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Eni Joule for Entrapreneurship 2025, innovazione e sostenibilità

Tre startup hanno ricevuto il riconoscimento dal Presidente Sergio Mattarella.

09 ottobre 2025
10 min di lettura
09 ottobre 2025
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Eni Joule for Entrapreneurship, la menzione speciale di Joule, assegnata nell’ambito degli Eni Award, per premiare le migliori idee imprenditoriali innovative e sostenibili è giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Il riconoscimento, destinato a team, spin off universitari, startup ha lo scopo di favorire l'applicazione, la valorizzazione e il trasferimento delle tecnologie promuovendo nel contempo la creazione di un ecosistema dell’innovazione sostenibile.

Nel corso della cerimonia, svoltasi l’8 ottobre presso il palazzo del Quirinale, tre startup, selezionate da Joule, hanno ricevuto il riconoscimento dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  
  

Le startup premiate:

  • Exe Engineering for Environment  ha sviluppato una soluzione brevettata hardware e software con l'obiettivo di automatizzare e ottimizzare la captazione di biogas da discariche;
  • Koalisation Società Benefit  opera nel settore della carbon finance, implementando progetti ad alto impatto basati sullo sviluppo sociale delle comunità indigene e sulla rigenerazione degli ecosistemi ambientali;
  • Eoliann Società Benefit  ha sviluppato una piattaforma basata su algoritmi predittivi per la quantificazione dei rischi fisici legati al cambiamento climatico (es. alluvioni, siccità, ondate di calore) per supportare strategie di resilienza data driven.
Alla cerimonia erano presenti il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Eni, Giuseppe Zafarana e l'Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi.

Giuseppe Zafarana , durante il suo discorso al Quirinale, ha ribadito l’importanza di  continuare a investire sulla scienza. "L'Eni Award – ha detto - non è solo un riconoscimento, è un messaggio per dire che continuare a credere nel futuro è possibile e investire nella scienza è necessario, dove le persone sono la nostra risorsa più preziosa. Eni è profondamente convinta di voler investire sulle persone, sul progresso e riconosce alla scienza un ruolo centrale nello sviluppo di soluzioni innovative".

Mentre Claudio Descalzi ha parlato della necessità che la scienza e la ricerca abbiano sempre di più un impatto sulla società.  "La ricerca scientifica – ha sottolineato - nasce da una visione, un'ipotesi, una formulazione, un esperimento: la vera sfida è portare questi progressi dalla teoria all'applicazione pratica su larga scala. Questo premio vuole essere anche un invito a liberare il potenziale della conoscenza e trasformarlo in energia cinetica, generando soluzioni in grado di incidere concretamente sulla vita delle persone".

Per Descalzi, “la ricerca non può restare confinata a livello accademico, misurando il proprio valore unicamente attraverso articoli e riconoscimenti. Deve essere aiutata ad uscire dai laboratori, contaminarsi con il mondo produttivo, per creare sviluppo, innovazione e nuove realtà imprenditoriali che puntino su tecnologie impattanti. Una particolare attenzione deve essere dedicata alla crescita delle startup ad alto contenuto tecnologico - ha proseguito Descalzi - che necessitano di un ambiente che accolga e valorizzi la loro energia, senza imbrigliarla in una moltitudine di regole e norme, ancora prima che queste imprese abbiano raggiunto la maturità.  C'è una ragione evidente se la quota di startup europee tra i cosiddetti unicorni a livello globale, le società valutate almeno 1 miliardo di dollari, è all'8%, mentre negli Stati Uniti è oltre il 60%". Descalzi ha infine concluso dicendo che “per cambiare rotta è necessario creare un ecosistema virtuoso, dove le istituzioni competenti e le aziende già consolidate lavorino insieme per portare alla maturità le realtà più promettenti”. 
  

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Eni Award, i vincitori:

Giunto quest’anno alla sua diciassettesima edizione, il premio è considerato un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca nei campi dell'energia e dell'ambiente e testimonia l'importanza che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica hanno per Eni e il suo impegno a favorire la sostenibilità e l’accesso all’energia La Commissione Scientifica, che valuta le ricerche presentate, è composta da scienziati che appartengono ai più avanzati istituti di ricerca a livello mondiale e negli anni ha visto la partecipazione di sei Premi Nobel.

Il premio Transizione Energetica, uno dei tre riconoscimenti principali, che valorizza le migliori innovazioni per la decarbonizzazione dell’attuale sistema energetico, è stato assegnato a Jeff Dahn della Dalhousie University (Canada) per i suoi studi innovativi nello stoccaggio energetico, che hanno portato allo sviluppo di batterie agli ioni di litio e di sodio progettate con l’obiettivo di raggiungere una vita utile superiore ai 50 anni, utilizzando materiali sostenibili e ad alta densità energetica. Grazie a innovativi metodi di test accelerati e alla progettazione di celle adatte anche ai Paesi con climi caldi, il suo lavoro contribuisce a ridurre il riciclo precoce, favorire il riutilizzo e accelerare l’elettrificazione del trasporto globale.

