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Una valle da studiare

Il piano di rigenerazione agricola, urbana e produttiva pensato da Eni per l’area attigua al Centro Olio di Viggiano è diventato oggetto di una tesi di laurea.

di Carmen Ielpo
22 gennaio 2021
4 min di lettura
di Carmen Ielpo
22 gennaio 2021
4 min di lettura

Da progetto operativo a oggetto di una tesi di laurea magistrale. Andata e ritorno per Energy Valley che nasce sulla carta e si realizza sul campo per poi essere a sua volta oggetto di studio. Il primo, sicuramente non l’ultimo, che mette al centro dell’analisi il piano di rigenerazione agricola, urbana e produttiva pensato da Eni per l’area attigua al Centro Olio Val d’Agri a Viggiano. Giovanni La Torre, 25 anni, di Villa d’Agri, ha conseguito la laurea Magistrale in Strategia Management e Controllo, facoltà di Economia e Management, presso l’Università di Pisa, discutendo una tesi dal titolo: “Energy Valley, dalla sfida della transizione energetica alle opportunità offerte dall’agricoltura 4.0: sostenibilità ambientale, ricerca e innovazione per sviluppare nuovi modelli produttivi”. 

Giovanni, come nasce l’idea di dedicare il tuo lavoro di tesi al progetto Energy Valley?

Mi sono guardato intorno. La pandemia mi ha “costretto” a tornare a casa, in Val d’Agri. Da qui ho sostenuto gli ultimi esami e da qui nasce la mia idea di occuparmi di un progetto di frontiera, che sta prendendo vita sul mio territorio. L’ho fatto per un semplice motivo: perché volevo approfondire una tematica vicina al sentire del mio territorio e perché è qui che vorrei sviluppare il mio percorso professionale ora che ho terminato gli studi.

Quindi, partire dalla conoscenza delle realtà a te vicine per osservarle da un nuovo punto di vista, quello dello studioso. Che esperienza è stata?

Molto formativa. Ho incrociato diverse competenze, conosciuto persone e approfondito progetti in fieri. Sono stato guidato a distanza dalla mia professoressa Angela Tarabella dell’Università di Pisa, ma fondamentale è stato il sostegno, in termini di materiale, idee e suggerimenti, dei ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei direttamente coinvolti nello studio delle possibili ricadute del progetto Energy Valley. Inoltre, al fine di inquadrare l’analisi in un contesto economico-sociale definito, ho realizzato delle interviste con vari stakeholder locali che sono state molto utili per farmi un’idea complessiva prima di entrare nel merito dello studio.

Tra i vari temi che confluiscono nel macro progetto Energy Valley, hai deciso di confrontarti con quello che riguarda l’agricoltura 4.0. Come sei giunto a questa scelta?

Nel mio lavoro di tesi ho incrociato le proposte di Energy Valley con lo studio “Opportunità per la Basilicata” (iniziativa sostenuta da Eni che vede coinvolti alcune delle eccellenze scientifiche e tecnologiche del Mezzogiorno: CNR-ALSIA di Metaponto, ENEA Trisaia, Università della Basilicata, Fondazione Eni Enrico Mattei ed Università Federico II di Napoli, ndr) con il quale sono state individuate 11 traiettorie tecnologiche che fanno parte di 4 domini tematici: smart farming, bioeconomia ed economia circolare, energia e mobilità sostenibili, industria culturale e creativa. Ho preso in esame i primi due temi e li ho messi in relazione con le tecnologie. Da una mappatura di queste ultime e da un ulteriore incrocio con quelle del paradigma Industria 4.0, sono nate le mie proposte finali. Sullo sfondo il grande tema della transizione energetica e una mia convinzione che lo studio ha contribuito a rafforzare: l’agricoltura è uno degli strumenti abilitanti a favorire la transizione verso un modello energetico ed economico sempre più sostenibile.

Quali sono le proposte con le quali chiudi il tuo lavoro?

Una prima proposta riguarda le Soluzioni 4.0 per la fattoria intelligente e si articola in tre punti: formazione e informazione sul Paradigma 4.0; realizzazione di una centrale di conferimento dei reflui zootecnici per la produzione di energia elettrica; realizzazione di una centrale di smaltimento e gestione dei reflui. Passando a un altro tema affrontato, quello del biorisanamento dei suoli degradati, le mie proposte sono: semina di prati di erba medica (piantagione azoto-fissatrice, erba foraggera, produzione di miele) e di colture poliennali da biomassa. Premessa necessaria a qualsiasi proposta, l’investimento in infrastrutture di rete a banda larga e ultra-larga nell’area della Val d’Agri”.

Voglia di crescere e idee chiare. In bocca al lupo, Giovanni.