42 ettari (di cui circa 37 ettari di proprietà Eni Rewind)
ex Rumianca
circa 170 mln€ al 31 dicembre 2019
CAPEX circa 140 mln€ + OPEX circa 3 mln€ ogni anno
Il Sito di Interesse Nazionale di Pieve Vergonte è situato in Piemonte, nella
Val d’Ossola. La sua perimetrazione, come da decreto del Ministero dell’Ambiente
del 10 gennaio 2000, include l’area del sito industriale, suddivisa in interna
ed esterna, una parte del fiume Toce e la baia di Pallanza che si affaccia sul Lago
Maggiore. Le aree di proprietà di Eni Rewind si estendono su una superficie
di circa 37 ettari all’interno dello stabilimento industriale che nacque tra
il 1915 e il 1920 a Rumianca, un comune divenuto, assieme a Fomarco, l’attuale
Pieve Vergonte. La sua origine è legata alla società Chimica dott. Vitale
che qui produceva cloro-soda, acido solforico e fertilizzanti per poi sviluppare altre
attività a sostegno dell’industria bellica. Negli anni ’20 lo stabilimento
passa prima alla Snia e successivamente a Rumianca (dal 1967 gruppo SIR-Rumianca).
È in questo periodo che si implementano le nuove linee produttive di DDT, cloro-derivati,
intermedi e prodotti finiti del ciclo fertilizzanti. Solo nel 1982, con le opere di
salvataggio industriale volute dallo Stato, le attività produttive passano
ad Anic (gruppo Eni) e poi a EniChem Synthesis che le gestisce fino al luglio 1997,
quando vengono cedute alla società belga Tessenderlo, con diritto di superficie
sulle aree (circa 23 ettari). Da questa data Enichem, che diventa Syndial nel 2003
e oggi Eni Rewind, gestisce le aree residue (circa 14 ettari) e dell’impianto
di trattamento acque di falda, non ha più attività produttive in esercizio
ed è titolare degli oneri di bonifica di suoli e falda. Sul sito oggi opera
la società Hydrochem Italia che gestisce l’impianto cloro-soda, le linee
di cloro-aromatici e l’impianto di produzione acido solforico da zolfo.
Sul fronte del risanamento ambientale, a partire dal 1995 sono state eseguite numerose
campagne di caratterizzazione dei terreni e delle acque di falda, confluite nel Piano
di Caratterizzazione presentato nel 1999 e nuovamente nel 2000, su richiesta del Ministero
dell’Ambiente a seguito dell’entrata in vigore del decreto 471/1999, e
approvato nel 2003. Nel corso degli anni la società ambientale di Eni ha provveduto
alla messa in sicurezza di emergenza, alle demolizioni (impianti DDT e cloralio, fabbricati
ex Sala Krebbs e centrale elettrica CTE), alla barriera per il confinamento idraulico
e all’impianto TAF - tra i più grandi d’Europa - che tratta annualmente
circa 6 milioni/m3 di acque di falda. Nell’ottobre 2013, dopo dieci anni di
interlocuzione con gli enti e diverse proposte progettuali, è stato approvato
il Progetto Operativo di Bonifica con decreto del Ministero dell’Ambiente, emesso
nel gennaio 2014. Da allora la società ha un dialogo costante e costruttivo
con egli enti locali, dando un periodico riscontro sullo stato di avanzamento della
bonifica, e ha sottoscritto diversi accordi e protocolli al fine di assicurare, in
tempi certi, le autorizzazioni necessarie per realizzare gli interventi previsti,
compreso il complesso ripristino del percorso originario del fiume Marmazza.
L’impegno
economico sostenuto fino al 31 dicembre 2019 per le attività di messa
in sicurezza, demolizione impianti, caratterizzazione, bonifica suoli e falda e gestione
dell’impianto TAF è stato di circa 170 mln€. Per completare gli
interventi si stima una spesa di circa 140 mln€, oltre a 3 mln€ all'anno
per la gestione dell’impianto TAF.
Il sito industriale è suddiviso in un’area Interna (con le aree industriali
Hydrochem, l’ex Sala Krebbs, l’ex impianto DDT e l’impianto di trattamento
acque di falda) e un’area esterna (con l’area VF, le AE - aree esterne,
l’area ANAS e l’area Torrente Marmazza).
Già a partire dal
1995 sono state eseguite numerose campagne di caratterizzazione ambientale dei terreni
e delle acque di falda. Tali indagini sono confluite nel Piano di Caratterizzazione
del sito, approvato dalla Conferenza di Servizi dell’8 maggio 2003. Nel corso
degli anni la società ambientale di Eni ha avviato la realizzazione degli interventi
ambientali necessari al risanamento ambientale, quali la barriera per il confinamento
idraulico e l’impianto di trattamento delle acque emunte dalla stessa barriera,
oltre alla messa in sicurezza di emergenza e le demolizioni.
