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Energia sostenibile per un mondo che cambia

Un digital talk sugli scenari geopolitici e la sostenibilità energetica del dopo Covid-19 con lo sguardo al futuro economico della Basilicata.

di Eni staff
08 giugno 2020
18 min di lettura
di Eni staff
08 giugno 2020
18 min di lettura

Il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, la rivista Orizzonti ha organizzato il digital talk “Energia sostenibile per un mondo che cambia”, dedicato alla sostenibilità e alla ripartenza post Covid in Basilicata. Il dibattito, introdotto da Marco Bardazzi, direttore della Comunicazione esterna di Eni, e moderato dal capo redattore de Il Mattino, Gianni Molinari, ha analizzato gli scenari geopolitici globali e la sostenibilità energetica nel dopo Covid-19, con un focus sulla Basilicata basato sull’analisi del sentiment dei lucani sulla ripartenza economica nella regione, condotta da Eni DataLab. Ad aprire il talk il filosofo Massimo Cacciari, con un intervento sui nuovi rapporti di forza e sugli equilibri geopolitici che si delineeranno dopo il periodo della pandemia. Sono intervenuti anche i manager Eni, Walter Rizzi, senior vice president Distretto meridionale e Luigi Ciarrocchi, Direttore regione Italia upstream. Tra gli ospiti il sottosegretario di Stato Mibact, Lorenza Bonaccorsi; il consigliere regionale della Basilicata Enzo Acito; il professor Enzo Alliegro, docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli; lo scrittore Andrea Di Consoli e l’avvocato Cinzia Pasquale, presidente della Camera forense ambientale. 

Bardazzi: l’energia non si ferma, l’impegno per la transizione rimane

L’Eni non si è mai fermata. Con 21.000 persone in smartworking l’energy company ha affrontato l’emergenza sanitaria mettendo in campo tutte le competenze di cui dispone per non interrompere le attività. Lo ha ricordato Marco Bardazzi, direttore della comunicazione esterna di Eni, introducendo il digital talk. Il punto da cui partire per immaginare il futuro è la difficoltà del presente, per l’Italia e per il resto del mondo. Una difficoltà – ha sottolineato Bardazzi – dovuta soprattutto al crollo delle nostre commodity, motivo per il quale un settore come quello dell’energia è tra i più colpiti. Ma Eni non cambia i suoi programmi, non arretra sugli obiettivi di transizione energetica e di sviluppo sostenibile puntando a diventare una società leader globale nella produzione di prodotti decarbonizzati. “Le strategie non cambiano”, ha sottolineato Bardazzi, confermando i piani a lungo termine dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, che consentirà all’azienda di concentrarsi maggiormente sulla produzione di energia a basse emissioni di carbonio. 

È alla luce dei nuovi obiettivi di sostenibilità, ha concluso Bardazzi, augurando buon lavoro anche a nome di Descalzi, che Eni afferma ancora una volta il suo ruolo di leader mondiale nel processo di transizione energetica.

Cacciari: dal virus una spinta per cambiare la società

L’uscita dall’emergenza offre uno scenario in cui il cambiamento è ormai rapidissimo e continuo. Lo ha sottolineato nel suo intervento il filosofo Massimo Cacciari, professore presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Cacciari ha messo a fuoco tre questioni fondamentali. La prima riguarda la relazione tra il sapere scientifico e la politica: una relazione difficile, che durante l’emergenza non è stata virtuosa, a causa della scarsa consapevolezza che la classe dirigente sembra avere dello stato di emergenza perenne. Quest’ultimo è alla base della struttura stessa del capitalismo: le crisi turbano il sistema con estrema velocità e questo richiederebbe risposte altrettanto tempestive. Il problema maggiore, secondo il filosofo, è costituito dal fatto che le istituzioni internazionali non sono in grado di creare spazi politici adeguati per ospitare in modo efficace le questioni scientifiche, così che la loro azione poggia su riferimenti troppo fragili. Secondo tema, che mette a fuoco la giornata mondiale dell’ambiente: il rapporto tra capitalismo e sostenibilità. Essi non sono in contraddizione, poiché è nell’essenza del capitalismo ritenere che tutto sia sostenibile, a condizione di poter contare su una inesauribile innovazione tecnologica e scientifica, che consenta di risolvere i problemi che via via si incontrano. Citando Marx (“La produzione fondamentale del capitalismo è la produzione del consumo”), Cacciari ha definito il capitalismo una perfetta macchina in grado di produrre incessantemente desideri, e ciò deve essere tenuto ben presente in questo momento, che vede molti settori, tra i quali il turismo e l’energia, in una condizione di enorme difficoltà. Terzo tema chiave: occorre ripensare il concetto di lavoro e la valenza che gli si attribuisce, anche a costo di ritoccare la nostra bellissima Costituzione, dove non si non dovrebbe asserire che la Repubblica è fondata sul lavoro, quanto sulla dignità della persona. Ognuno dovrebbe essere messo nelle condizioni di trovare o creare il proprio lavoro, senza essere esposto al pericolo di patire la fame o di non avere un adeguato status sociale. La dignità dell’uomo, secondo il filosofo, non può più dipendere soltanto dal fatto che ha un lavoro o meno; non basta più, perché le tecnologie di cui oggi disponiamo sono ormai tali da ridurre il tempo necessario a svolgere la gran parte del lavoro in una molteplicità di ambiti, tanto che presto potrebbe essere sempre più difficile assicurare un’occupazione alla gran parte delle persone. Cacciari ha così concluso, sottolineando la necessità ormai impellente che la politica assuma pienamente l’atteggiamento dell’industria, svolgendo il proprio ruolo con rapidità e resilienza.

