77 ettari (di cui circa 67 ettari di proprietà Eni Rewind)
Montedison – operazione Enimont (ex Acna)
circa 350 mln€ al 31 dicembre 2019
CAPEX circa 20 mln€ - OPEX circa 2 mln€ ogni anno
Il Sito di Interesse Nazionale di Cengio e Saliceto (individuato con legge 426/98)
è situato nella valle del fiume Bormida, in provincia di Savona, e si estende
su un’area di circa 67 ettari, comprendendo alcune pertinenze ubicate nel comune
limitrofo di Saliceto. La sua origine risale al 1882 quando nell’area s’insedia
un piccolo dinamitificio con ragione sociale Societé Continentale Glicerynes
et Dynamites per la produzione di esplosivi a beneficio dell’industria bellica
dell’epoca. Nel 1925 lo stabilimento viene convertito dall’Acna - Aziende
Chimiche Nazionali Associate in una fabbrica di intermedi per coloranti e farmaceutici,
quindi nel 1931 passa alla società Montecatini e poi a Montedison nel 1964.
Nel 1988, dopo cento anni di attività da parte di società esterne al
gruppo Eni, l’Acna confluisce in Enimont nell’ambito delle operazioni
di salvataggio industriale disposte dal governo italiano, quando Eni era ente pubblico.
E’ solo nel 1991 che passa sotto il controllo dell’Enichem, oggi Eni Rewind:
la società, dopo un primo ridimensionamento, ferma definitivamente le attività
produttive nel 1999. Il piano di risanamento, iniziato nel settembre 1988, viene rilanciato
con la sottoscrizione, nel 2000, di un Accordo di Programma tra l’Acna, i ministeri
dell’Ambiente, dell’Industria e della Sanità, le regioni Liguria
e Piemonte e il Commissario Delegato che prevede la suddivisione del sito in quattro
zone omogenee per gli interventi di bonifica e di messa in sicurezza permanente, previa
attività di caratterizzazione per analizzare i terreni e i loro inquinanti.
La zona A1, destinata al deposito dei materiali, la A2, ovvero l’area impianti
in cui si trova il Torrione, simbolo di Cengio, la zona A3, che è l’area
golenale, e la zona A4, denominata Pian Rocchetta.
Grazie alle attività
di ripristino ambientale, che la società ha prontamente avviato, oggi nel fiume
Bormida è tornata la vita: lo stato qualitativo delle acque è stato
infatti definito “buono” dagli enti preposti al controllo. Attualmente
gli interventi di bonifica sono in corso di ultimazione: in particolare, il capping
della zona A1 sarà completato ad inizio 2020.
Al 31 dicembre 2019
Eni Rewind ha speso circa 350 mln€ per interventi di risanamento ambientale delle
matrici falda, suoli e demolizioni e stima di sostenere ulteriori costi per circa 20
mln€. Un impegno di spesa significativo che supera ampiamente i 300 miliardi
di lire previsti dall’Accordo di Programma.
Il piano di risanamento del sito è iniziato nel settembre 1988, a seguito
della delibera del Consiglio dei Ministri del 27 novembre 1987 con cui la Valle Bormida
è definita “area ad elevato rischio di crisi ambientale”.
Tuttavia,
già a partire dal 1984, furono realizzate le prime opere di contenimento, costituite
da un’alternanza di muratura, calcestruzzo, diaframmi plastici, jet-grouting
e trincee drenanti, al fine di impedire la filtrazione delle acque di falda dall’area
dello stabilimento verso l’esterno. È stato successivamente posto un
diaframma plastico in cemento-bentonite che si intesta nel substrato marnoso impermeabile,
con interposto HDPE.
L’Accordo di Programma del 2000 ha previsto il progetto
di messa in sicurezza d’emergenza con la rimozione dei rifiuti costituiti dai
reflui salini stoccati nei lagoons e la realizzazione delle opere di messa in sicurezza
permanente della zona A1, il progetto di bonifica con misure di sicurezza per la zona
A2, il progetto di bonifica della zona A4 (Pian Rocchetta) con la rimozione dei rifiuti,
il progetto di bonifica della zona A3, sempre con la rimozione dei rifiuti, il progetto
per la gestione dei rifiuti e materiali contaminati provenienti dalla bonifica del
sito conferiti nella zona A1.
Principali step degli iter autorizzativi
Eni Rewind è impegnata da anni nelle attività di risanamento ambientale del sito ex Acna di Cengio. Un’area complessa che ha ospitato per oltre cento anni attività industriali svolte principalmente dalla stessa Acna che è confluita in Montecatini e Montedison, e successivamente, in Enimont, nell’ambito delle operazioni di salvataggio industriale degli anni ’90. Proprio in questi anni lo stabilimento viene avviato alla chiusura e nel contempo viene attuato il programma di risanamento ambientale. Interventi significativi voluti dallo Stato che nel 2000 nomina il Commissario Delegato e promuove la firma dell’Accordo di Programma fra i ministeri dell’Ambiente, Industria e Sanità, le regioni Liguria e Piemonte e l’Acna. Con tale accordo la società assume l’obbligo di effettuare gli interventi di bonifica, con lo scopo di conseguire la piena compatibilità ambientale e consentire il riutilizzo dell’area. Eni Rewind, già Syndial, costituita per la gestione dei siti dismessi di Enichem, è presente a Cengio dal 2003 per realizzare prima gli interventi di messa in sicurezza di emergenza e poi quelli di bonifica autorizzati, tra il 2003 e il 2006, dal Commissario Delegato con provvedimenti specifici per ciascuna delle quattro aree omogenee in cui è stato suddiviso il sito. I lavori sono in fase di ultimazione.
L’ex stabilimento industriale è adiacente al fiume Bormida. Al fine di evitare una contaminazione delle acque, dovuta alle eventuali onde di piena, è stata costruita un'opera ingegneristica ad alto valore tecnologico che consiste nella realizzazione di un argine lungo circa 2.500 metri fondato su uno strato di terreno impermeabile, chiamato marna, nel quale è stato posizionato un diaframma plastico di sbarramento per le acque di scolo. La struttura, tra le prime al mondo realizzate con questa tecnologia d’avanguardia, è stata progettata per resistere a un'esondazione di 1.750 m3 di acqua al secondo, garantendo la messa in sicurezza permanente del sito.
Venerdì 21 e sabato 22 giugno 2019 Cengio ha ospitato la prima edizione del Restart Music Festival con cui il Comune e suoi cittadini intendono dare nuova energia e forza attrattiva al paese dell'alta Val Bormida. La società, impegnata nelle attività di bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Cengio e Saliceto e nella valorizzazione socio-culturale del territorio, è stata main partner dell’evento gratuito e aperto a tutti.
CONTINUA A LEGGERENel dicembre 2018 la società ha sottoscritto una convenzione con il Comune di Cengio volta a restituire pregio e valore allo storico Palazzo Rosso, ex edificio del dopolavoro Acna, attraverso una concessione in comodato d’uso che durerà quindici anni. L’accordo permetterà all’amministrazione comunale di realizzare un attento restauro dell’edificio in stile neoromanico che, grazie anche ai finanziamenti pubblici per la riqualificazione territoriale, diventerà la sede e il cuore pulsante di iniziative sociali, culturali e artistiche destinate alla comunità cengese.