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Pieve Vergonte

Il risanamento del sito è destinato a scrivere la storia dell’ingegneria ambientale in Italia.

Una storia industriale che risale al 1915

Il Sito di Interesse Nazionale di Pieve Vergonte, individuato nel 1998 e perimetrato nel 2000, si trova in Piemonte, nella Val d’Ossola. La sua perimetrazione include l’area del sito industriale, suddivisa in interna ed esterna, una parte del fiume Toce e la baia di Pallanza che si affaccia sul Lago Maggiore. Lo stabilimento industriale è nato tra il 1915 e il 1920 a Rumianca, un comune divenuto, assieme a Fomarco, l’attuale Pieve Vergonte. La sua origine è legata alla società Chimica dott. Vitale che produceva cloro-soda, acido solforico e fertilizzanti e, in seguito, altre attività a sostegno dell’industria bellica. Negli anni '20 lo stabilimento è passato prima alla Snia e successivamente alla società Rumianca (dal 1967 gruppo SIR-Rumianca) per la produzione di DDT, cloro-derivati, intermedi e prodotti finiti del ciclo fertilizzanti. Eni è presente a Pieve Vergonte dal 1982, attraverso le sue controllate Anic e successivamente Enichem Synthesis, nell’ambito di un’acquisizione ex lege voluta dallo Stato per il salvataggio industriale del sito. Nel 1997 le attività produttive vengono cedute, con diritto di superficie sulle aree (circa 23 ettari), alla società belga Tessenderlo per poi passare prima a Hydrochem Italia e, nel 2019, a Esseco Group che oggi gestisce l’impianto cloro-soda e le linee di cloro-aromatici. Da questa data Enichem, poi Syndial e oggi Eni Rewind, gestisce le aree residue (circa 14 ettari) ed è titolare degli oneri di bonifica dei suoli e della falda del sito.

Le nostre attività a Pieve Vergonte

Il sito industriale è suddiviso in un’area interna, con le aree industriali Esseco Group, l’ex Sala Krebbs, l’ex impianto DDT e l’impianto di trattamento acque di falda, e un’area esterna che comprende l’area VF, le aree AE, l’area ANAS e l’area del torrente Marmazza. Il risanamento del sito è stato avviato da Enichem nel 1995 con le indagini ambientali dei terreni e delle acque di falda, confluite nel Piano di caratterizzazione approvato nel 2003. Successivamente si è provveduto alla messa in sicurezza di emergenza, alle demolizioni degli impianti DDT, Cloralio e Krebbs, alla realizzazione della barriera per il confinamento idraulico e all’implementazione dell’impianto TAF, oggi tra i più grandi d’Europa.

Il progetto operativo di bonifica, autorizzato nel 2014, prevede il ripristino del Marmazza nel suo alveo naturale, la realizzazione di un’'opera drenante da realizzare in corrispondenza della deviazione del fiume, l’ampliamento dell’impianto di trattamento delle acque di falda, l’integrazione dello sbarramento idraulico esistente, la realizzazione di interventi di air sparging e soil vapour extraction (AS/SVE) per la bonifica in situ della falda, l’asportazione dei terreni contaminati delle aree interne ed esterne del sito industriale e il rinforzo degli argini del fiume Toce verso Vogogna. Per i terreni scavati durante le attività di bonifica è previsto un intervento presso l’impianto di lavaggio Soil Washing teso a favorirne il recupero: i suoli conformi verranno utilizzati per le operazioni di rinterro all’interno del sito industriale. Per quelli che risulteranno non idonei al riutilizzo è previsto il confinamento finale all’interno di un impianto appositamente realizzato in situ.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

Dopo aver provveduto alle attività di caratterizzazione e alla messa in sicurezza di emergenza dei suoli e della falda, negli anni la società ha elaborato e presentato diversi progetti di risanamento in linea con le indicazioni del ministero dell’Ambiente e degli enti. Nel gennaio 2014 è stato autorizzato con decreto il Progetto operativo di bonifica di Pieve Vergonte. Durante lo sviluppo esecutivo degli interventi ambientali è emersa la necessità di apportare alcune modifiche, pertanto nel maggio 2018 la società ha presentato una variante progettuale ora in istruttoria.

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Focus su Pieve Vergonte

Il risanamento del Sito di Interesse Nazionale di Pieve Vergonte, che Eni Rewind porterà a compimento entro il 2032, è destinato a scrivere la storia dell’ingegneria ambientale in Italia. Oltre alla bonifica dei suoli e della falda, nel progetto è infatti previsto anche il ripristino del percorso originario del torrente Marmazza, deviato all’interno dello stabilimento nel 1915 per il fabbisogno idrico delle attività produttive. Si tratta di un’opera imponente che interessa un tratto del corso d’acqua lungo un chilometro e mezzo, tra il Comune di Pieve Vergonte e quello di Vogogna, e che consentirà la messa in sicurezza idraulica del sito preliminare alle attività sui suoli. Per l’intervento la società ambientale di Eni ha messo in campo le tecnologie ingegneristiche più avanzate che consentiranno lo scavo di una parte del letto del Marmazza al di sotto della linea ferroviaria e della strada statale del Sempione, senza doverne interrompere la viabilità. A sostegno del piano stradale e ferroviario si posizioneranno possenti ponteggi in calcestruzzo per un peso totale pari a 7300 tonnellate. Per contenere le acque di falda a monte idrologico del sito industriale verrà inoltre realizzata un’opera di drenaggio. La messa in sicurezza idrogeologica sarà ultimata con la creazione di una scogliera a protezione del paese di Vogogna, volta a rinforzare gli argini del fiume Toce all’altezza dell’immissione del Marmazza.

 

Nel 2014 la Prefettura della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha firmato con la società ambientale di Eni il Protocollo d’Intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli interventi di bonifica a Pieve Vergonte. L’accordo mira alla creazione di un sistema capillare di controlli antimafia su appalti e subappalti e al monitoraggio continuo dei cantieri. È stata inoltre prevista una Cabina di Regia per il monitoraggio e la verifica costante dei lavori di risanamento, istituita nel 2015 e partecipata anche dai rappresentanti della Regione Piemonte, della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola e dei Comuni di Pieve Vergonte, Vogogna e Piedimulera.

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Nel 2016 è stato sottoscritto un Patto per la sicurezza con i rappresentanti delle imprese che operano a Pieve Vergonte nei cantieri di bonifica. L’accordo rappresenta un vero e proprio modello di gestione della salute e della sicurezza dei lavoratori con cui la società s’impegna a garantire l’obiettivo zero infortuni, anche attraverso una collaborazione costante e sinergica con le ditte fornitrici.  Per far questo Eni mette a disposizione i propri strumenti, dalle iniziative di comunicazione e formazione ai controlli in campo da effettuare congiuntamente.

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Il 1° maggio 2018 Eni Rewind ha aperto le porte dello stabilimento di Pieve Vergonte alla cittadinanza per mostrare lo stato di avanzamento degli interventi previsti dal progetto di bonifica e per descrivere il futuro riassetto morfologico del sito. All’evento hanno partecipato circa duecento persone, tra cui tanti ex lavoratori.

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