Il premio Frontiere dell’Energia, per ricerche sulle fonti rinnovabili e sullo stoccaggio dell’energia, è stato assegnato al Professor Lydéric Bocquet dell’école Normale Supérieure (Francia) per i suoi eccezionali contributi nello sviluppo di una tecnologia rivoluzionaria per rendere efficace la raccolta dell'energia osmotica, che si ricava dalla differenza di salinità tra acqua di mare e acqua dolce. L’energia osmotica è una fonte di energia completamente rinnovabile, priva di emissioni di gas serra, non intermittente e disponibile a livello mondiale.

Il premio Soluzioni Ambientali Avanzate, dedicato a ricerche per la salvaguardia e l’uso sostenibile delle risorse naturali, è stato assegnato a Philippe Ciais del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement (Francia) per i suoi contributi fondamentali alla quantificazione, comprensione e previsione dell’assorbimento di carbonio da parte degli ecosistemi terrestri su scala globale, regionale e locale, con profondi risvolti nella definizione di strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Il premio Giovane Ricercatore dell’Anno è rivolto a ricercatori che hanno conseguito il dottorato di ricerca in università italiane ed è stato assegnato a:

  • Maria Basso, dell’Università degli Studi di Padova, nella sua tesi di dottorato, ha studiato dei materiali chiave per affrontare le sfide globali, legate al consumo energetico e alla scarsità d'acqua, usando un approccio a basso impatto ambientale. Tra le applicazioni innovative nel campo dell'energia sostenibile su cui i materiali sono stati testati, ci sono le finestre intelligenti termocromiche e i collettori di acqua da aria umida.
  • Virginia Venezia, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha contribuito a sviluppare strategie innovative per la valorizzazione di biomasse di scarto in materiali multifunzionali. Con approcci di chimica sostenibile, ha migliorato la stabilità e la funzionalità di sostanze di scarto, combinandole in materiali ibridi tecnologicamente avanzati utilizzabili negli imballaggi alimentari, nella protezione ambientale e nel recupero di metalli nobili da rifiuti elettronici. Il suo lavoro fornisce soluzioni sostenibili alle sfide ambientali, in un’ottica di economia circolare.

La sezione Giovani Talenti dall’Africa, istituita nel 2017 in occasione del decennale di Eni Award e dedicata ai giovani talenti dal Continente Africano, conferisce, in questa edizione, due premi, assegnati a: 

  • Asengo Gerardin Mabia dell’Institut National Polytechnique Félix Houphouët-Boigny (Costa d’Avorio). La sua ricerca si concentra sulla valorizzazione dei rifiuti agricoli e agroindustriali in Costa d'Avorio, in particolare della melassa di canna da zucchero e bucce di baccello di cacao, per produrre acido polilattico, una bioplastica di largo utilizzo, facilmente biodegradabile.
  • Shimaa Farag dell’American University in Cairo (Egitto), la sua ricerca mira a fornire una soluzione innovativa, ecologica ed economica per il trattamento delle acque reflue in Egitto, in particolar modo per la rimozione di metalli pesanti e antibiotici.

I dottorandi vincitori ricevono un premio per potenziare e arricchire la loro attività di ricerca durante il corso di dottorato che stanno frequentando presso le università di appartenenza.

Per la sezione Eni for Innovationche elegge i progetti più innovativi sviluppati da ricercatori ed esperti tecnici Eni, sono stati premiati: 

  • Michele Gerolin, Tiberio Grasso, Luigi Miozza, Alberto Moro (EniProgetti), Simone Ambrosini, Andrea Vignali (Eni) per l’idea brevettuale relativa ad un sistema robotico, basato sul processamento in tempo reale dell’imaging acustico mediante algoritmi di visione intelligente, per la rilevazione, localizzazione e caratterizzazione autonoma di anomalie sottomarine;
  • Antonio Amico, Andrea Amoroso, Corrado Fittavolini, Francesca Guarnieri, Alberto Landoni, Nicoletta Panariti, Francesco Ricci (Eni) per la soluzione tecnologica innovativa di un processo integrato per la produzione di biobenzina, con una riduzione stimata delle emissioni di CO2 lungo l’intero ciclo di vita tra il 60% e l’80% rispetto alla benzina tradizionale da fonte fossile; 
  • Alfonso Amendola, Giammarco Gioco, Mario Primato, Simone Sala (Eni); Tommaso Audino, Mario Di Marco (Plenitude); Emanuele Martelli (PoliMi) per la soluzione digitale di un sistema di supporto decisionale per valutare, tramite un modello di ottimizzazione, le opportunità di decarbonizzazione in sistemi multi-energetici complessi già a partire dalla fase di studio di pre-fattibilità.