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Cosa facciamo a Ravenna

L’impianto di stoccaggio della CO₂ che Eni e Snam stanno progettando al largo della costa ravennate, per immagazzinare nei campi a gas esauriti le emissioni dei distretti industriali.

Indagine sul potenziale mercato per il trasporto e lo stoccaggio di CO₂ presso il sito di Ravenna

Nel contesto del progetto Ravenna CCS, Eni e Snam avviano una raccolta di manifestazioni di interesse non vincolanti per il trasporto e lo stoccaggio di CO2. L’obiettivo è coinvolgere gli stakeholder nello sviluppo del trasporto di CO2 dell’industria italiana, avviare una raccolta dati tecnico-economici per identificare le modalità di trasporto ottimali, nonché confermare l’interesse di mercato per il trasporto e lo stoccaggio di CO2 nel sito di Ravenna.

Indagine sul potenziale mercato

Nuove opportunità di crescita grazie alla decarbonizzazione

Il progetto Ravenna CCS consiste nella realizzazione di una infrastruttura di stoccaggio della CO₂ (Carbon Capture and Storage – CCS) in cui l'anidride carbonica emessa verrà catturata all'origine, trasportata e immagazzinata nei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico. L’obiettivo è contribuire alla riduzione delle emissioni dei distretti industriali per renderli più sostenibili e più competitivi sul mercato, creando le condizioni per nuove opportunità di crescita economica attraverso la decarbonizzazione.

Grazie all’ammissione da parte della Commissione Europea del progetto integrato Carbon Capture and Storage (CCS) Callisto alla lista dei Progetti di Interesse Comune (Progetti PCI), l’hub di stoccaggio della CO2 di Ravenna avrà un ruolo chiave nella creazione di una filiera internazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione. L’ammissione nella lista dei progetti PCI consentirà al progetto, una volta superati i passaggi dell’iter in corso la cui conclusione è attesa nel 2024, di poter accedere al Connecting Europe Facility Fund (CEF) finalizzato all’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto per supportare gli studi e lo sviluppo delle infrastrutture per la ricezione, il trasporto e lo stoccaggio della CO2.

La cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO₂

Il progetto prevede che l'anidride carbonica venga catturata direttamente dai camini industriali, separata dal resto dei fumi e trasportata, tramite tubazioni interrate, alla futura stazione di pompaggio di Casal Borsetti. Attualmente la centrale riceve e tratta il gas naturale dei giacimenti offshore e verrà convertita al nuovo scopo. Da qui, la CO₂ verrà spedita in pressione verso le piattaforme offshore dove riutilizzando pozzi esistenti, verrà iniettata nei giacimenti esauriti riconvertiti a siti di stoccaggio permanente. Una volta raggiunti gli strati profondi del sottosuolo, a oltre 2.500 metri sotto il fondale marino, la CO₂ terminerà il suo percorso, rimanendo bloccata nella stessa trappola geologica che aveva consentito l'accumulo di gas naturale per milioni di anni. Dal punto di vista scientifico, d’altra parte, l’anidride carbonica altro non è se non la componente carbonica del metano e degli altri gas estratti negli anni passati. Dopo essere stati riconvertiti a questo nuovo utilizzo, i giacimenti non saranno più sfruttabili per alcun ciclo produttivo. Per il trasporto della CO₂, un gas inerte che non è né infiammabile né esplosivo, verranno in massima parte riutilizzate le condotte già esistenti, opportunamente modificate e rinnovate.

I numeri del progetto

Sfruttando la grande capacità dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, l’hub di Ravenna sarà uno dei siti più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO₂ ed il principale del Mediterraneo.

Il progetto prevede una Fase iniziale, che verrà avviata nel 2024, con l’obiettivo di catturare 25mila tonnellate di CO₂  dalla centrale Eni di trattamento di gas naturale di Casalborsetti (Ravenna). Una volta catturata, la CO₂  sarà convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate.  

