Potenza, 12 settembre 2025 - Si è conclusa positivamente la sperimentazione di varietà di colza come agri-feedstock per la produzione di biocarburanti realizzata da Eni e ALSIA all’interno del progetto “Agri Hub Basilicata”.
La coltivazione della colza e lo sviluppo della relativa filiera rappresentano una alternativa nell’avvicendamento colturale cerealicolo, grazie a un’elevata flessibilità nell’epoca di semina e per i benefici che apporta al suolo e all’ecosistema agricolo in generale. Grazie ai nuovi orientamenti della Politica Agricola Comunitaria, la colza offre opportunità economica attraverso una tecnica colturale semplificata che riduce i costi e si integra perfettamente con l’organizzazione delle aziende cerealicole lucane, non entrando in competizione con colture food (frumento) e foraggere.
Dopo due anni di confronti varietali presso il Centro di Ricerca e le Aziende Sperimentali Dimostrative di ALSIA, sono state selezionate due varietà per la realizzazione dei campi dimostrativi. Questa fase di sperimentazione ha coinvolto 12 aziende agricole lucane, selezionate tramite avviso pubblico, per una complessiva superficie di 50 ettari. La sperimentazione, condotta nell’annata agraria 2024-2025, è stata finalizzata a valutare in pieno campo le potenzialità dei due ibridi per creare una filiera agro-industriale lucana dedicata alla produzione di biocarburanti.
I risultati ottenuti sono incoraggianti sia dal punto di vista produttivo che per il coinvolgimento del territorio. Gli ibridi testati hanno superato le prove e saranno inseriti nella futura filiera bioenergetica lucana. La risposta delle aziende agricole è stata dinamica in tutte le aree della regione, comprese quelle più difficili dal punto di vista agronomico, come le colline aride e le zone interne.
La colza (Brassica napus) non è l’unica specie che Eni e ALSIA stanno valutando per l’implementazione industriale per la produzione di olio vegetale; lo stesso schema di ricerca e sviluppo è stato già effettuato con il girasole nel 2023-2024 ed altre specie oleaginose sono in fase di sperimentazione presso il Centro Ricerche ALSIA e le Aziende associate.
Note
Dal punto di vista agronomico, la colza migliora la struttura del suolo, aumenta la sostanza organica, riduce la presenza di infestanti e parassiti e rompe il ciclo delle malattie dei cereali, come oidio e fusariosi, portando a rese maggiori nelle colture successive, specialmente il grano. La colza è considerata “coltura da rinnovo” anche ai fini dell’eco schema 4 della Politica Agricola Comune (PAC), quindi, ai fini della misura, è consentito l’avvicendamento biennale con grano.
Sotto l'aspetto economico, la colza ha costi colturali contenuti, un riferimento certo per la quotazione (Mercato Matif Parigi) e beneficia della Politica Agricola Comune. La colza consente un bilancio economico positivo, anche in annate poco favorevoli considerando sia il premio accoppiato della misura BCAA 4 relativa alle rotazioni sia il valore della farina ad elevato contenuto proteico, utilizzata nell’alimentazione zootecnica.
Per garantire la conformità ai requisiti del progetto in linea con la Renewable Energy Directive (RED III), l'intera produzione di seme di colza sarà certificata secondo lo schema ISCC-EU, uno standard di certificazione riconosciuto dalla direttiva RED III. L’olio vegetale così prodotto a partire dal seme della Basilicata potrà raggiungere gli stabilimenti Eni per la produzione del biodiesel.