di messa in sicurezza permanente

A Gela attualmente Eni Rewind gestisce l’ impianto di trattamento delle acque di falda (portata max 300 mc/h) e l’impianto TAS (portata max 1000 mc/h), di proprietà Eni, che tratta le acque reflue del sito multisocietario e il percolato della discarica comunale Timpazzo e delle discariche nella raffineria. Inoltre, provvede alla gestione degli impianti Biologico urbano (400 m3/h) e Biologico Industriale (900 m3/h), di proprietà della Regione Siciliana, per la depurazione dei reflui civili ed industriali del territorio. 

A Gela nascono i carburanti del futuro. Grazie all’impegno di Eni e Eni Rewind, Gela è un esempio virtuoso di risanamento ambientale e innovazione tecnologica teso alla creazione di opportunità di sviluppo per il territorio. L'ultimo esempio in ordine cronologico è la realizzazione e l'avvio, nel dicembre 2018, dell'impianto pilota Waste to Fuel che permetterà di produrre bio olio dalla trasformazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU), il cosiddetto umido.