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Ulteriori approfondimenti sullo studio che interessa i comuni di Viggiano e Grumento Nova.
Ulteriori approfondimenti sullo studio che interessa i comuni di Viggiano e Grumento Nova.
L’Istituto Superiore di Sanità su richiesta della Regione Basilicata ha condotto una analisi sullo studio di impatto sanitario (VIS) condotto, tra il 2013 e il 2015 in Val D’Agri, e in particolare nei Comuni di Viggiano e Grumento Nova.
Il gruppo scientifico costituito da IFC-CNR, ISAC-CNR, ISE-CNR, Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari e Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio ha reso note le proprie valutazioni il 25 giugno 2018.
Nell’ambito della metodologia utilizzata per la valutazione dell’esposizione ambientale, l’ISS sottolinea come lo studio, oltre ad alcune pur importanti inesattezze e omissioni riguardo unità di misura ed editing, non sia rappresentativo per le scelte del periodo di tempo considerato, per la correlazione tra lo stesso tempo e i modelli meteorologici, per la distribuzione nel tempo delle misurazioni, per la scelta degli inquinanti analizzati, alcuni dei quali addirittura non riconducibili alle attività del COVA ed altri invece (Benzene e Toluene) confermati ampiamente nel range di concentrazione di siti di tipo rurale (secondo le “Air quality guidelines” dell’OMS).
Per quanto concerne la parte del documento riguardante lo studio epidemiologico, non classificabile peraltro come Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) secondo le linee guida internazionali, l’unica correlazione statistica ipotizzata tra la presenza del COVA e una malattia non è confermata dall’ISS.
Infine, nello studio anche sulla base delle considerazioni dell’ISS, appare come non siano stati considerati con l’opportuna rilevanza fattori condizionanti la salute non riferibili al COVA oltre che dati oggettivi come tassi di mortalità antecedenti l’inizio dell’attività del Centro Olio Val D’Agri dai quali si evincono significativi pregressi sanitari sulle malattie cardiovascolari.
In sintesi è possibile concludere che anche lo studio presentato, come peraltro tutti gli studi condotti negli anni da Eni sulla salute dei suoi dipendenti non possa stabilire una correlazione tra il Centro Olio e un aumentato rischio per la salute della popolazione.
Già prima della pubblicazione delle valutazioni ISS, il 14 dicembre 2018, Eni ha reso note le osservazioni conclusive relative allo studio sulla salute nei comuni di Viggiano e Grumento Nova (VIS). Le controdeduzioni sono state elaborate da un collegio di esperti composto da Gianfranco Tarsitani, docente di Sanità pubblica Università La Sapienza, Loredana Musmeci, già capo dipartimento Ambiente e Salute presso l’Istituto Superiore di Sanità e autrice delle linee guida VIS dell’ISS, Leonardo Palombi, direttore Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Università di Roma Tor Vergata e Paolo Boffetta, direttore Istituto di Epidemiologia Mount Sinai School of Medicine di New York.
Nel corso dell’incontro i ricercatori hanno evidenziato che lo studio dei comuni di Viggiano e Grumento Nova non è coerente con i canoni standard di una Valutazione di Impatto Sanitario così come descritta dalle linee guida istituzionali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che prevedono anche una valutazione di rischio con l’utilizzo di dati tossicologici.
L’esame dei dati e dei trend storici basato su dati certificati da Istituti di ricerca ha dimostrato che:
· Nel periodo 1980-98, ben prima dell’apertura COVA, a Viggiano e in molti altri comuni la mortalità per malattie cardiovascolari era in eccesso sul dato nazionale. Nel periodo 1998-2014 questo dato non cambia, nella maniera più assoluta;
· La mortalità per neoplasie e malattie del sistema respiratorio a Viggiano e Grumento Nova, non è superiore al dato nazionale né prima né dopo l’apertura del COVA.
Inoltre, il raffronto dei valori medi di concentrazione di NOx, SO2, Benzene, PM10, PM2,5 a Viggiano e Grumento Nova elaborati su dati ISPRA su dati ARPA, APPA e ISTAT, ha confermato che livelli sono molto al di sotto di quelli registrati nei principali centri urbani italiani e che sono molto più vicini a quelli delle aree rurali che a quelli delle aree urbane.
Infine, lo studio non dimostra un rapporto di causa-effetto in quanto risultati sono incompatibili con i dati dei principali studi disponibili e non tengono conto dei fattori esterni (confondenti). Pertanto, non vi sono spiegazioni plausibili per le differenze tra uomini e donne.
Eni ribadisce infine la massima disponibilità alla cooperazione e al confronto con la comunità scientifica.
