The picturesque village of Castelmezzano, part of the club “Th

Pnrr, il 2023 anno cruciale

Sono 62 mila i progetti presentati al Sud per un valore di oltre 35 miliardi. Ma solo 19 mila sono stati validati

24 marzo 2023
2 min di lettura
24 marzo 2023
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24/03/2023 - Sono buoni gli indicatori economici della Basilicata, come scriviamo nelle notizie di questa newsletter, anche se l’export frena. Un dato dovuto quasi esclusivamente alla contrazione dell’industria automobilistica per la crisi internazionale in atto.
Eppure una rondine non fa primavera. Visto da una prospettiva omogenea meridionale, c’è all’orizzonte la grande incognita di quel 40 per cento di risorse del Pnrr destinato a recuperare il divario strutturale tra Nord e Sud che “deve essere messo a terra”. La Basilicata è una delle regioni italiane che si è distinta, in percentuale, per la migliore performance progettuale dei Comuni, dopo la Lombardia.
Ma quello che potrebbe sembrare un vantaggio competitivo rischia di trasformarsi in un boomerang nella fase esecutiva. La preoccupazione – non riguarda solo la Basilicata, ovviamente – è del Ragioniere Generale dello Stato, Biagio Mazzotta, che qualche giorno fa, partecipando al Feuromed (Festival dell’economia del Mediterraneo) a Napoli ha “svelato” i dati del Pnrr ad oltre un anno dalla partenza e a meno di tre anni dalla scadenza. Sono 162 mila i progetti presentati in tutta Italia, di cui 62mila al Sud per un valore di oltre 35 miliardi. “Presentati – ha precisato Mazzotta – non vuol dire che siano validati: circa un terzo è stato validato, cioè caricato nel sistema, completo di tutta la documentazione necessaria per rendicontare lo stato di avanzamento del progetto man mano che andrà avanti”.
“Si procede un po’ a rilento”, ha ammesso il Ragioniere Generale, “al Sud, a fronte dei 62mila progetti ne sono stati validati circa 19 mila: c’è ancora da lavorare”.
Al ‘capitolo’ ambiente e transizione energetica fanno capo 12 mila progetti, per un valore di circa 7,5 miliardi: dall’efficientamento energetico delle amministrazioni alla produzione di energia rinnovabile, alla riduzione delle emissioni del trasporto locale. A tutto il 2022, la spesa registrata ammonta a 24 miliardi e mezzo, sui 190 miliardi previsti nel complesso dal Piano europeo (che, ricordiamo, è un prestito e dunque si tratta di risorse che vanno restituite).
“Una buona fetta – ha precisato Mazzotta – sono gli incentivi Industria 4.0 e i bonus edilizi”. Il 2023 sarà un anno strategico, sono quasi cento gli obiettivi da raggiungere. E l’avvio dei lavori, dopo le gare bandite nel 2022, nella maggior parte dei casi ancora non è iniziato. 

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