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Transizione, l’industria lucana è pronta. Ma avverte: “Attenzione ai passi falsi”

Crisi energetica e investimenti per la decarbonizzazione: gli obiettivi della sostenibilità non sono rinviabili ma il processo di riconversione delle imprese è un percorso pieno di insidie. A Potenza il webinar di Confindustria

di Lucia Serino
22 novembre 2021
6 min di lettura
di Lucia Serino
22 novembre 2021
6 min di lettura

L’industria lucana è pronta alle sfide della transizione energetica, non più rinviabile, ma invita ad essere pragmatici e a rendere coerenti le scelte che attendono le imprese con gli impegni della politica. “Siamodavanti a investimenti notevoli”, considera Aurelio Regina, vicepresidente di Confindustria e delegato di Bonomi all’energia. A Potenza per il webinar annuale dell’associazione lucana sulla sostenibilità energetica, chiarisce un aspetto fondamentale e cioè che il Pnrr non prevede un euro per la decarbonizzazione degli impianti industriali. “La massa di investimenti è di 600 miliardi da qui al 2030, cui si aggiungono altri 800 miliardi per il rinnovo del parco veicoli che impattano su famiglie e imprese. Di fronte a queste cifre è evidente - aggiunge Regina - che quelle previste dal Pnrr, pur importanti, diventano irrisorie”. Regina ricorda che ci sono nel Recovery plan “poco meno di 70 miliardi, quasi tutti per l’efficientamento energetico, mentre per la decarbonizzazione dei sistemi produttivi non c’è un euro e, ad oggi, la totale riconversione dei sistemi produttivi italiani è affidata a risorse private”. La conseguenza, spiega Regina, che è anche presidente di Fondimpresa, è che la bolletta energetica (per le piccole e medie imprese non energivore gli aumenti mensili ad agosto sono stati calcolati tra un +50 e un +280%) limiterà gli investimenti necessari per l’efficientamento energetico. vista dalla Basilicata, cuore della produzione del fossile dove è comunque presente una significativa produzione di energia da fonti alternative, la questione assume valore particolare. Quali sono gli scenari? Se la ricerca scientifica per l’innovazione destinata alla sostenibilità galoppa (con sinergie in Basilicata tra i maggiori centri di ricerca, Cnr, enea, Università per progetti spesso in partnership con eni), non sempre l’equivalente passaggio tecnologico, per gli investimenti che richiede, tiene il passo e ciò rappresenta già un primo rallentamento per le imprese che va ad aggiungersi ai tempi quasi mai snelli della pubblica amministrazione in materia ambientale. Del resto, la nascita del Cluster energia Basilicata vuole essere proprio uno strumento di facilitazione e supporto alle scelte della transizione grazie alla rete di tutti gli attori economici del cambiamento. L’incontro di Potenza, svoltosi in collaborazione con eni, ha fatto il punto sui vari step del processo in atto, dalla ricerca, alle politiche industriali, alla programmazione del governo regionale. “La transizione energetica – ha detto il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, in apertura dei lavori - è la direzione obbligata, ma la forte spinta al cambiamento indotta da obiettivi climatici sempre più sfidanti e stringenti non deve indurci a passi falsi. va garantito il giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Solo in questo modo potremo raggiungere il vero obiettivo: rispondere a una precisa questione etica di riduzione dell’impatto delle attività sul pianeta ma anche liberare tutte le potenzialità di crescita economica trainata da un driver di competitività sempre più strategico, e ancor di più per la Basilicata”. La tavola rotonda è stata aperta dalla relazione di Francesca Ferrazza, responsabile R&D business partner energy evolution di eni, tra le più grandi esperte di fusione, che ha illustrato l’impegno della società nella riduzione delle emissioni di gas serra con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050: “L’innovazione tecnologica è uno dei pilastri del percorso di trasformazione intrapreso da eni, oltre che un elemento coadiuvante di competenze e risorse. Eni ha scelto di investire nella ricerca scientifica e tecnologica per affrontare la sfida più importante, quella di produrre energia al più basso impatto carbonico sia implementando soluzioni tecnologiche oggi già applicate, sia costruendo ottime basi per le innovazioni del prossimo futuro”. Del resto l’energy valley (di cui è stato proposto un video con gli aggiornamenti progettuali al pubblico di Confindustria) non è altro che il cantiere aperto del polo tecnologico sulla sostenibilità. Il webinar ha riservato grande attenzione al mondo della ricerca e in particolare alle sue connessioni con il sistema industriale, coinvolgendo i più importanti attori presenti sul territorio, che hanno avuto occasione di illustrare le attività che stanno portando avanti. Sono intervenuti: il responsabile enea, Giacobbe Braccio, la ricercatrice del CnR – ImAA, Carmelina Cosmi, il professore dell’Università degli Studi di Basilicata, Severino Romano. Il presidente Luigi marsico ha evidenziato il ruolo strategico che il Cluster energia Basilicata può offrire per consolidare il link tra mondo della ricerca e della produzione e favorire l’affermazione del nuovo paradigma. “La Basilicata che è una regione “speciale” in tema di energia, può contare su un’industria significativa, nelle varie filiere energetiche, disponibile a fornire il proprio contributo rispetto al cambio di paradigma.ma perché questo accada – ha aggiunto il presidente Somma, rivolgendosi all’assessore regionale all’energia e Ambiente, Gianni Rosa – sono necessari anche pragmatismo e determinazione a tutti i livelli istituzionali, con scelte e azioni coerentemente orientate agli obiettivi dichiarati, in primis sul versante normativo e programmatico”. L’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa ha replicato auspicando un serrato confronto e una proficua collaborazione tra tutti gli attori dello sviluppo locale, indispensabile in questa delicata fase di messa a terra delle opportunità del Pnrr sul territorio, anche attraverso la predisposizione di un’adeguata capacità progettuale e di supporto alla realtà dei piccoli comuni.