17/07/2025 - Il Mediterraneo, nonostante le varie instabilità, sta diventando, nel paradigma dell’economia europea e mondiale, un luogo di sempre crescente interesse per gli scambi commerciali. I porti - quelli della logistica, ma anche i porti del sapere e dell’innovazione - sono la grande traiettoria del Paese e del Sud, grazie alla sua posizione geografica. Ne abbiamo parlato in questa newsletter qui. Se n’è parlato, in Calabria, al “Global south innovation 2025”, il meeting annuale su Sud e innovazione promosso da Entopan (il primo incubatore certificato nazionale nel Sud Italia), patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che quest’anno ha avuto per tema “Verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile: alla frontiera tra passato e futuro, umanesimo e innovazione nell’epoca delle grandi sfide di transizione”. L’evento pone al centro il Mezzogiorno d’Italia e il Mediterraneo come snodi strategici per l’emergere di nuovi equilibri globali. In questa prospettiva, si intrecciano il paradigma dell’innovazione e una visione di cooperazione che rilancia il ruolo dei territori emergenti del Sud del mondo come protagonisti di una nuova stagione di progresso. Sul palco più di cento relatori rappresentanti del mondo dell’innovazione, dell’impresa, dell’università e ricerca, e della finanza per riflettere e costruire insieme nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Ha preso parte all’evento anche il professor Maurice Aymard, tra i più grandi storici viventi, studioso delle politiche del Mediterraneo. Non è semplice, ma è possibile immaginare che al Sud non è solo possibile restare, ma è anche possibile attrarre per realizzare una visione etica e umanistica dell’innovazione. Le stime dicono che i Paesi che si affacciano sull’altra sponda del Mediterraneo fra 10-15 anni cresceranno con tassi di Pil significativamente superiori a quelli dei Paesi europei. Il Mezzogiorno potrebbe vivere ciò che hanno vissuto le regioni del Nord nei decenni passati essendo più prossimi. E la Basilicata? L’ultimo focus sulle infrastrutture e l’intermodalità della Basilicata è del 2024 a cura di Confindustria. “C’è chiaramente l’esigenza di rafforzare al massimo l’integrazione infrastrutturale della Basilicata con le regioni del Mezzogiorno ad essa direttamente confinanti”, si legge. “È d’obbligo un richiamo alle esigenze di potenziamento e sviluppo dei nodi intermodali in Basilicata. Il soddisfacimento del fabbisogno di infrastrutture di collegamento moderne ed efficienti in Basilicata è, quindi, una priorità strategica assoluta, sia per le imprese e il sistema economico e produttivo regionale, sia per i cittadini ed il sistema sociale e delle relazioni che coinvolgono la regione medesima nel contesto territoriale del Mezzogiorno di cui la stessa ne rappresenta un elemento di centralità geografica”.