Eni ha reso note le osservazioni conclusive relative allo studio sulla salute nei comuni di Viggiano e Grumento Nova. Le controdeduzioni sono state elaborate da un collegio di esperti composto da Gianfranco Tarsitani, docente di Sanità pubblica Università La Sapienza, Loredana Musmeci, già capo dipartimento Ambiente e Salute presso l’Istituto Superiore di Sanità e autrice delle linee guida VIS dell’ISS, Leonardo Palombi, direttore Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Università di Roma Tor Vergata e Paolo Boffetta, direttore Istituto di Epidemiologia Mount Sinai School of Medicine di New York.
Nel corso dell’incontro i ricercatori hanno evidenziato che lo studio dei comuni di Viggiano e Grumento Nova non è coerente con i canoni standard di una Valutazione di Impatto Sanitario così come descritta dalle linee guida istituzionali dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che prevedono anche una valutazione di rischio con l’utilizzo di dati tossicologici.
L’esame dei dati e dei trend storici basato su dati certificati da Istituti di ricerca ha dimostrato che:
Inoltre, il raffronto dei valori medi di concentrazione di NOx, SO2, Benzene, PM10, PM2,5 a Viggiano e Grumento Nova elaborati su dati ISPRA su dati ARPA, APPA e ISTAT, ha confermato che livelli sono molto al di sotto di quelli registrati nei principali centri urbani italiani e che sono molto più vicini a quelli delle aree rurali che a quelli delle aree urbane.
Infine, lo studio non dimostra un rapporto di causa-effetto in quanto risultati sono incompatibili con i dati dei principali studi disponibili e non tengono conto dei fattori esterni (confondenti). Pertanto, non vi sono spiegazioni plausibili per le differenze tra uomini e donne.
Eni ribadisce infine la massima disponibilità alla cooperazione e al confronto con la comunità scientifica.
Gianfranco Tarsitani: Apertura del lavori della conferenza stampa a Potenza
Loredana Musmeci: La VIS di Viggiano e Grumento non è coerente con i canoni standard
Leonardo Palombi: Analisi dei dati e trend storici sulle patologie cardiovascolari e respiratorie
Paolo Boffetta: Confronto tra la VIS ed alcune ricerche condotte a livello europeo
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Lo stato di salute dei dipendenti Eni in Val d’Agri è stato analizzato da esperti dell’Università di Roma Tor Vergata che hanno esaminato il loro quadro clinico in un arco temporale di 16 anni
In questo video il professor Gianfranco Tarsitani illustra i risultati dello studio condotto dall’Università di Roma Tor Vergata sulla salute dei dipendenti Eni in servizio presso gli impianti in Val d’Agri.
Nel Distretto Meridionale di Eni (Dime) viene applicato un Protocollo sanitario molto rigoroso, certificato OHSAS 18001, a cui tutti i dipendenti sono sottoposti e che prevede periodiche indagini di laboratorio, strumentali e specialistiche. Dall’esame complessivo dei dati sanitari raccolti, si evidenzia:
Proprio grazie all’impegno di Eni e del Medico Competente nel monitorare fin dal 1999 la salute di tutto il personale impegnato in Val d’Agri, è disponibile un Registro dei dati biostatistici e statistici che, insieme a tutte le altre informazioni aggiornate annualmente e in forma anonima sui dati sanitari del personale, contiene anche il trend dello stato di salute dei dipendenti del Dime.
Presso il Distretto Meridionale di Eni viene applicato un Protocollo sanitario molto rigoroso, certificato OHSAS 18001, cui sono sottoposti tutti i dipendenti Eni e che prevede periodiche indagini di laboratorio, strumentali e specialistiche.
Proprio grazie all’impegno di Eni e del Medico Competente nel monitorare fin dal 1998 la salute di tutto il personale impegnato in Val d’Agri, è disponibile un Registro dei dati biostatistici e statistici che, insieme a tutte le altre informazioni aggiornate annualmente e in forma anonima sui dati sanitari del personale, contiene anche il trend dello stato di salute dei dipendenti del Dime.pdf 2 MB
Grazie a tecnologie d’avanguardia e a un controllo capillare del territorio garantiamo la gestione costante e tempestiva degli impatti che potrebbero derivare dalle nostre attività operative. Dai dati del registro tumori è emerso che l’incidenza tumorale in Basilicata è inferiore alla media nazionale.Fine modulo In Italia ci si ammala di tumore di meno al Sud e nelle Isole rispetto al Nord e al Centro. La Basilicata e la Val D’Agri sono allineate agli indicatori del Sud e Isole. Le fonti pubbliche prese in considerazione sono:
Anche analizzando i tassi di mortalità la Regione Basilicata presenta una situazione favorevole in Italia collocandosi al penultimo posto, seguita soltanto dalla Calabria. Il Mezzogiorno più in generale presenta tassi standardizzati più contenuti rispetto al Centro e al Nord (rispettivamente 24,4 e 26,0 per il Centro- Nord fino a 28 in Valle d’Aosta decessi per diecimila abitanti).