250 ettari, di cui 126 di proprietà Eni Rewind (di cui 116 all’interno dello sito petrolchimico e 10 fuori dal perimetro)
Montecatini/Montedison
circa 40 mln€ al 31 dicembre 2019
CAPEX circa 20 mln€ + OPEX 700 mila € all'anno
L’attività dello stabilimento di Ferrara inizia con l’avvio di
un impianto per la produzione di gomma sintetica da parte della Società Anonima
Italiana Gomma sintetica. Nel 1950 lo stabilimento viene acquisito dalla Montecatini
(incorporata nel 1966 in Edison con la conseguente nascita del gruppo Montedison)
che vi realizza il primo polo petrolchimico italiano con la costruzione di un cracking
e con l’avvio del ciclo dei derivati quali il polietilene, il polistirolo, l’ossido
di etilene, il polipropilene e gli elastomeri. Molti impianti furono parzialmente
fermati negli anni Ottanta e alcune attività trasferite: nel 1982 il ramo d’azienda
del polietilene viene ceduto da Montedison ad Anic e nel 1983 la filiera del polipropilene
viene conferita ad Himont (joint venture tra Montedison e Hercules). Nel 1994 le attività
legate alla produzione di ammoniaca, urea e fertilizzanti, sono cedute al gruppo Norsk
Hydro. Nel frattempo, a valle della fallita operazione Enimont (joint venture tra
Eni e Montedison), il polo petrolchimico passa ad Enichem (Gruppo Eni) che nel 2003
diventa Syndial, ora Eni Rewind. Le residue attività del settore elastomeri
vengono conferite nel 2002 a Polimeri Europa, oggi Versalis. Lo stabilimento di Ferrara
attualmente è un sito multisocietario nel quale operano Eni Rewind, Versalis,
LyondellBasell, Yara e Sef. Fin dal 2001 tutte le società presenti nel polo
industriale hanno sottoscritto diversi accordi per favorire e coordinare le attività
di bonifica. In particolare, la società ambientale di Eni ha provveduto alla
caratterizzazione delle proprie aree, alla messa in sicurezza di emergenza in zona
ovest e all’attività di prevenzione per le acque di falda in tre diverse
zone. Inoltre, fin dal 2003, è impegnata nella bonifica delle matrici superficiali,
della falda confinata (tramite il consorzio IFM), della ex Discarica Monteco, dell’area
ex Zona Torce, dell’area PZPEC23, delle aree esterne e del Cumulo Antropico
(quest’ultimo per conto di Versalis).
Sul fronte del decommissioning, la
società sta avviando o completando la demolizione dei fabbricati ABS, dei fabbricati
CTQ, degli impianti CTE1 e DEMI1, del Parco Serbatoi, della Torre piezometrica di
proprietà SEF, dei fabbricati ex Agricoltura. Per tutte le attività
di risanamento fino al 31 dicembre 2019 sono stati spesi circa 40 mln €
e si stima di spendere ulteriori 20 mln€, oltre a 700 mila € all’anno
per la gestione dell’impianto TAF.
Nel sito di Ferrara Eni Rewind è proprietaria di circa 126 ettari, tra aree interne ed esterne al perimetro dello stabilimento, di cui 89,5 da bonificare o assimilati come tali (principio di cautela che, in presenza di poligono inquinato, considera l’intera particella catastale che lo comprende in tutto o in parte come area da bonificare).
Sin dal 2002 la società ambientale di Eni si è attivata nell’avviare gli iter amministrativi per l’autorizzazione degli interventi di bonifica, in ottemperanza alla normativa vigente, completando quindi per tutte le proprie aree la caratterizzazione ambientale prevista dalla normativa e presentando conseguentemente la prima proposta di Analisi di rischio igienico-sanitario già nel 2006.
È il 2001 quando, al fine di coordinare gli interventi di risanamento ambientale,
le società presenti nello stabilimento petrolchimico siglano con il ministero
dello Sviluppo Economico, gli enti locali e le organizzazioni sindacali un Accordo
di Programma sul Polo Industriale e Tecnologico di Ferrara che mira al rilancio economico
tramite la cessione di aree disponibili.
Le attività iniziano un anno
dopo, nel 2002, con la presentazione del Piano di Caratterizzazione da parte delle
varie realtà industriali coinsediate, compresa la società ambientale
di Eni che sulle proprie aree attiva subito la messa in sicurezza di emergenza (zona
ovest) e misure di prevenzione ad hoc per le acque di falda in tre diverse zone.
In merito alla contaminazione della falda confinata, nel 2006 viene siglato un Protocollo
d’Intesa con tutte le altre società che porterà alla ratifica
(anno 2011) di un mandato senza rappresentanza al consorzio IFM per l’esecuzione
del Progetto Operativo di Bonifica della falda confinata.
Nel 2012 tutte le
società siglano, inoltre, un Protocollo d’Intesa per la definizione e
la gestione del monitoraggio della qualità dell’aria cui seguirà
una convenzione con l’Arpa regionale per l’elaborazione dei dati.
Nel
2014 il Comune di Ferrara definisce un Protocollo di gestione dei procedimenti di
bonifica che riguarda le matrici superficiali (suoli e acque di impregnazione).
Infine, a settembre 2018 la società e il Comune di Ferrara firmano un Protocollo
di Intesa teso a favorire, attraverso il completamento degli interventi di bonifica,
la reindustrializzazione e la riqualificazione delle aree di proprietà con
nuove attività produttive.
Gli iter amministrativi per l’autorizzazione degli interventi in cui la società, fin dal 2003, è coinvolta riguardano la bonifica delle matrici superficiali, della falda confinata (tramite il consorzio IFM), della ex Discarica Monteco, dell’area ex Zona Torce, dell’area PZPEC023, delle aree esterne, del Cumulo Antropico (per conto di Versalis) e varie attività di decommissioning (fabbricati ABS, CTQ ed ex Agricoltura, impianti CTE1 e DEMI1, Parco Serbatoi, Torre piezometrica di proprietà SEF).
Nel settembre 2018 il sindaco di Ferrara e la società ambientale di Eni hanno sottoscritto un Protocollo d‘Intesa per favorire, attraverso il completamento degli interventi di risanamento ambientale, la reindustrializzazione e la riqualificazione delle aree, individuando progetti di sviluppo del territorio che possano assicurare l’insediamento di nuove attività produttive. Con l'accordo la società si è impegnata ad avviare entro il 2018 la dismissione della vecchia centrale termoelettica CTE1 e ha definito un cronoprogramma per la ristrutturazione del fabbricato K17 che ospiterà gli uffici e i laboratori di Eni Rewind. Inoltre, in un’ottica sostenibile e circolare, Eni Rewind sta valutando la realizzazione di un impianto di trigenerazione d’energia, di un impianto fotovoltaico e il riutilizzo delle acque dell’impianto Taf come acque sanitarie all’interno degli edifici.