Framework Just Transition

Per una transizione centrata sulle persone

Commitment

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L’importanza di una transizione giusta

Il panorama energetico mondiale si trova ad affrontare importanti sfide nei prossimi anni, dovendo bilanciare due fabbisogni fondamentali: la necessità di garantire accesso universale all’energia a una crescente popolazione e l’urgenza di fronteggiare il cambiamento climatico agendo sin da subito su tutte le leve disponibili e accelerando il processo di transizione verso un mix più sostenibile. La transizione energetica è prima di tutto una transizione tecnologica, che richiede una forte capacità industriale e innovativa accompagnata da una forte attenzione per la dimensione sociale. In questa prospettiva, Eni lavora affinché il processo di decarbonizzazione offra opportunità di conversione delle attività esistenti e di sviluppo di nuove filiere produttive con rilevanti opportunità nei Paesi in cui opera. Il concetto di Just Transition sta assumendo una rilevanza crescente per tutti gli stakeholder (policy maker, sindacati, mercati finanziari, associazioni della società civile, opinione pubblica), non limitandosi alla dimensione del lavoro e includendo la necessità di gestire gli impatti sociali della transizione energetica anche nei confronti delle comunità e dei consumatori, mettendo al centro le persone senza lasciare indietro nessuno. Diversi framework internazionali – nati anche dal confronto e dialogo tra imprese, società civile, investitori e istituzioni – hanno iniziato a delineare linee guida destinate alle imprese con l’obiettivo per contribuire alla transizione giusta. In questo ambito, Eni è stata una delle 7 società del settore che ha preso parte alla definizione del Just Energy Transition framework delineato dal Council for Inclusive Capitalism.

Perseguiremo una transizione giusta solo se tutti contribuiranno a ripartire i costi in modo equo, senza gravare sulle comunità vulnerabili. In questa direzione occorre mettere in campo piani concreti e adottare soluzioni diverse che salvaguardino geografie e attori diversi, considerando l’intero sistema nella sua complessità.

CLAUDIO DESCALZI – Amministratore delegato di Eni
Focus: Il framework Eni per la Just Transition

L’importanza di una transizione giusta

Eni, nel delineare il proprio impegno ha fatto riferimento ai principi e agli obiettivi dell’Accordo di Parigi (2015), delle Linee guida ILO per una transizione giusta incentrate sull’applicazione al contesto della transizione energetica della sua Agenda sul lavoro dignitoso e agli elementi che emergono nella continua evoluzione sul tema. Alla luce dello scenario energetico internazionale e del percorso della strategia net zero al 2050 di Eni, l’impegno sulla just transition si concentra nei confronti di quattro principali categorie di stakeholder: i lavoratori, i fornitori, le comunità e i clienti. Eni è impegnata a gestire ogni potenziale impatto negativo sulle persone che saranno coinvolte in processi di 'transition-out' e di 'transition-in', facendo leva su un solido approccio al rispetto dei diritti umani, alla promozione della diversità, dell’inclusione e dell’empowerment delle donne. Per perseguire questo impegno sarà fondamentale il coinvolgimento di coloro che possono svolgere un ruolo rilevante nella transizione giusta come, ad esempio, i lavoratori, le organizzazioni sindacali, le istituzioni, i rappresentanti delle comunità, le organizzazioni di settore.

Just Transition per Eni:
Cosa vuol dire in concreto Just Transition?

Nel promuovere una transizione giusta è fondamentale adottare un differente approccio tra Paesi con economie avanzate e Paesi con economie emergenti. Nei Paesi con economie avanzate vi sono due aspetti della Just Transition da gestire in maniera adeguata: la 'Transition-Out' – ovvero la necessità di convertire e chiudere determinati siti o settori di attività e la 'Transition-In' – ovvero lo sviluppo di nuovi business, infrastrutture, prodotti. Le persone impattate potenzialmente in maniera negativa dalla 'Transition-Out' possono infatti non essere le stesse che beneficiano della 'Transition-In'. Analogamente occorre assicurare che i nuovi settori 'low carbon' siano caratterizzati da lavori dignitosi e impatti positivi per le comunità. Nei Paesi con economie emergenti invece deve rimanere prioritaria la necessità di conciliare il diritto allo sviluppo e all’accesso all’energia con l’esigenza globale di ridurre le emissioni, tenendo conto del principio di 'comuni ma differenziate responsabilità'. Lo stesso concetto di 'Transition-Out' è di difficile applicazione in Paesi che hanno sempre sperimentato la povertà energetica e bassi livelli emissivi pro capite. La Just Transition in queste aree riguarderà in primo luogo il superamento della povertà energetica, anche attraverso un forte coordinamento internazionale, al fine di supportare tali Paesi nell’evoluzione industriale e tecnologica verso infrastrutture energetiche pulite. Inoltre, andranno valutati e gestiti i potenziali effetti redistributivi su scala globale correlati all’espansione di nuovi settori come la produzione di feedstock energetici vegetali o l’estrazione dei minerali utilizzati nella filiera energetica low carbon, affinché non si traducano in un ulteriore ampliamento delle diseguaglianze esistenti.

Case studies

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Eni e la transizione centrata sulle persone