Nella Fase industriale, dal 2027, si prevede lo stoccaggio di 4 milioni di tonnellate di CO₂  per contribuire alla decarbonizzazione delle industrie dei settori “hard to abate".

Dal 2030 in poi, la grande capacità dei giacimenti, permetterà di incrementare la portata a 16 o più milioni di tonnellate all’anno in base alle richieste proveniente dal mercato.

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Progetto Ravenna CCS | Eni Video Channel

Un’opportunità unica al mondo

Il progetto Ravenna CCS si propone di diventare uno dei più importanti centri al mondo per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, con una capacità totale di oltre 500 Milioni di tonnellate (Mton). I grandi volumi dei giacimenti esauriti dell’Adriatico permetteranno di aumentare progressivamente la capacità di stoccaggio: da 4 Milioni di tonnellate all’anno (Mtpa) dal 2027, data prevista per l’inizio delle operazioni, oltre 16 Mtpa dopo il 2030, permettendo di decarbonizzare un numero più ampio di attività industriali. Una volta avviato, il progetto sarà in grado di abbattere da subito fino al 90% delle emissioni industriali di CO₂ del distretto ravennate e dell'industria italiana come, ad esempio, quelle delle centrali termoelettriche o dei settori produttivi definiti “hard to abate” e cioè quelli per cui, ad oggi, non sono disponibili tecnologie per la decarbonizzazione che siano realmente applicabili ed efficaci (cemento, siderurgia, industria chimica e petrolchimica etc.). Mettendo a sistema l’approfondita conoscenza dei giacimenti maturata da Eni, l’esperienza decennale nel trasporto e stoccaggio del gas naturale di Snam con le tecnologie più moderne che, in tutto il mondo, si stanno sviluppando sul fronte della cattura delle emissioni, si potranno riconvertire a una nuova funzione i campi a gas ormai esauriti dell’Adriatico per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa. Nel frattempo, a prescindere da questo nuovo progetto industriale, la produzione di gas naturale terminerà completamente entro alcuni anni, come già previsto dai piani di abbandono concordati con le autorità competenti.

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Valorizzazione delle competenze e riconversione delle infrastrutture

La realizzazione del progetto Ravenna CCS permetterà di riqualificare e valorizzare le competenze già presenti sul territorio, ad esempio nella logistica e nelle attività offshore, settori che impiegano una manodopera altamente specializzata. La riconversione di circa il 10% delle infrastrutture esistenti, come pipeline e strutture offshore, inoltre, consentirà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione in tempi rapidi e a costi contenuti e, al tempo stesso, di azzerare l’impatto sul territorio del progetto. Il restante 90% delle infrastrutture attuale già esistenti, invece, verrà gradualmente dismesso in coerenza con gli interventi previsti dalla normativa vigente. Di conseguenza, verrà gradualmente interrotta la produzione di  tutti i pozzi di produzione, inclusi quelli collegati ai giacimenti riconvertiti allo stoccaggio.

Salvaguardia della competitività del distretto produttivo

Oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia, il progetto Ravenna CCS potrà generare significativi benefici economici per il distretto industriale ravennate e, più in generale, per il sistema produttivo italiano. La possibilità di catturare le emissioni industriali permetterà di sviluppare una filiera di prodotti e servizi a ridotte emissioni di CO₂ in grado di rilanciare l’economia e l’occupazione. Un altro aspetto importante sarà la riduzione del rischio di delocalizzazione delle imprese verso paesi extra UE con legislazioni ambientali più permissive. Un fenomeno, noto come “carbon leakage” che, oltre ad essere molto dannoso per la competitività delle attività economiche dell’eurozona vanifica l’impegno condiviso per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello mondiale. La presenza nell’area di un grande hub dedicato alla cattura e stoccaggio delle emissioni di CO₂ contribuirà non solo a preservare la competitività del distretto, ma anche ad aumentarne l’attrattività nei confronti di operatori nazionali e internazionali interessati ad avviare nuove iniziative industriali sostenibili.