Per quanto riguarda
la bonifica del sito, nell’ottobre 2013, dopo oltre un decennio e grazie alla
convergenza con gli enti, è stato approvato il Progetto Operativo di Bonifica
che prevede la deviazione del Torrente Marmazza con il ripristino originario del suo
percorso. In particolare, il relativo decreto ministeriale, emesso dal Ministero dell’Ambiente
nel gennaio 2014, prevede e autorizza i seguenti interventi:
Nella fase della progettazione di dettaglio degli interventi è emersa la necessità di modifiche operative, come l’aumento dei volumi di scavo, l’altezza dei muri e l’interconnecting al TAF, che richiedevano una nuova approvazione ministeriale, pertanto nel maggio 2018 Eni Rewind ha presentato la variante al Progetto Operativo di bonifica. Attualmente si è in attesa della Conferenza di Servizi decisoria per la sua approvazione.
Principali step degli iter autorizzativi
Dal 1997 Enichem, oggi Eni Rewind, non ha più attività produttive in esercizio presso il sito di Pieve Vergonte ed è titolare degli oneri di bonifica dei suoli e della falda nel perimetro delle aree di sua proprietà.
A partire dal 1995 sono state eseguite numerose campagne di caratterizzazione dei terreni e delle acque di falda, confluite nel Piano di Caratterizzazione presentato prima nel 1999 e ripresentato nel 2000 su richiesta del Ministero dell’Ambiente a seguito dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 471/1999. Il Piano di Caratterizzazione è stato approvato in sede di Conferenza di Servizi nel 2003.
Dal 1995 la società ha provveduto alla realizzazione degli interventi di risanamento ambientale per rimuovere le sorgenti di contaminazione, interrompere i percorsi di migrazione e bonificare le matrici ambientali, dalla messa in sicurezza di emergenza alla barriera per il confinamento idraulico, all’impianto TAF e alle demolizioni.
Dal 2000 al 2011, in oltre dieci anni, la società ha presentato diversi progetti di bonifica, recependo le indicazioni del Ministero dell’Ambiente e degli enti. Nell’ottobre 2013, grazie alla convergenza con le istituzioni, è stato approvato il Progetto Operativo di Bonifica che contempla la deviazione del torrente Marmazza per il ripristino del suo percorso originario. Il decreto ministeriale autorizzativo è stato emanato nel gennaio 2014. In fase di progettazione degli interventi è emersa la necessità di modifiche operative che richiedevano una nuova approvazione ministeriale, pertanto nel maggio 2018 è stata presentata la variante al Progetto Operativo di bonifica. Attualmente si è in attesa della Conferenza di Servizi decisoria per la sua approvazione.
La presenza e il costante confronto con il territorio hanno portato alla sottoscrizione del Protocollo di Legalità, del Patto per la Sicurezza e di altre iniziative, come l’apertura del sito alla cittadinanza, volute per garantire e favorire le migliori condizioni di realizzazione degli interventi di risanamento ambientale.
Nel 2014 la Prefettura della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola ha firmato con la società ambientale di Eni il Protocollo d’Intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata in relazione agli interventi di bonifica nel Sito di Interesse Nazionale di Pieve Vergonte. Punto fondamentale dell’accordo è costituito dal sistema capillare dei controlli anti-mafia su appalti e subappalti e dal monitoraggio continuo dei cantieri. È stata inoltre prevista una cabina di monitoraggio per la verifica costante dei lavori.
La Cabina di Regia, istituita nel 2015 con la sottoscrizione di un Protocollo di coordinamento, rappresenta invece un momento di confronto periodico tra Eni Rewind e gli enti territoriali interessati dalle attività di bonifica in corso. Vi partecipano, oltre la società, i rappresentanti della Regione Piemonte, della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola, del Comune di Pieve Vergonte, del Comune di Vogogna e del Comune di Piedimulera.
A Pieve Vergonte, nel 2016, la società ha sottoscritto un Patto per la sicurezza con i rappresentanti delle imprese che operano nel sito per realizzare gli interventi di bonifica. L’accordo rappresenta un vero e proprio modello di gestione della salute e della sicurezza dei lavoratori con cui la società s’impegna a garantire l’obiettivo “zero infortuni”, anche attraverso una collaborazione costante e sinergica con le ditte fornitrici. Per far questo Eni mette a disposizione i propri strumenti, dal sicurometro al portale della sicurezza, dalle iniziative di comunicazione e formazione ai controlli in campo da effettuare congiuntamente.
Il primo maggio 2018 la società ambientale di Eni ha aperto le porte dello
stabilimento di Pieve Vergonte alla cittadinanza, accogliendo al suo interno circa
duecento persone, tra cui tanti ex lavoratori, per condividere l’avanzamento
degli interventi previsti dal progetto di bonifica e per raccontare quella che sarà
la configurazione finale del sito, quando i materiali saranno confinati in modo sicuro
in linea con la normativa vigente.