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Manfredonia

Un risanamento ambientale complesso che si distingue per la gestione innovativa e sostenibile della falda.

Storia di una bonifica complessa

Lo stabilimento petrolchimico di Manfredonia e Monte Sant’Angelo nasce nel 1968 con Anic per la produzione di fertilizzanti. Successivamente, la società Chimica Dauna, detenuta 50% da Anic e 50% da Snia Viscosa, avvia gli impianti di caprolattame, solfato ammonico e altri derivati. Nel 1982 Anic acquista il 50% delle azioni di proprietà della Snia Viscosa, divenendone unico proprietario. Due anni più tardi la società Chimica Dauna viene fusa per incorporazione in Anic Agricoltura (poi Enichem Agricoltura). Dal 1976, a seguito di un’esplosione nell’impianto ammoniaca-urea, le attività produttive vengono gradualmente dismesse fino alla chiusura, tra il 1988 e il 1994, degli impianti di caprolattame e fertilizzanti. L’area industriale di Manfredonia è stata riconosciuta Sito di Interesse Nazionale nel 1998.

Le nostre attività a Manfredonia

Il risanamento ambientale del sito è iniziato nel 1999 con un piano di indagini finalizzato alla definizione qualitativa dei terreni, escluse le aree di impronta degli impianti. Dal 2003 al 2016 è stata completata la demolizione degli impianti e la rimozione dei rifiuti nelle discariche (isole 12, 14, 16 e 17) e dei nuclei di contaminazione (isole 13, 20 e aree perimetrali). Inoltre, è stata ultimata la bonifica dei suoli dell’area Ex Enel. La campagna di caratterizzazione integrativa effettuata sulle aree di impronta degli impianti, a seguito della loro demolizione, ha messo in evidenza una contaminazione residuale che interessa un totale di 2,6 ettari distribuiti nelle isole 5, 9, 14, 15, 16 e 17. Per la bonifica di questi hot spot, nel 2016 Eni Rewind ha presentato i rispettivi progetti di bonifica, tutti approvati con l’eccezione di isola 15 che nel 2021 è stata definita non contaminata con decreto ministeriale. Attualmente sono in attesa di certificazione dagli enti gli interventi per le isole 9, 14, 17, 20 e aree perimetrali e ancora in esecuzione quelli previsti per le isole 5 e 16. A oggi 94 dei 96 ettari di proprietà a Manfredonia sono già disponibili per nuove iniziative. Per quanto riguarda la falda, dal 2006 nel sito è attivo un sistema di emungimento e barrieramento idraulico. Le acque vengono emunte dalle aree contaminate interne al sito e, una volta trattate dall'impianto TAF, ampliato nel 2021, reimmesse in falda lungo il perimetro dello stabilimento.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Le mappe sopra riportate intendono rappresentare le attività di Eni Rewind nel sito. Per la perimetrazione ufficiale si rimanda alla cartografia del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica o dell’ente competente.

Lo stato del procedimento ambientale

L’iter di bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Manfredonia è iniziato con il Piano di caratterizzazione del suolo e del sottosuolo, autorizzato nel 2000. Tutti gli interventi di demolizione degli impianti, rimozione e smaltimento dei rifiuti nelle discariche e bonifica dei nuclei di terreno contaminato sono stati avviati in regime di messa in sicurezza di emergenza o autorizzati con decreto ministeriale. Per l’area Ex Enel e per isola 12, il ministero dell’Ambiente ha autorizzato le attività di bonifica rispettivamente nel 2008 e nel 2019. L’iter relativo ai progetti di bonifica dei suoli per le contaminazioni residuali nelle isole 9, 14, 16 e 17 si è concluso nel 2019 con l’approvazione da parte del ministero dell’Ambiente. La proposta progettuale per isola 5 è stata invece autorizzata nel 2020, mentre isola 15 è stata definita non contaminata con decreto ministeriale nel dicembre 2021. Il Progetto per la messa in sicurezza di emergenza e la bonifica della falda è stato autorizzato con decreto interministeriale nel 2003 e la sua variante nel 2019.

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Una gestione sostenibile per la bonifica della falda

La soluzione adottata a Manfredonia per la bonifica dell’acquifero è legata alla necessità di gestire l’intrusione salina e la natura carsica del sottosuolo che caratterizza l’area. Allo stesso tempo si è reso necessario compensare l’emungimento dalla falda con l’immissione di acqua dolce, in modo tale da non alterare l’equilibrio idrogeologico dell’area. Ciò avviene attraverso una barriera immissione lungo il confine del sito che per i primi quindici anni è stata alimentata sia dalle acque di falda trattate sia dalle acque dolci provenienti dalla condotta della Capitanata. Con la variante al progetto della falda, , approvata nel 2019, Eni Rewind ha progettato una revisione dei sistemi di estrazione e di reiniezione dell’acqua al fine di ottimizzare il processo di bonifica e azzerare il prelievo di risorsa idrica, in un’ottica di gestione ambientale sostenibile. Grazie agli interventi, che hanno previsto ulteriori pozzi e piezometri, oltre al potenziamento dell’impianto TAF da 120 a 240 m3/h, oggi la reiniezione in falda viene effettuata esclusivamente con le acque trattate nel sito. Inoltre, nel 2021 Eni Rewind ha avviato la realizzazione di pozzi con tecnologia Groundwater Circulation Wells, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, per accelerare la bonifica della falda in isola 5.