Serino: ripartire dal turismo sostenibile con un grande piano strategico

È in chiave ambientale anche il tema della ripartenza secondo i lucani, che in rete manifestano l’auspicio e la volontà di ricominciare dal turismo sostenibile. È quanto emerge da un’indagine di Eni DataLab sui sentiment dei lucani su cosa fare nella fase post Covid-19, presentata da Lucia Serino. Le conversazioni online rilevate puntano infatti sul grande tema del turismo (7.075 le conversazioni emerse), seguite da quelle sull’agricoltura (3.234), sull’innovazione digitale (2.875), sull’energia (2.659), sulla mobilità (1.499). Siamo nelle settimane immediatamente successive all’anno straordinario di Matera2019: è evidente che persiste l’idea di uno sviluppo legato all’eredità di quell’esperienza, che ha portato oltre il 30 percento in più di turisti stranieri rispetto agli anni precedenti. Si chiede però un grande piano strategico per un turismo sostenibile, con grande attenzione verso l’ambiente. Il concetto di sostenibilità emerge in tutti i topic analizzati per cluster: quando si parla di agricoltura si discute dell’agroalimentare lucano e delle misure a sostegno del made in Basilicata; la parola energia rimanda agli investimenti nelle rinnovabili (la Basilicata è già oggi una delle regioni con le percentuali più alte di energie verdi, oltre il 40 percento); il digitale fa riferimento a un piano per le imprese innovative; e la mobilità presenta i problemi aperti e connessi alla riorganizzazione della fase due. Nel corso del digital talk è stato analizzato anche il sentiment dei lucani in relazione all’emergenza.

Bonaccorsi: serve un nuovo modello di turismo

“Sarà un’estate diversa, ma l’Italia resta una delle mete turistiche più ambite al mondo”. Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario di Stato del Ministero per i beni e le attività culturali, esprime fiducia nelle possibilità di ripartenza del Belpaese, senza tuttavia nascondere le difficoltà del momento che stiamo attraversando. Le prossime settimane ci diranno che tipo di turismo saremo in grado di attrarre, e soprattutto se quello straniero riuscirà, come è avvenuto l’anno scorso, a superare quello domestico. Uno scenario ad oggi ancora incerto per le resistenze alla mobilità, la paura che persiste, gli equilibri tra Stati. “È per questo – ha ricordato Bonaccorsi – che ho avviato un’interlocuzione con il ministero degli Esteri per la ripresa dei flussi nell’area Schenghen”. Ogni sforzo di dialogo istituzionale sarà messo in campo ma le difficoltà, ammette il sottosegretario, sono molte: “Il turismo è uno dei settori più in crisi e probabilmente sarà l’ultimo a riprendersi. Le previsioni ci indicano che occorreranno 21 mesi per ritornare ai livelli pre-crisi”. Dopo aver ascoltato i dati sulla Basilicata, che si affida a un’idea di turismo sostenibile per la ripartenza, il sottosegretario li ha commentati ragionando su una duplice necessità: quella di fare sistema con nuova cultura d’impresa e quella di assumere modelli diversi da quelli finora adottati in Italia, troppo spesso irrispettosi della fragilità del Paese. “Il tema della sostenibilità del turismo è un tema di cambiamento del modello economico: vuol dire innalzamento della qualità generale. Non sempre la politica è stata attenta. Ora ci troviamo davanti a una crisi che rischia di esasperare la polarizzazione tra turismo di massa e turismo di qualità”. E il modello, ha indicato Bonaccorsi, illustrando la programmazione del Mibact, può venire proprio dalla Basilicata, da Matera.

