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«Diecimila giovani ad ascoltare Pitagora, Orazio e Federico II».

Il regista lucano Gianpiero Francese racconta “Historiae”, uno spettacolo dedicato alla storia della Basilicata, illustrata attraverso tre personaggi fondamentali per la cultura non solo del territorio ma a livello mondiale.

di Luigi Santoro
24 maggio 2022
6 min di lettura
di Luigi Santoro
24 maggio 2022
6 min di lettura

Immaginate un anfiteatro colmo di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa venuti a «sentire parlare di Basilicata». Con queste parole è cominciata la nostra chiacchierata con il regista lucano Gianpiero Francese, che ha ideato Historiae, spettacolo dedicato alla storia della Basilicata. Cosa significa raccontare una Regione unica come quella lucana? Secondo Francese, è una narrazione sospesa tra tradizione e innovazione. Il palcoscenico dell’Eurovillage è stato il teatro di una rappresentazione che è stata capace di mettere in scena, con «eleganza, freschezza e modernità» un racconto ambientato nel V secolo ma capace di trasmettere tutta una serie di valori, gli stessi che animano i lucani e che sono presenti nelle opere del regista.

L’approdo di Historiae a Torino è stato anche il frutto della collaborazione con l’APT, l’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, il cui Presidente, Antonio Nicoletti, aveva dichiarato alla vigilia dell’Eurovision 2022: «la Basilicata è una regione antica con uno sguardo rivolto al futuro […] lo spettacolo “Historiae” racconterà le loro vite [di Pitagora, Orazio e Federico II, NdR] e la loro presenza in Basilicata, mettendo in evidenza i valori che ci hanno lasciato in eredità e che ancora oggi fanno parte della nostra cultura. La partecipazione della Basilicata all’Eurovision rappresenta un’occasione straordinaria per promuovere il patrimonio storico culturale regionale a livello nazionale e internazionale». Una internazionalità che ben si sposa con una Regione già sotto i riflettori per Matera 2019 e che, adesso, è entrata nel cuore di quanti hanno avuto modo di assistere a Historiae.

Cosa ha significato dare vita a Historiae? Quali sentimenti hanno guidato la realizzazione dello spettacolo?

Historiae è un format dedicato alla storia della nostra Regione. Spesso inseriamo anche altri personaggi, dipende dal luogo in cui rappresentiamo ma, dovendo esportare un’immagine della Basilicata fuori dal nostro territorio, abbiamo scelto questi tre personaggi - Pitagora, Orazio e Federico II - che sono tre pietre miliari non solo della nostra cultura ma di tutta l’Europa e del mondo. Li abbiamo raccontati tramite diverse declinazioni di intervento, come la danza, le proiezioni e soprattutto il teatro, soprattutto la parola. E l’abbiamo fatto con grande passione. È stata un’esperienza unica. Poi trovarsi di fronte ad una cavea piena di giovani provenienti da tutta Europa a sentire parlare di Basilicata con i nostri video, con le nostre musiche e le nostre danze, è stata un’esperienza bellissima.

Ecco, a proposito di Basilicata. Che Basilicata emerge dal racconto di Federico II, Pitagora e Orazio?

Noi abbiamo voluto a far emergere una Regione sospesa tra tradizione e innovazione, cioè una regione molto tesa verso il futuro ma con radici ben solide e piantate. E lo abbiamo fatto con grande dinamismo, grande eleganza, freschezza e modernità. E credo che ne sia emersa proprio una Basilicata sospesa tra questi due estremi: innovazione e tradizione.

Parliamo di una Basilicata che, attualmente, è sempre più presente sulla scena nazionale. Nello specifico, com’è nata l’idea di arrivare a Eurovision 2022? Che viaggio è stato?

Dobbiamo innanzitutto ringraziare l’APT, abbiamo fatto un accordo per due date qui a Torino e abbiamo realizzato un bellissimo evento nel Duomo, a dicembre, “servendoci” di scrittori del calibro di Pasquale Festa Campanile, ad esempio. E abbiamo dato vita ad un evento molto suggestivo, con il Duomo illuminato. Il successo di questa iniziativa ci ha dato l’input per continuare a collaborare. L’ottima intuizione dell’APT ci ha dato la possibilità di far parte di questo stand all’interno dell’Eurovillage, nell’ambito dell’Eurovision. Ogni sera, all’Eurovillage si presentavano più di 20 mila persone (c’era un contapersone che oltre 20 mila non contava più!). Immaginate tutta questa gente che passava attraverso l’unico stand presente, quello della Basilicata. Un vero colpo di genio. E abbiamo avuto la possibilità di rappresentare, attraverso questo spettacolo, la nostra cultura, il nostro mondo… veramente non avremmo potuto chiedere di più a questa manifestazione.

Gianpiero, tu sei un artista poliedrico. Non solo regista, anche cantante…

(ride) Questa è un po’ una passione segreta. Ho fatto un disco perché ho avuto una bellissima esperienza in gioventù, una lunghissima turnè con Pino Mango. Ho sempre composto canzoni. Durante il lockdown del 2020 sono emerse un po’ a tutti queste passioni sopite. Chi si è messo a fare il pane, chi si è messo a lavorare all’uncinetto… io ho rimontato il mio studio di registrazione e ho fatto un disco. Ma sono soprattutto un regista, mi occupo di regia, teatro, grandi installazioni…

E quanta lucanità c’è nella tua formazione professionale?

Mi porto dentro dei valori, un grande spirito di abnegazione, una certa maniacalità, forse un po’ contadina, che mi porta a seguire ogni fase del processo con passione, fino al risultato finale. È una “artigianalità” che viene da lontano e appartiene a chi ama fare le cose per bene. Sono tutte qualità che ho avuto modo di trovare nelle persone che ho incrociato nella mia vita e che mi hanno trasmesso questi valori. Io ho incontrato moltissima gente semplice che mi ha insegnato tanto e cerco sempre di riversare questi insegnamenti nel mio lavoro e farlo con tutta la passione possibile.

Ci puoi dare un piccolo assaggio dei prossimi progetti?

Per l’estate prossima mi preparo alla regia della Traviata, l’opera completa, con cento persone tra attori e musicisti, che sarà distribuita anche fuori dalla Basilicata. Stiamo anche preparando una produzione teatrale che sarà distribuita da ottobre prossimo e debutta al Teatro de’ Servi, a Roma. Poi un allestimento molto bello, museale e multimediale, in cui raccontiamo una certa ruralità, a Montemilone. E, naturalmente, speriamo di diffondere il racconto di Historiae. Ci piacerebbe farlo vedere ai lucani e trovare delle location particolari dove rappresentarlo. 

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