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Un canyon in fondo al mare

Il risultato di una campagna esplorativa perfetta

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La tecnologia Eni ha permesso di realizzare il progetto in profondità d’acqua di oltre 2.000 metri
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18 TSCF (Trilion Standard Cubic Feet)
500 miliardi di metri cubi gas - Coral
85 TSCF (Trilion Standard Cubic Feet)
2.400 miliardi di metri cubi di gas in posto (85 TSCF) - Coral, Mamba Complex e Agulha

Questa è la storia dell’esplorazione avvenuta nelle acque profonde dell’Africa Orientale. Nel 2006, il Mozambico mette in gara una serie di blocchi per l’esplorazione delle acque profonde, e meno profonde, del bacino di Rovuma, al confine tra la Tanzania e il Mozambico.

Eni guarda con interesse a questa iniziativa di frontiera, verso concetti geologici nuovi e territori inesplorati. Tra le mani ottiene informazioni importanti sul potenziale delle acque profonde del nord del Mozambico. I dati geofisici messi a disposizione in occasione del primo licensing round sono pochissimi: le linee sismiche 2D acquisite nel 2004 e una griglia approssimativa dei dati gravimetrici e magnetometrici.

Su questi, poverissimi, dati, viene costruito il modello geologico e si decide di sottomettere un’offerta per due blocchi. Da qui l’assegnazione della licenza operativa per il Blocco Quattro, che prende poi il nome di Area 4, luogo di questo racconto.

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Le scoperte in Mozambico sono tra le più grandi scoperte a gas mai realizzate da Eni nei suoi oltre 60 anni di storia esplorativa a livello globale; giocheranno un ruolo chiave sia nel futuro di Eni che del Mozambico

Claudio Descalzi
Amministratore delegato di Eni

Il bacino Coral ha un’estensione di circa 300km2, per un’altezza di 108 metri

108,5 m

altezza del bacino Coral