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Cengio e Saliceto

Il nostro progetto di risanamento del sito ex Acna che ha ridato vita alla Val Bormida.

La riqualificazione di uno stabilimento produttivo centenario

Il Sito di Interesse Nazionale di Cengio e Saliceto è situato nella valle del fiume Bormida, in provincia di Savona, e si estende su un’area di circa 67 ettari. La sua origine risale al 1882 quando nell’area s’insedia un piccolo dinamitificio per la produzione di esplosivi. Nel 1925 lo stabilimento viene convertito dall’Acna, acronimo di Aziende Chimiche Nazionali Associate, in una fabbrica di intermedi per coloranti e farmaceutici, quindi nel 1931 passa alla società Montecatini e poi a Montedison nel 1964. Nel 1988, dopo cento anni di attività da parte di società esterne al gruppo Eni, l’Acna confluisce in Enimont nell’ambito delle operazioni di salvataggio industriale disposte dal governo italiano. Nel 1991 lo stabilimento passa sotto il controllo di Enichem, oggi Eni Rewind, che ferma definitivamente le attività produttive nel 1999. Il piano di risanamento è stato avviato nel 1988 e rilanciato con la sottoscrizione nel 2000 di un Accordo di Programma tra l’Acna, i ministeri dell’Ambiente, dell’Industria e della Sanità, le Regioni Liguria e Piemonte e il Commissario Delegato di Governo. Al 31 dicembre 2020 abbiamo speso oltre 360 mln€ per il risanamento ambientale del sito e stima di sostenere ulteriori costi per circa 40 mln€. Un impegno di spesa significativo che supera ampiamente i 300 miliardi di lire previsti dall’Accordo di Programma.

Le nostre attività a Cengio e Saliceto

Il piano di risanamento del sito è iniziato nel 1988, a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri che ha riconosciuto la Val Bormida "area ad elevato rischio di crisi ambientale". Le prime opere di contenimento, costituite da un’alternanza di muratura, calcestruzzo, diaframmi plastici, jet grouting e trincee drenanti, sono state realizzate già nel 1984 ;al fine di impedire la filtrazione delle acque di falda dallo stabilimento verso l’esterno. Successivamente è stato posizionato un diaframma plastico in cemento-bentonite che si intesta nel substrato marnoso impermeabile, con interposto HDPE. Con l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2000 l’area è stata suddivisa in quattro zone omogenee in funzione degli interventi di messa in sicurezza permanente e di bonifica: la Zona A1, destinata al deposito dei materiali, la Zona A2, ovvero l’area impianti in cui si trova il Torrione, simbolo di Cengio, la Zona A3, che è l’area golenale, e la Zona A4, denominata Pian Rocchetta, che si trova in un’ansa alla destra idrografica del fiume Bormida, a circa un chilometro dall’insediamento industriale. Per ogni area il Commissario Delegato di Governo ha approvato uno specifico progetto di bonifica nel 2006. Attualmente abbiamo già completato gli interventi in Zona A1, A2 e in Zona A4. Per queste ultime due aree la società ha ottenuto le relative certificazioni di avvenuta bonifica, pertanto le aree sono già disponibili per nuovi progetti finalizzati allo sviluppo e alla valorizzazione del territorio.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

Il piano di risanamento del Sito di Interesse Nazionale di Cengio e Saliceto, avviato già a partire dal 1988, è stato consolidato nel 2000 con la sottoscrizione di un Accordo di Programma; tra l’ex Acna, i ministeri dell’Ambiente, dell’Industria e della Sanità, le Regioni Liguria e Piemonte e il Commissario Delegato. I progetti di bonifica per le quattro aree sono stati approvati nel 2006 con l’emissione di specifici provvedimenti autorizzativi del Commissario Delegato di Governo.

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Focus su Cengio e Saliceto

L’ex stabilimento industriale è adiacente al fiume Bormida. Eni Rewind, al fine di evitare una contaminazione delle acque dovuta alle eventuali onde di piena, ha costruito un'opera ingegneristica ad alto valore tecnologico che consiste nella realizzazione di un argine lungo circa 2.500 metri fondato su uno strato di terreno impermeabile, chiamato marna, nel quale è stato posizionato un diaframma plastico di sbarramento per le acque di scolo. La struttura, tra le prime al mondo realizzate con questa tecnologia d’avanguardia, può resistere a un'esondazione di 1.750 m3 di acqua al secondo, garantendo la sicurezza del sito.

Il sito di Cengio e Saliceto è sottoposto a un monitoraggio idrogeologico e idrochimico, in linea con quanto condiviso con gli enti. Dal 2017 è inoltre attivo il Protocollo di monitoraggio sulla verifica della qualità delle acque del fiume Bormida sottoscritto da Regione Liguria, Regione Piemonte, ARPA Liguria, ARPA Piemonte ed Eni Rewind. Oggi lo stato qualitativo delle sue acque è stato definito buono, come confermano gli esiti dei monitoraggi e dei campionamenti che vengono effettuati ogni mese, in più postazioni, per verificare l’eventuale presenza di tracce di sostanze chimiche riconducibili alle antiche contaminazioni delle zone ex industriali.  

L’Area Merlo è una zona esterna all’ex insediamento industriale e mai interessata da attività industriali. A partire dal 2016 Eni Rewind, pur non essendo proprietaria dell’area, ha avviato specifiche misure di prevenzione per la falda. Oggi sono attivi 11 piezometri, per una portata totale variabile da circa 60 a oltre 200 m3/giorno, che convogliano le acque emunte all’impianto ITAR del sito. A luglio 2019 è stato trasmesso un progetto di bonifica delle acque di falda che prevede, oltre al consolidamento del sistema di emungimento già in atto, un’analisi di rischio e un intervento di enhanced bioremediation grazie alla naturale capacità di degradazione aerobica mostrata dall’acquifero di Cengio. Il decreto regionale relativo all’approvazione del test pilota sull’applicabilità della tecnologia di biorisanamento è stato firmato il 18 agosto 2020. Le attività di campo, avviate a gennaio 2021, sono terminate a marzo 2022.

Nel 2018 abbiamo sottoscritto una convenzione con il Comune di Cengio volta a restituire pregio e valore a Palazzo Rosso, lo storico edificio del dopolavoro Acna in stile neoromanico. Grazie all’accordo, che prevede una concessione in comodato d’uso per quindici anni, l’amministrazione comunale potrà realizzare con finanziamenti pubblici per la riqualificazione territoriale un restauro dell’edificio che diventerà la sede e il cuore pulsante di iniziative sociali, culturali e artistiche destinate alla comunità cengese.