Acito: percorsi di sviluppo paralleli

Il Consigliere regionale, Vincenzo Maria Acito, fin da subito ha posto l’accento su uno dei problemi atavici della Basilicata: l’esodo dei giovani. Ogni modello di sviluppo che non prenda in adeguata considerazione questa variabile rischia di essere inattuabile e di non portare ad alcun risultato nel lungo periodo. L’altro aspetto fondamentale, secondo Acito, è dato dalla pluralità degli assi economici. Non è pensabile, oggi, percorrere una sola strada con l’eventualità di ritrovarsi in un vicolo cieco. La Basilicata deve dotarsi di alternative di sviluppo, che non rappresentino dei paracadute e che costituiscano dei veri percorsi paralleli. Da qui l’opportunità di connettere la ricerca e l’innovazione con lo sviluppo industriale e, perché no, con il settore della Cultura, così come avvenuto con Matera 2019.

Alliegro: transizione energetica e transizione culturale

Enzo Alliegro, professore di discipline demoetnoantropologiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, si è concentrato sul rapporto antropologico che l’uomo vive, di volta in volta, con in processi di transizione. Parafrasando Benedetto Croce, Alliegro ha sottolineato il ruolo degli idrocarburi nello sviluppo della società occidentale e ha rimarcato le assonanze tra il ciclo della vita umana e il ciclo della vita del carbonio. Da qui l’importanza, secondo in docente, di accompagnare la transizione energetica con una transizione culturale: elemento imprescindibile nel marasma di informazioni che ci piovono ogni giorno addosso. Certo, è innegabile l’importanza dell’antropologia in un processo di tale portata, proprio perché si tratta di uno strumento essenziale per capire l’uomo, le sue avversioni e le sue propensioni: il tutto in un delicato equilibrio tra realtà e percezione. 

Di Consoli: il benessere è un valore

Il giornalista Andrea Di Consoli si è soffermato sulla necessità di disporre di una pluralità di modelli di sviluppo sottolineando, tuttavia, come questi siano realizzabili solo a fronte di una ricca offerta culturale. La Basilicata mostra ogni giorno la capacità di far convivere infrastrutture tecnologicamente avanzate e agricoltura di qualità, passando dal settore estrattivo a quello dell’automotive. Dobbiamo quindi accettare che il benessere sia un valore, e che grazie al modello economico oggi vigente la povertà nel mondo si riduce sensibilmente anno dopo anno. Di Consoli ha rimarcato che la sostenibilità non è in antitesi con lo sviluppo, e che il miglioramento è alle porte, ma va colto con consapevolezza e raziocinio.

Pasquale: nel diritto ambientale servono esattezza e rapidità

Cinzia Pasquale, presidente della Camera Forense Ambientale, ha sottolineato l’esigenza di parlare di transizione energetica in termini innovativi e diversi. Pasquale, per parlare delle esigenze del diritto ambientale, ha citato due dei sei pilastri del testo letterario individuati da Calvino nelle sue “Lezioni americane”: esattezza e rapidità. Caratteristiche che, purtroppo, non sempre trovano riscontro nell’ipertrofia normativa e nelle lungaggini che attanagliano il tessuto regolatorio nazionale. È importante, inoltre, che le norme di diritto ambientale, proprio perché così tecniche e di non semplice comprensione, siano scritte e applicate da attori competenti in materia, così da realizzare un’amministrazione virtuosa.

