IMG_2131.jpg

Con la Basilicata condividiamo valori ed energia

A quasi trent’anni dall’avvio della coltivazione del giacimento Val d’Agri

di Emiliano Racano*
24 marzo 2025
6 min di lettura
di Emiliano Racano*
24 marzo 2025
6 min di lettura

Al nostro terzo decennio di attività in Basilicata sentiamo ormai di condividere con essa valori ed energia. Abbiamo investito in tecnologie, imprese e persone. L’obiettivo è sempre quello di contribuire ad accrescere l’orgoglio dei lucani per la propria terra e per il proprio futuro.

Quale futuro ci aspetta?

Parlare di strategie di sviluppo e gestione delle risorse energetiche in questa regione, vuol dire addentrarci in una storia iniziata con lo sviluppo del giacimento Val d’Agri, ormai quasi 30 anni fa. La presenza di Eni su questo territorio è forte e radicata, così come costante è il nostro impegno nel condurre le attività nel rispetto della sicurezza e in un’ottica di sostenibilità, che non è solo ambientale, ma anche sociale.

Quando due anni fa, appena insediato nell’attuale carica, mi fu chiesto cosa rappresenta la Basilicata per Eni, risposi senza esitazioni che per noi questa regione rappresenta una fonte di orgoglio, prima che di energia. Non solo per i piani di business legati al giacimento Val d’Agri, che rimane il più grande dell’Europa continentale, ma soprattutto perché nel corso degli anni, qui, la ricerca e l’innovazione hanno consentito di sperimentare ed affinare un modello di produzione industriale sempre più competitivo, efficiente e sostenibile, parte integrante di una nuova cultura ambientale con la quale affrontare le sfide della transizione in un contesto di rapida evoluzione.

Sin dalle prime esplorazioni, Eni ha improntato la propria presenza su un progetto di collaborazione locale per creare insieme le condizioni di una crescita sostenibile. Lo diciamo spesso: la Basilicata è stata ed è ancora uno straordinario laboratorio in cui negli anni abbiamo adattato il nostro business alle esigenze del territorio, in un rapporto improntato al dialogo con le istituzioni e con i cittadini.

È grazie a questo rapporto che oggi possiamo rimarcare un aspetto a nostro avviso strategico per il territorio, e cioè il consolidarsi nel tempo di una robusta cultura industriale da parte del sistema delle imprese di primo livello cresciute attorno a noi nel distretto della Val D’Agri. La costellazione di aziende lucane che gravita attorno alle attività del Centro Olio è numerosa e di assoluto pregio, in grado di competere anche fuori dal perimetro regionale, in alcuni casi a livello internazionale, e su filiere diverse da quelle dell’Oil&gas. È qualcosa di cui andare tutti molto fieri, non certo un punto di arrivo, ma un’opportunità per il futuro, una garanzia di resilienza nei volatili scenari energetici globali che ci aspettano. Più in generale, per quanto riguarda l’occupazione i dati ci restituiscono il quadro di una realtà industriale sana e attenta al contesto sociale in cui opera. La rilevazione che ogni anno conduce per noi la Fondazione Eni Enrico Mattei sull’impatto occupazionale delle nostre attività sul primo livello di indotto – escludendo dunque tutte quelle attività non direttamente riconducibili al nostro business ma che anche grazie ad esso si alimentano – mostra che nel 2023 sono stati quasi 3200 i lavoratori impiegati in attività dirette con il Distretto Meridionale (oltre ai circa 450 dipendenti diretti Eni del Distretto), l’80% circa dei quali con contratto a tempo indeterminato e il 70% circa dei quali residenti in Basilicata. Un indotto in salute, insomma, e ancora in crescita rispetto alla rilevazione relativa all’anno 2022, per una attività complessiva che, stima FEEM, vale il 10% circa del PIL lucano.

Sono numeri importanti, che non possono essere trascurati quando si parla di sostenibilità – del resto la presenza di Eni in regione dal 1996 ha movimentato più di 10 miliardi di euro tra investimenti, costi operativi, spese ambientali e altri oneri (oltre a produrre royalties per 2,4 miliardi di euro circa). Ora viviamo un momento di relativa stabilizzazione delle attività industriali, che deve però essere sostenuta dalle potenzialità ancora non espresse del giacimento Val d’Agri, da cui ci aspettiamo molto, perché la ricchezza della Basilicata può ancora dare tanto al Paese e ai lucani e perché la transizione energetica ha bisogno di sostegno economico.

La costante ricerca e l’impiego delle tecnologie più avanzate, ci consente di dire che la Val d’Agri è un’eccellenza operativa, basata sulle competenze delle persone che vi lavorano: la salvaguardia meticolosa della salute, il livello altissimo di sicurezza, l’integrità degli impianti, la riqualificazione delle aree, il risparmio delle risorse, la circolarità e il rispetto dell’ambiente, sono i criteri guida dell’operare di Eni e di chi lavora al nostro fianco.

In questo contesto, in occasione del rinnovo della Concessione Val d’Agri fino al 2029, abbiamo firmato con la Regione Basilicata il “Nuovo Protocollo d’Intenti della Concessione Val d’Agri” che, tra le varie misure di compensazione previste, annovera molti elementi di sostegno all’economia e alla transizione energetica tra cui i cosiddetti progetti “non oil”, per un impegno complessivo di 190 milioni di euro (115,9 milioni di euro in quota Eni), di cui 100 milioni per progetti realizzati da soggetti individuati dalla Regione e 90 milioni per progetti realizzati direttamente dai Contitolari, Eni e Shell.

Si tratta di progetti che guardano al futuro, dalle energie rinnovabili alla produzione di agri-feed per bioraffinerie, dalla mobilità sostenibile alla rigenerazione/valorizzazione dei territori, fino alla stimolazione sul terreno della nascita e crescita di start-up e/o accompagnamento imprenditoriale. Possiamo dunque dire, per concludere, che la Basilicata è e resta strategica per Eni. L’impegno che mettiamo in campo in tutta la catena del valore, mira a contribuire con la maggiore energia possibile all’obiettivo societario di neutralità carbonica al 2050. È questo l’orizzonte al quale ci ispiriamo anche nella progettazione di una nuova idea di futuro per la Basilicata.

*Responsabile Distretto meridionale di Eni