11/09/2025 - Alla fine di settembre scadrà il contratto di servizio del Frecciarossa Taranto–Roma via Potenza. Sul tavolo c’è la possibilità di dividere il contributo tra Puglia e Basilicata, ma l’ipotesi non convince tutti, i due territori non possono essere messi sullo stesso piano: la Puglia ha bacini di utenza ben più ampi, mentre la Basilicata resta una regione a domanda debole, dove ogni collegamento ferroviario non è un lusso, ma un diritto da garantire.
Il treno ad alta velocità che attraversa Potenza non è soltanto un convoglio: è il simbolo di una coesione territoriale da difendere. Permette alla Basilicata di restare agganciata all’Italia che corre, di mantenere aperto un varco verso Roma e il resto del Paese. Misurare questo servizio solo in termini di biglietti venduti significa negare la funzione sociale della mobilità. Se valesse solo la logica del mercato, qui nessun trasporto pubblico sopravviverebbe. Vale per la mobilità, vale per gli altri servizi. La Basilicata non può permettersi di perdere l’ennesimo treno, in senso letterale e metaforico. Ogni riduzione dei collegamenti significherebbe spingere comunità intere verso l’isolamento, alimentare lo spopolamento, scoraggiare chi ha deciso di restare. La vera partita, dunque, va ben oltre un orario ferroviario o un contratto da rinnovare: è la dignità stessa di un territorio e il suo diritto a non essere lasciato indietro. Difendere quel collegamento significa difendere il futuro della Basilicata.