Rizzi: i nuovi modelli di sviluppo sostenibile tra grandi player e territori

I grandi player energetici come Eni possono essere incisivi nel processo di transizione e nel perseguimento di modelli di sviluppo integrato, che vadano al di là degli schemi incentrati esclusivamente sull’oil & gas. Lo ha ribadito Walter Rizzi, Senior Vice President del Distretto Meridionale di Eni. Rizzi ha sottolineato che in Basilicata, soprattutto negli ultimi anni, dunque ben prima della pandemia, si è vista un’accelerazione verso questo nuovo approccio. Si tratta del principio alla base dell’Energy Valley, un progetto trasversale di Eni che punta a creare un distretto industriale fondato sulla diversificazione. Al centro i temi delle rinnovabili, con particolare riferimento al riciclo delle acque e un avvicinamento al mondo dell’agricoltura, che conta 17.000 imprese in Basilicata e 1.000 imprese nel settore alimentare. È su questa stessa linea, sottolinea Rizzi, che sono stati avviati accordi di collaborazione con Coldiretti, che hanno portato al lancio di un programma di bio-monitoraggio per la filiera alimentare nel campo zootecnico e agricolo. Un passaggio fondamentale per dare supporto alla commercializzazione dei prodotti lucani, anche al di fuori dei confini nazionali. Di sostanziale importanza anche il progetto “Io Sono Lucano”, al quale Eni ha aderito. Inoltre, sempre con l’Energy Valley, il Distretto meridionale diventa il primo centro di trattamento di idrocarburi ad essere completamente digitalizzato. In questo quadro si colloca la creazione del Digital Lab, che non sostituisce l’uomo, ma lo supporta nella gestione impiantistica dal punto di vista della sicurezza e ambientale. Tutti temi che possono avere ulteriore sviluppo e mettono Eni nella condizione di essere presente sul territorio con la massima trasparenza, in sinergia con la comunità locale.

Ciarrocchi: possiamo diventare un modello di transizione energetica

È stato un periodo durissimo, sia dal punto vista sanitario sia da quello economico, e i compiti che ci attendono andranno affrontati con decisione. Sono le conclusioni del digital talk, affidate a Luigi Ciarrocchi, Direttore regione Italia upstream di Eni, che ha ricordato come la ripresa non sarà affatto facile: la Banca d’Italia parla di una crisi senza precedenti, con una contrazione del Pil pari al 9 percento; sarà necessario darsi una visione di quale futuro si intende costruire. Per dare sostanza alle idee, dobbiamo sapere cosa fare e quando farlo. Ciarrocchi ha ricordato che alcune realtà locali possiedono fattori abilitanti e la Basilicata è proprio una di queste. Non ci sono molte aree in Italia che dispongono di una ricchezza simile: la Basilicata possiede un’altissima quota di fonti energetiche rinnovabili, pari al 60 percento nel settore elettrico, mentre su scala nazionale la quota si ferma al 30 percento e nel resto dell’Europa si aggira intorno al 20 percento. Non a caso la Basilicata è la regione con la quota di rinnovabili più elevata del Paese, seconda soltanto alla Valle d’Aosta. Ma non è tutto: c’è l’agricoltura, la forestazione e, naturalmente, il turismo. Certamente la Basilicata in questo momento è soprattutto un laboratorio, ha detto Ciarrocchi, ma non può e non deve rimanere tale. Serve una crescita di investimenti, soprattutto sul settore dell’economia circolare; serve un’accresciuta ricerca per superare i limiti delle fonti tradizionali e, al tempo stesso, risolvere il problema della non programmabilità delle fonti rinnovabili. Il ruolo delle grandi aziende, in questo quadro, deve essere quello di coniugare gli obiettivi d’impresa e quelli del territorio. Insomma: bisogna disegnare il futuro. Ciarrocchi ha ricordato come Eni abbia sempre mostrato il massimo rispetto per i territori in cui opera, così come nei confronti della comunità che ospita le sue attività; l’azienda non ha alcuna intenzione di dimenticare gli obiettivi posti dalle Nazioni Unite per la transizione energetica. Occorre arrivarci il più velocemente possibile, ma anche in maniera efficiente. E proprio per questo l’alleanza con lo sviluppo locale è di fondamentale importanza. Nel pieno rispetto delle normative bisogna stare vicini ai territori: il rapporto non deve fondarsi su regole e meccanismi, ma su cooperazione e condivisione; le grandi imprese devono dare il loro contributo fornendo competenze e progettualità, per valorizzare le grandi potenzialità della regione. Ciarrocchi ha infine ricordato il lavoro della Fondazione Eni Enrico Mattei, che sta studiando tecnologie innovative per sviluppare nuovi modelli di progettazione nell’ambito del turismo, e lo studio “Opportunità per la Basilicata”, che nasce dalla collaborazione di Eni con le eccellenze scientifiche e tecnologiche del Mezzogiorno: CNR-ALSIA di Metaponto, ENEA Centro Ricerche Trisaia, Università della Basilicata, Fondazione Eni Enrico Mattei e Università Federico II di Napoli. La Basilicata, ha concluso il Direttore regione Italia upstream di Eni, presenta una grande capacità di resilienza: anche per questo, portando a termine i progetti che già sono stati avviati, si può fare della regione un modello per la transizione energetica italiana.

 

L’autore: Andrea Di Consoli

Scrittore, giornalista e critico letterario italiano