04/12/2025 - Sono giorni in cui in Basilicata si incrociano tre sguardi diversi ma convergenti: quello dell’impresa, quello dell’analisi socioeconomica e quello della cultura. La regione sta vivendo una fase di trasformazione profonda, fatta di criticità note ma anche di opportunità concrete, che chiedono visione, continuità e capacità di collaborazione. All’assemblea annuale di Confindustria Basilicata a Matera, il presidente Francesco Somma ha richiamato con forza un punto: lo sviluppo si costruisce lavorando dentro i problemi, non negandoli. La sfida demografica, le difficoltà delle filiere produttive e i ritardi infrastrutturali non possono essere rimossi; ma possono – e devono – diventare il terreno su cui innestare politiche industriali nuove, più integrate, più orientate alla competitività e all’innovazione. Lo stesso approccio emerge dal più recente rapporto Svimez, che offre un quadro severo ma non privo di segnali incoraggianti: la Basilicata mostra dinamiche che, se accompagnate da politiche coerenti e da una presenza industriale responsabile, possono generare valore nel medio periodo. Energia, tecnologie per la transizione, filiere avanzate, capitale umano: sono questi i nodi su cui la regione può giocare una partita non difensiva ma propositiva. A completare questo scenario, arriva una notizia che apre uno spiraglio ulteriore, questa volta sul fronte culturale. L’ipotesi che Matera possa rafforzare il suo ruolo culturale in vista del titolo di Capitale del dialogo mediterraneo 2026 - una possibilità espressa dal ministro Giuli – rimette la città e l’intera Basilicata al centro del protagonismo italiano. Intanto questa settimana si sono svolti nella città dei Sassi gli Stati generali del turismo 2025. Insomma, una piattaforma per immaginare il futuro: una regione che unisce industria e creatività, energia e patrimonio, innovazione e identità.