05/06/2025 - L’infrastrutturazione come pre-condizione degli investimenti. È questo l’obiettivo della Zes Unica che finora, dalla riforma Fitto, ha rilasciato 571 autorizzazioni uniche nelle regioni del Sud che attivano investimenti per 10 miliardi di euro e creano 10 mila nuovi posti di lavoro. Le cifre sono state fornite dal coordinatore della struttura di Governo, Giosy Romano, alla Fiera dell’Industria di Hannover, una delle più importanti al mondo. Più o meno contestualmente, in Basilicata, sono stati finalmente avviati i cantieri per i lavori della infrastrutturazione primaria, secondaria e dei servizi della porzione di area ZES di TIiro (20 milioni da Pnrr) affidati, appunto, alla Struttura di Missione Zes. “La strategia da perseguire – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Francesco Cupparo– è rendere le aree industriali e produttive più attrattive per le imprese, garantendo sostenibilità ambientale, accessibilità e competitività”. In Basilicata insistono 13 aree industriali e circa 120 aree Pip e Paip gestite direttamente dei Comuni.
L’assessore inoltre ha riferito che “tra gli Avvisi Pubblici, quali nuovi strumenti di incentivazione alle imprese, a cui stanno lavorando gli Uffici del Dipartimento, uno riguarda interventi di adeguamento delle aree produttive degli Enti Locali, con uno stanziamento di 37,7 milioni di euro. Con questo avviso pubblico intendiamo venire incontro alle note difficoltà finanziarie dei Comuni che dispongono di aree Pip ma non sono nelle condizioni di procedere o completare interventi di infrastrutturazione. Le Zes, zone economiche speciale con vantaggi amministrativi e fiscali, sono per il Mezzogiorno l’omologo delle Zls, le zone logistiche speciali per lo sviluppo economico delle aree attorno ai porti del Nord. Anche di questo abbiamo parlato nel podcast “Basilicata Inside” che ha avuto come ospite l’avvocato Guido Fabbri, presidente dell’Istituto sui trasporti e la logistica, ITL, di Bologna. Con Fabbri abbiamo fatto una chiacchierata sui porti italiani come hub energetici, digitali e intermodali, capaci di trainare la transizione nel rapporto stretto con i rispettivi territori retrostanti. Cuore della logistica italiana, i porti da tempo non sono soltanto più dei luoghi dove si caricano e scaricano merci, ma aree attorno alle quali concepire una intermodalità di sviluppo, non solo infrastrutturale. Il podcast si può riascoltare qui.

